Emanuele Bonini per “la Stampa”
Gualtieri Conte
Se tutto va bene, comunque, andrà peggio del previsto. La Commissione europea rivede ancor più al ribasso le stime di crescita per l'Italia, la peggiore in Europa. A fine anno il prodotto interno lordo registrerà una contrazione dell'11,2%, e la ripresa prevista per il 2021 sarà al 6%, ridotta di mezzo punto percentuale rispetto a quanto stimato solo due mesi fa. Tutto questo se non ci sarà una seconda ondata di Coronavirus, altrimenti la situazione economica peggiorerà.
L'Ocse intanto avverte: già così a fine 2020 la disoccupazione arriverà al 12,4%. Ma perché l'Italia va così male? Pesano le misure di confinamento. «Le rigorose misure di blocco imposte dal governo italiano a marzo, compresi gli arresti della produzione, significano che il danno all'attività economica dovrebbe essere ancora maggiore nel secondo trimestre». E così il pil italiano perderà ancora l'1,7% contro l'1% europeo che così scenderà del meno 8,7% (la precedente previsione era - 7,7%).
IGNAZIO VISCO
Ecco perché adesso per l'Italia diventano cruciali le riforme, specie quelle nel mercato del lavoro. E' l'Unione europea a dirlo, ed è l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) a certificarlo. La prima osserva che una prolungata crisi del mercato del lavoro, «potrebbe frenare la ripresa prevista», già più contenuta del previsto, la seconda, nel suo documento sulle prospettive sull'occupazione 2020, rileva il rischio di un picco dei senza lavoro al 12,4%, che rientrerà leggermente alla fine del 2021 (11%), comunque sopra i livelli pre-crisi (10%).
Tradotto: il Coronavirus «sta cancellando quattro anni di lenti miglioramenti». Ma a mettere pressione sull'Italia e il suo governo sono anche le considerazioni di Bankitalia. La domanda interna è già stritolata, rilevano le ultime analisi di palazzo Koch. Lavoratori e famiglie fanno fatica a tirare avanti. Non sorprende che nella repubblica fondata sulle partite Iva a soffrire siano soprattutto i lavoratori indipendenti, che «nella misura di quasi l'80% hanno subito un calo nel reddito».
giuseppe conte roberto gualtieri mes
Per un libero professionista su tre (36%), il peso della busta paga si è addirittura ridotto di oltre la metà. Ma in generale oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare in questi mesi. La Commissione Ue ritiene che ora che il confinamento è passato la domanda interna potrà riprendere a correre, ma alla luce del quadro offerto da Bankitalia non così forte. Le cattive notizie non finiscono qui.
Nel giorno delle previsioni Ue che certificano il profondo rosso dell'economia nazionale, ai dati Ocse e ai rilievi di Bankitalia si accompagnano anche le stime dell'Istat sul tessuto imprenditoriale. Oltre un'azienda su tre è a rischio chiusura. «L'impatto della crisi sulle imprese è stato di intensità e rapidità straordinarie, determinando seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane che occupano circa 3,6 milioni di addetti, ha denunciato l'esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell'anno».
BANKITALIA 3
L'economia rischia di fermarsi di nuovo, e non a causa di un nuovo lockdown. Nel complesso la situazione italiana è preoccupante, la tenuta economica scricchiola da tutte le parti. Calo delle esportazioni, shock della domanda interna, imprese e famiglie in difficoltà. Con, sullo sfondo, lo scenario di una nuova ondata che potrebbe assestare la spallata decisiva. L'Europa potrà certamente dare il contributo, ma il grosso del lavoro andrà svolto in Italia. Nel paragrafo dedicato al Paese, la Commissione europea sottolinea che il pil ricomincerà a crescere già alla fine di quest' anno «se aiutato da un sostanziale sostegno politico».