Estratto dell’articolo di Alessandro Longo per “la Repubblica”
cavi fibra ottica
[…] Come va la copertura dell’Italia con Internet super veloce, tramite fondi pubblici? Non tanto bene, purtroppo. Lo dicono gli esperti, lo riconosce il governo, incolpando quello precedente e gli operatori. E adesso lo certificano i numeri. […]. A rischio ci sono anche 1,8 miliardi di euro di fondi europei. Li possiamo perdere se non completiamo il piano di copertura.
Due sono i piani banda ultra larga dell’Italia, su rete fissa, al momento. E sono entrambi in ritardo. Il primo riguarda le aree bianche ( a totale fallimento di mercato). Partito nel 2016 (governo Renzi) doveva portare internet veloce a tutti gli italiani non ancora coperti entro il 2020. […] il bilancio 2023: questo piano è a quota 54% di avanzamento. Il governo – si legge – finora ha chiesto 54 milioni di euro di penali all’operatore che ha vinto il bando di copertura, Open Fiber.
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Il secondo piano è del 2021 e ha fatto partire i lavori nel 2022: Italia 1 Gigabit, con i fondi del Pnrr, quindi vincolati alle scadenze europee. È più ambizioso del primo piano e mira a portare a tutti gli italiani una rete Internet non solo veloce ma “a prova di futuro”, con velocità di almeno 1 Gigabit. […] Il sito Connetti Italia, del governo, riferisce lo stato del piano con gli ultimi dati disponibili: a novembre era arrivato a coprire appena il 3,46% degli indirizzi civici previsti.
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Ne è stato messo in lavorazione il 15,32%. Sugli indirizzi civici è emersa però una querelle. Circa la metà di quelli previsti nel piano sono risultati inesistenti, per storici problemi dei nostri database della toponomastica italiana. I civici da coprire saranno quindi circa la metà del previsto ma il territorio da raggiungere con i cavi fibra ottica sarà lo stesso, con case più rarefatte. Per questo imprevisto, potrebbe essere necessario dover posare più fibra: è quanto ha denunciato Open Fiber (uno dei vincitori del bando 1 Gigabit; l’altro è Tim).
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L’operatore prevede che servirà così almeno un altro anno in più sul previsto (giugno 2026). «Il Piano Italia 1 Giga è stato caratterizzato sin dai suoi inizi da ritardi rispetto agli obiettivi», rimarca Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti , società di consulenza. «Un’ulteriore revisione degli obiettivi da concordare con l’Ue - aggiunge - appare al momento difficile perché i termini andrebbero oltre la scadenza dei fondi previsti dal Pnrr, lasciando come unica possibilità uno sforzo congiunto delle parti coinvolte nell’attuazione del Piano».
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I problemi sono così seri che «serve probabilmente un reset dell’intero piano», secondo Cristoforo Morandini, analista preso Ptsclas. Senza sottovalutare un altro tema: nelle zone raggiunte dal piano ci sono state troppi pochi abbonamenti per una «progressiva tendenza degli utenti a sostituire la connessione fissa con quella mobile e risparmiare sul canone mensile», spiega Tavazzi. In audizione alla Camera a fine 2023 il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti (Fdi) aveva accusato i governi precedenti: «I ritardi accumulati rispetto alle scadenze Pnrr sono una diretta conseguenza delle decisioni prese dal governo che ci ha preceduti».
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