Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per "la Stampa"
a venezia joaquin phoenix sul red carpet di joker: folie a deux 1
«Tutti noi abbiamo un'immagine pubblica e una privata. Ognuno deve vedersela con questa realtà e quindi ognuno può identificarsi in un lato del mio personaggio». Joaquin Phoenix è tornato, Joker è tornato, ma, in linea con i tempi che corrono, non è più il simbolo di una ribellione oscura e violenta, piuttosto ne è una vittima, ferita a morte dall'illusione amorosa, la più incurabile delle malattie. […]
Pensa che l'ultimo Joker rifletta la fase storica che viviamo?
«Si, certo, ogni personaggio è frutto della cultura espressa dalla società, la cultura di quel determinato momento, tutti i film sono legati al tempo che stiamo vivendo, anche se non lo affermano in modo chiaro o pregiudiziale. E poi vale sempre l'interpretazione che ognuno di noi vuole dare al racconto».
joker folie a deux
[…] È una star amata e premiatissima. Come ha raggiunto questo traguardo?
«C'è stato un tempo, nella mia carriera, in cui volevo fare quello che facevano gli altri attori.
Ma c'era anche un'altra parte di me che rifiutava quest'aspirazione. Se ho avuto successo è perché sono stato attento ad ascoltare la mia voce. In un certo periodo ho inseguito percorsi più tradizionali o popolari ed è successo che non mi abbiano dato quei ruoli e che io ci sia stato male. Però oggi, se mi guardo indietro, dico meno male, penso che essere stato rifiutato sia stata una gran fortuna e ne sono felice».
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In che senso?
«Quei rifiuti mi hanno costretto a cercare la mia strada. Anche se tutti iniziamo con il desiderio di emulare i nostri eroi, sono convinto che la cosa più importante sia invece restare fedeli a se stessi, fare qualcosa che abbia un senso per noi, che ci provochi emozioni significative. È questa la consapevolezza che mi ha guidato fin qui».
In Joker: Folie a deux (da oggi nei cinema con Warner) recita al fianco del mito Lady Gaga. Come è andata? […] Quanto è stato difficile cantare con una superstar della musica?
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«Credo che, in questo caso, cantare sia stato più difficile per lei che per me. Gaga è una vera star, cantare è il suo mestiere, è naturale che l'istinto la portasse ad essere al massimo della propria bravura. Stavolta, però, le veniva chiesta una cosa diversa, non essere la più brava, ma essere il più possibile fedele al suo personaggio. Per me era tutto diverso. Cantare non fa parte della mia vita, non faccio nemmeno il karaoke, ho cantato in Quando l'amore brucia l'anima/Walk the line, una ventina d'anni fa, ma cantare Johnny Cash è un po' come parlare. Ho cercato una voce in cui il mio personaggio potesse trovarsi a suo agio, una voce che rendesse lo stato mentale di Arthur, il suo sentirsi fuori da se stesso».
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