Gilda Ferrari e Simone Gallotti per ''La Stampa''
nave msc
L' isolamento dell' Italia arriva dal mare: le navi italiane sono respinte dai porti stranieri, quelle estere si rifiutano di entrare negli scali italiani. Così, l' approvvigionamento delle materie prime per l' industria nazionale rischia lo stop. «Le notizie che stiamo ricevendo da diversi Paesi - sia Ue che terzi - nei quali operiamo sull' interdizione dei porti alle navi che abbiano fatto scalo negli ultimi 15 giorni in Italia sono estremamente preoccupanti».
La lettera inviata al ministero dei Trasporti è firmata da Assarmatori e Confitarma, le due associazioni degli armatori, e Federagenti (gli agenti marittimi). Il rischio è l' emarginazione dell' Italia dalle rotte mondiali. «Un numero crescente di armatori stranieri rifiuta contratti di trasporto che prevedono lo sbarco di merci nei porti italiani mettendo in seria difficoltà l' import di materie prime», spiega la lettera, anche in settori essenziali «per garantire gli approvvigionamenti alimentari».
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Rifornimenti a rischio Conftrasporto-Confcommercio denuncia l' isolamento da terra del Paese: «Ai confini con Slovenia e Croazia sono stati aggiunti altri blocchi a quelli attuati dall' Austria. Così le merci rischiano di non arrivare nei negozi di generi di prima necessità.
Le segnalazioni che ci arrivano dai nostri autotrasportatori sono allarmanti», spiega il vicepresidente Paolo Uggè Trasportounito ha già calcolato che il 25% dei camion si è già fermato come racconta il numero uno dell' associazione Maurizio Longo.
Il lavoro in porto Almeno nel porto di Genova, che giovedì è stato bloccato dalla prima protesta dei lavoratori sulle condizioni operative in banchina, qualcosa sta cambiando: dopo l' intesa raggiunta nella notte sulle linee guida da adottare, lavoratori portuali, terminalisti e operatori stanno cercando faticosamente di riportare il clima ad un livello accettabile.
I cantieri si fermano Come molte aziende nazionali, anche Fincantieri sospende le attività produttive in tutti gli stabilimenti dal 16 al 29 marzo, disponendo il ricorso a ferie collettive anticipandole rispetto alla chiusura estiva. La decisione del gruppo arriva a valle di tensioni esplose già giovedì, quando al cantiere di Sestri Ponente i lavoratori hanno sospeso l' attività in autotutela. Fim e Fiom accusano l' azienda di «affrontare la crisi facendola pagare ai lavoratori» e rinviano la discussione alla prossima settimana.
Le industrie Altissima poi la tensione negli stabilimenti siderurgici ex Ilva. A Taranto ArcelorMittal ha annunciato una riduzione del personale sui turni, mentre nei siti di Genova e Novi Ligure Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato lo sciopero «per il mancato rispetto delle condizioni di sicurezza».
NAVE CROCIERA MSC
A Cornigliano scioperano tutti i reparti dalle 7 di ieri sino a domenica. A Novi la Rsu proclama sciopero per 7 giorni a partire da stamattina per «la mancanza dei requisiti minimi di sicurezza» e dopo che Mittal «si è rifiutata di ricorrere agli ammortizzatori sociali pur potendo». Paradossalmente, la Cig nei due stabilimenti del Nord scatterà per «crisi di mercato» da fine marzo. Sono le 13 settimane che l' azienda chiede per 260 lavoratori (130 a Cornigliano e altrettanti a Novi). A Genova il comitato di vigilanza dell' Accordo di programma - sindacati e istituzioni locali - ha chiesto il ritiro del provvedimento, ma ieri Mittal con una lettera ha comunicato che procederà ugualmente dal 29 marzo.