Estratto dell'articolo di Emanuela Audisio per la Repubblica
jacobs
Le Revenant. Stavolta forse non serve il commissario Maigret per risolvere il giallo Jacobs. E dei suoi 100 metri scomparsi. Marcell ricompare a Parigi per la quarta tappa della Diamond League e per la sua prima gara all’aperto dopo 10 mesi (salvo imprevisti notturni). L’ultima volta fu agli Europei di Monaco il 16 agosto 2022, vinse l’oro in 9”95. Il mondo nel frattempo si è messo a correre: sotto i 10 secondi netti, con vento legale, sono andati in 20.
Quel 9”95 oggi vale la 12ª posizione. Jacobs avrà contro il capolista, il keniano Ferdinand Omanyala (9”84 a Nairobi) e il razzo americano, Noah Lyles, dominatore dei 200 (19”67), che ad aprile ha corso i 100 in 9”95 e che ai Giochi l’anno prossimo sarà presente anche nei 100. «Se voglio battere il record di Bolt sui 200 devo migliorare la mia prima parte di gara». L’altro americano, Fred Kerley, 9”88 a Yokohama, che dà sempre del fifone a Jacobs, non c’è. Saranno cento metri impegnativi allo stadio Charlety dove lo statunitense Tim Montgomery nel settembre del 2002 stabilì con 9”78 il record mondiale poi cancellato perché si era messo a drogarsi, a spacciare e a firmare assegni falsi.
marcell jacobs
Marcell si è presentato a Parigi avvolto da molta segretezza, non proprio scioltissimo, con tuta e maglietta nera, ha parlato (in italiano) alla conferenza stampa. «Sono contento di essere qui nella città olimpica dove l’anno prossimo spero di riconfermarmi campione. È la mia prima gara, che in realtà avrebbe dovuto essere la terza, ma ci siamo detti che le problematiche delle stagioni scorse non dovevano ripetersi e che prima di tutto ci dovesse essere continuità a livello fisico.
La cosa più importante è stare bene: volevo esser sicuro di gareggiare senza rischiare nulla e senza dover interrompere la stagione».
Gli hanno chiesto: cosa ti aspetti?
marcell jacobs
«Non ho nessun tempo in mente, ma ho un buon feeling, scenderò in pista per divertirmi. Quando vedevo gli altri gareggiare, sapevo che una corsia era la mia, non è stato semplice, ma questo mi ha portato a essere sempre più forte, mi ha dato tanta energia e ancora più voglia di dedicarmi a quello che faccio. Tutti i miei avversari hanno già corso, io sono l’unico esordiente dell’anno, sarà uno stimolo. Questo è il primo step vero verso la meta più importante che sono i Mondiali di agosto a Budapest, unico medaglia che non ho vinto». Figurarsi se mancava la domanda: ma non è che scappi troppo dal confronto con i tuoi avversari? «Non mi alleno per non gareggiare o perché non ho niente da fare. Faccio tutto per un motivo ben preciso.
La mia idea era fare le prime tre gare, Rabat, Firenze, Parigi, poi lo sport ti porta a prendere decisioni difficili e per me non è stato facile rinunciare alle prime due. Come quando sei in macchina, è inutile guardare lo specchietto retrovisore, bisogna guardare il parabrezza per vedere cosa c’è davanti».
Bene, allora proiettiamoci verso il futuro: ma dove e quando? Che altre gare avete in programma, così tanto per avere un’idea? Paolo Camossi, coach di Jacobs: «Non ve lo dico, altrimenti lo scrivete».
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MARCELL JACOBS PUMA marcell jacobs battuto nei 60 metri indoor a lievin jacobs marcell jacobs