schlein conte
Francesca Schianchi per la Stampa - Estratti
L'equilibrio è precario: è chiaro a tutti che basta una parola di troppo per aprire una voragine nel partito.
Lo sa la segretaria Elly Schlein, che il referendum proposto dalla Cgil per smontare il Jobs Act rischia di accendere gli animi degli ex renziani rimasti nel Pd. E lo loro sanno, i riformisti che patiscono una guida sbilanciata a sinistra su molti temi.
Dall'esterno, lo sa anche il leader del Movimento cinque stelle Giuseppe Conte, l'alleato-avversario che non a caso ha sfruttato le telecamere della commemorazione di Portella della Ginestra del Primo maggio per mettere l'autografo sotto i quattro quesiti, proprio là dove era anche la leader dem: come dire, io firmo, sto a sinistra con la Cgil, e tu che fai?
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Schlein per ora se l'è cavata così: ricordando che lei è sempre stata contraria al Jobs Act – fu una delle ragioni che la spinsero ad abbandonare il Pd di Matteo Renzi –, che le iniziative del sindacato vanno sempre guardate con rispetto, e che molti lo sosterranno. Fino a qui, nulla da eccepire. Il punto però è che il superamento della riforma del lavoro bandiera del periodo renziano era nel programma con cui ha vinto le primarie: sarebbe coerente con la sua storia e le sue idee che la segretaria firmasse.
schlein delrio
Cosa che non è esclusa, considerato anche l'ottimo rapporto con il segretario della Cgil Maurizio Landini, con cui si è appartata a parlare mercoledì in aeroporto a Fiumicino (lei diretta in Sicilia, lui a Monfalcone), e ancora in serata, al concertone al Circo Massimo. Una consegna però che, vista come un impegno del Pd, potrebbe davvero aprire un terremoto nel partito.
Il primo ad accorgersene è stato un paio di mesi fa Graziano Delrio, ai tempi del Jobs Act prima sottosegretario alla presidenza del Consiglio e poi ministro dei Trasporti: «Ma noi che posizione prendiamo sul referendum della Cgil? Perché guardate che questo rischia di essere un problema politico vero», si è rivolto ad alcuni dirigenti del nuovo corso. Altro che nome nel simbolo: sul lavoro sì che la tensione rischia di essere altissima.
conte landini schlein
«Sia chiaro che io non sento di dover fare nessuna abiura – il messaggio che l'ex capogruppo ha recapitato alla segretaria – penso di aver sempre agito per dare più opportunità e lavoro più stabile».
Come lui Marianna Madia, oggi deputata ma in quegli anni prima responsabile Lavoro del partito e poi ministra della Pubblica amministrazione del governo Renzi: un mese fa ha scritto un articolo per l'Huffington post dal significativo titolo «L'idea aliena di Landini: abolire il Jobs Act», un'appassionata difesa del lavoro fatto dieci anni fa e un appello a Schlein a «sfidare la destra con proposte nuove e coraggiose» e non con «un referendum sul passato»
ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - MEME BY EDOARDO BARALDI
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