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    OCIO! JERRY CALA'..SHNIKOV: “SONO INCAZZATO, IL MONDO DELLA NOTTE NON SE LO STA FILANDO NESSUNO: TRA DISCOTECHE E CLUB LAVORANO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE. IN AMERICA DOPO UNA SETTIMANA HANNO RICEVUTO I SOLDI SUL CONTO. QUI PRETENDONO CHE LA GENTE SIA BUONA E ZITTA ANCHE SE NON HA QUATTRINI PER MANGIARE. CONTE? HA UNA VOCE SOPORIFERA, NON È COLPA SUA, MA NON È AVVINCENTE”


     
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    Alessandra Menzani per “Libero quotidiano”

     

    JERRY CALA JERRY CALA

    Anche in quarantena una qualche libidine c' è? O è tutto calma piatta?

    «Io che sono già nottambulo, quando vanno tutti a letto, mi piazzo sulle piattaforme digitali e mi sparo intere serie».

     

    Jerry Calà non si piange addosso. Pure in lockdown, che sta passando con moglie e figlio, cerca di regalare una risata. Anche due. È stato diligente?

    «Sono stato previdente, mi ero già messo il primo marzo in clausura, l' ultima sera che sono uscito è stata quella del 28 febbraio. Ho fatto spettacoli fino al 21 febbraio: in mezzo alla gente, vengono a chiederti autografo, ti abbracciano, ero un po' preoccupato. Ma ormai sono passati due mesi e sto benissimo. La mia famiglia mi ha rispettato, anche mio figlio di 17 anni non è più uscito, nemmeno mia moglie».

     

    Da oggi cosa cambia secondo lei?

    umberto smaila silvio berlusconi jerry cala' umberto smaila silvio berlusconi jerry cala'

    «Il pericolo è che molti interpretino male, come un "liberi tutti e via". O che qualcuno, anche mosso da problemi economici gravi e di indigenza, possa avere reazioni diverse da quelle indicate».

     

    Il mondo dello spettacolo è in difficoltà come tanti altri. Lei cosa può dire?

    «Io mi ritengo fortunato e non ho problemi. Parlando con amici americani, loro sono tranquilli perché dopo una settimana hanno ricevuto i soldi sul conto. Qui pretendono che la gente sia buona e zitta anche se non ha quattrini per mangiare. Ho paura che scoppi un bubbone se non trovano la maniera di aiutare tanta gente».

     

    Conosce situazioni drammatiche nel suo settore?

    «Il mondo della ristorazione è colpito. Quello della notte non se lo sta filando nessuno: discoteche, club, centinaia di migliaia di persone lavorano, tanta gente a prestazione: musicisti e pianisti di piano bar».

     

    Nella sua famiglia ha avuto qualche lutto?

    jerry calà marina suma jerry calà marina suma

    «Nella famiglia di mia moglie, zio e cugino non ce l' hanno fatta. All' inizio vivevo la situazione un po' depressivamente, lasciavo passare le giornate ciondolando e guardando film e serie. Mi aveva preso così. Ero in un momento al massimo della progettazione.

     

    Poi, attraverso i social, mi sono ringalluzzito, quasi ogni giorno faccio dirette Instagram e Facebook, vado a sorpresa a casa della gente per sapere come vivono il momento. Mi permette di conoscere realtà diverse. Mi collego con amici, Smaila, Mara Venier, Elisa Isoardi, Giovanni Vernia. Qualche risata ma affrontiamo anche i problemi».

     

    E le dirette di Giuseppe Conte le guarda?

    «Le puntate del decreto? Ha una voce soporifera, allora meglio guardare i riassunti dei tg. Non è colpa sua, ma non è avvincente».

     

    La fa arrabbiare?

    umberto smaila con jerry cala' umberto smaila con jerry cala'

    «Non penso siano tutte sue le responsabilità, non mi intendo tanto di politica. Nessuno è contento, personalmente sono incazzato perché mi manca il mio lavoro. Ho un' orchestra ferma. L' agenzia che mi procura gli spettacoli pure. Io faccio più di cento serate all' anno, do lavoro a una ventina di persone, e non sono Vasco Rossi con cui magari lavorano cento persone. Per non parlare della situazione dei teatri».

     

    Per i suoi 50 anni di carriera è previsto un maxi concerto all' Arena di Verona. Cosa ne sarà?

    «Lo voglio fare, spero nel miracolo, sono positivo che questo virus con l' estate vada anche lui in vacanza. La serata è programmata il 10 settembre, prodotta dalla Fondazione Arena e Rtl 102.5 , ancora non è stata cancellata, magari con dovute precauzioni si potrà fae. Si chiama 50 anni di Libidine - Jerry Cala e Friends, con amici e artisti fatto parte mia vita e carriera. Cerco di essere positivo, nel senso buono».

     

    Guardando indietro nel tempo, qual è stato il momento più bello?

    «Quando ho visto il mio nome, da solo, sopra il titolo di un film. "Gerry Calà in Vado a vivere da solo". Finalmente ero arrivato ad essere io solo dopo un periodo passato con il gruppo che mi ha dato tantissimo. Bella soddisfazione.

    mara venier jerry cala alfio bonanno giampiero galeazzi e la moglie laura foto di bacco mara venier jerry cala alfio bonanno giampiero galeazzi e la moglie laura foto di bacco

    Rividi me stesso da bambino quando mio padre mi portava a vedere al cinema Corso di Verona i film con Ciccio Ingrassia. Ho pensato: ce l' ho fatta».

     

    Il momento più brutto, invece?

    «Proprio quando ho lasciato il gruppo per avviarmi alla carriera da solista, lasciare quegli amici che continuano ad essere anche oggi un punto di riferimento, tanto è vero che come per andare a colmare un senso di colpa che mi sono portato per tanti anni, due anni fa ho girato un film con loro, Odissea nell' ospizio, che abbiamo presentato con un grande successo a Milano, distribuito su Chili Tv.

     

    È stato doloroso perché sapevo che li avrei messi in difficoltà. In quell' atroce distacco mi ha accompagnato Bud Spencer. Stavo girando un film con lui ma contemporaneamente, di nascosto, andavo a fare serate. Alle 4 di mattina me lo sono trovato con braccia conserte e sguardo minaccioso: "Non puoi andare avanti così". Stavamo girando Bomber, mi ha dato un sacco di coraggio e lo ricordo sempre, Carlo Pedersoli».

     

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    Mara Venier, sua ex, racconta che era un mattacchione. Conferma?

    «Sì è vero, sono stato birichino. Ci siamo messi insieme che ero nel momento più alto del mio successo, ero ricercato e corteggiato. Lei aveva ragione a stare attenta. È un gioco che facciamo volentieri perché sappiamo che il pubblico si diverte. Anche domenica scorsa, in tv, lei ho cantato "Gente come noi che non sta più insieme ma che ancora si vuol bene". Una raccomandazione a tutte quelle coppie che si lasciamo male e si odiano. Anche se l' amore di coppia finisce si può restare amici».

     

    Per dirla alla Conte, siete affetti stabili.

    jerry cala jerry cala

    «Esatto. Con gli amici diciamo: uno deve mostrare una foto per capire che è un amore stabile? O il fidanzato che mostra l' anello?».

     

    Ha voglia di tornare al cinema?

    «Certo. In questo periodo ho ricevuto una bella proposta cinematografica come attore, sto lavorando a distanza sia con sceneggiatori e produttori. Una bella idea per un film da ridere, che dopo questo periodo ci vuole proprio. Sono gasato. Spero che tra ottobre novembre ci sia apertura definitiva. Oppure facciamo un film con le mascherine».

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