Jena per la Stampa
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Se la Carfagna entra nel partito di Renzi, cosa fa la Boschi si suicida?
RENZI CERCA MARA PER I "RESPONSABILI", MA MEB NON VUOLE
Wanda Marra per Il Fatto Quotidiano
"Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il governo di sinistra, ma di avere altre ambizioni, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione".
Sul palco de Linkiesta Festival Mara Carfagna lancia una provocazione. E il leader di Italia Viva risponde: "Porte aperte a chi vorrà venire non da ospite, ma da dirigente. Vale per Mara Carfagna e per gli altri dirigenti del suo partito, ma noi non tiriamo la giacchetta". La chiamata a Forza Italia è stato il leitmotive della Leopolda. Fino ad ora, non con grandi risultati. Ma Matteo non demorde. E dopo mesi e mesi di corteggiamento e di inseguimento da parte dell' ex premier a Mara e alle sue truppe, l' interessata rovescia la questione: non è lei che si deve renzizzare, ma lui che si deve carfagnizzare, per dirla in battuta.
"Io gliel' ho chiesto anche due giorni fa a Mara di venire con noi.
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Per ora non la convinco", confessa Matteo agli amici. Perché oltre alle valutazioni politiche degli azzurri critici - per la serie: conviene andare in Italia Viva? E se sì, quando e come farlo per contare di più? In caso di voto anticipato, Renzi può garantire un seggio? E ha senso fare da stampella a questo governo o a uno simile? - ci sono pure le questioni personali.
In questo caso, una guerra tra donne: quando la Boschi è diventata capogruppo alla Camera, il commento di Mara è stato: "Perché dovrei andare in un partito in cui potere e visibilità sono tutti per un' altra?" Dal canto suo Maria Elena non è affatto entusiasta all' idea di accogliere Mara, una che può decisamente farle ombra.
Invece, venerdì a invitare a cena la Carfagna è stato Silvio Berlusconi. Una mozione degli affetti per convincerla a non andare da nessuna parte, né con Giovanni Toti, come sembrava quasi deciso, né con l' ex Rottamatore.
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"Chi va con Renzi, sceglie la coalizione perdente", ha ribadito ieri. Al netto delle aspirazioni di "Matteo", quello che sta accadendo è che ci sono una serie di truppe in movimento. Che soppesano vari e diversi progetti. In Senato, i forzisti critici col sovranismo, che pensano che non si possa morire salviniani (ma neanche renziani senza una convenienza precisa) sono Schifani, Cangini, Mallegni, Causin, Dal Mas, Sandra Lonardo, Barbara Masini, Causin, Raffaele Fantetti. Alla Camera, tra gli altri, Renata Polverini, Alessandro Cattaneo, Matteo Perego.
Numeri in movimento, oscillazioni personali continue. C' è chi pensa addirittura a un nuovo partito, chi ha accarezzato l' idea di lavorare con calma, per entrare in Italia Viva in corso di legislatura. Ma davanti all' ipotesi di elezioni anticipate, può succedere di tutto.
La "suggestione" della Carfagna a Renzi vola alto: "Fai cadere il governo, rinuncia ai ministri, presentati alle elezioni da solo, dimostra di avere i voti e poi vediamo", è il sottotesto. Renzi dal canto suo spera che i suoi uomini di collegamento, Pier Ferdinando Casini in Senato e Gianfranco Rotondi alla Camera, portino gli azzurri critici a fare da stampella alla legislatura, magari andando a rinforzare le file del suo partito.
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Appoggiando o lo stesso Conte, o meglio un premier del Pd, tipo Dario Franceschini, convinto che se Nicola Zingaretti volesse andare alla rottura, il Pd di spaccherebbe. Ma il punto centrale è che l' ex premier non può permettersi di andare alle elezioni.
Il che lo porta - come d' altra parte è sua consuetudine - a intestarsi operazioni spregiudicate. "Salvini ha fatto bene ad andare a trovare Liliana Segre (anche se non è chiarissimo se l' incontro c' è stato, ndr) e a dire che l' euro è irreversibile. Da cittadino penso che sia merito di quello che noi stiamo facendo. Stiamo producendo un cambiamento di linguaggio e toni. Salvini ha capito che non si va a votare. Comincia a cambiare posizionamento", ha detto ieri mattina. Una frase dietro la quale si nascondono i sogni e i progetti di alcuni dei suoi. "Se Salvini fa qualcosa di buono, noi gliene diamo atto", spiega uno dei vicinissimi.
E non è un mistero che i due Mattei mantengano un ottimo rapporto in privato fin dall' inizio della legislatura. Fino a dove può portare questa cosa? Al sostegno a un governo Salvini da parte dei renziani? "Se ci fosse una specie di governo tecnico su 10 punti, noi ci staremmo. Per evitare di far salire lo spread e impoverire ulteriormente gli italiani. In quel caso, non saremmo noi i responsabili, ma gli altri a essere irresponsabili".
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