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    JOBS AZZ! (ALLA FRANCESE) - RIVOLTA CONTRO LA RIFORMA DEL LAVORO DI VALLS, SCONTRI E FERITI - OCCUPATE LE RAFFINERIE, INTERVIENE LA POLIZIA - POMPE DI BENZINA A SECCO MA IL PREMIER NON CEDE


     
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    Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

     

    I distributori di benzina sono a secco, ma il premier Manuel Valls non vuole e non può cedere. Dopo la marcia indietro sulla revoca della nazionalità, e dopo avere già ammorbidito la riforma El Khomri, il ritiro completo della legge sul mercato del lavoro preteso dai manifestanti sarebbe l' ammissione di un fallimento totale, la prova che l' esecutivo non è più in grado di governare la Francia.
     

    Così ieri mattina alle 4h15 gli agenti anti-sommossa sono intervenuti per togliere il blocco alla raffineria e al deposito petrolifero di Fos-sur-Mer, poco lontano da Marsiglia, scontrandosi con oltre 200 militanti del sindacato CGT che hanno dato fuoco alle gomme e lanciato sassi contro i poliziotti. Una scena ormai non infrequente in molte piazze della Francia, da Parigi a Nantes, dove il movimento contro la riforma del lavoro - giudicata neo-liberale e schiacciata sulle pretese degli industriali - si fa ogni giorno più duro.
     

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    Nelle ultime settimana la Francia dello stato di emergenza contro il terrorismo ha visto centinaia di «casseur» (i black bloc) spaccare vetrine e attaccare le forze dell' ordine, dare fuoco a un' auto della polizia con un agente ancora dentro (è accaduto a Parigi) o a una Porsche simbolo del capitalismo (a Nantes). A loro volta, i manifestanti hanno documentato con il telefonino atti di rara violenza dei poliziotti contro i manifestanti, denunciando metodi repressivi sproporzionati.
     

    Oggi il movimento spontaneo della Nuit Debout, l' occupazione pacifica di place de la République a Parigi contro la riforma del lavoro, si salda ormai con la mobilitazione dei sindacati, e il nuovo fronte della protesta è quello dell' approvvigionamento della benzina.

     

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    Tutto il ciclo è bloccato. A cominciare dai tre porti in sciopero di Le Havre, Saint Nazaire e Marsiglia, dove arrivano le navi con il greggio. Il petrolio passa poi alle 8 raffinerie del Paese, nelle quali la CGT ha dichiarato il blocco: erano solo 6 fino a questa mattina, l' azione di forza di Valls ha convinto le ultime due a unirsi alla lotta.

     

     

    Le proteste poi coinvolgono i depositi di carburante che alimentano le 12 mila stazioni di servizio distribuite in tutta la Francia. In questi depositi ci sono riserve industriali e strategiche per quattro mesi di consumo, solo lo Stato può decidere di attingere e potrebbe farlo se i blocchi continueranno. Infine, ultima tappa, le autocisterne che portano la benzina nei distributori: ferme pure quelle dallo scorso weekend.
     

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    I prossimi giorni si annunciano davvero non facili, perché è prevista una nuova manifestazione nazionale (domani), e scioperi dei treni, dei mezzi pubblici a Parigi e degli aeroporti anche dopo l' inizio degli europei di calcio, fissato per il 10 giugno. La CGT minaccia di fermare anche le centrali nucleari. Valls assicura: «Non torneremo indietro».

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