Marco Antonellis per Dagospia
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA
Mattarella ci ha sperato fino all'ultimo: secondo i consiglieri del Quirinale la rottura tra il governo gialloverde e la Commissione europea si doveva, anzi poteva evitare. Ma a nulla sono valse le ripetute sollecitazioni, riservate e informali, dei consiglieri del Colle nei confronti di chi ha da tempo scelto la strada del "realismo politico", Giancarlo Giorgetti in primis (sempre più in sintonia politica con il grillino Buffagni).
Ma lo strappo alla fine si è consumato, con buona pace del Quirinale. La lettera che è stata inviata a Bruxelles prima della mezzanotte di ieri era stata in un primo momento approvata in un incontro riservato tra il Premier Conte, i dioscuri Vicepremier Salvini e Di Maio ed il Ministro Tria e solo successivamente approvata formalmente in Consiglio dei Ministri. Il "dietro le quinte" del Cdm rivela però di un duro confronto-scontro tra il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, e il responsabile degli Affari Europei, Paolo Savona.
di maio e salvini
Oggetto del contendere, ovviamente, la posizione da tenere nei confronti dell'Europa. Ma gli altri Ministri, in particolare i 5Stelle, hanno subito fatto muro mettendo in minoranza il povero Tria: la manovra non si tocca e con l'Europa si va allo scontro. L'umore del Capo dello Stato non è proprio dei migliori, rivela chi ha avuto modo di incontrarlo in queste ultime ore.
Per il Colle "il governo sta scherzando con il fuoco. Scommettere che l'Europa non possa fare all'Italia ciò che ha già fatto alla Grecia è un azzardo troppo grande". Insomma, per il Quirinale il rischio commissariamento del Paese è un'ipotesi ben presente e da non escludere affatto.
il ministro giovanni tria (2)
Ma c'è di più perché nelle ultime ore sta prendendo sempre più forza l'idea, da parte di Salvini e Di Maio di porre il veto al bilancio Ue, forse già in occasione del prossimo Consiglio Europeo: "Se l'Europa continua di questo passo non potremo più farne a meno" si spiegava off the record a Palazzo Chigi. Insomma, quello che nelle scorse settimane sembrava solo una vaga minaccia dal sapore elettoralistico, rischia di diventare una clamorosa realtà.
paolo savona