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    IMPALLI-NATO - IL CAPO DELLE FORZE IN AFGHANISTAN JOHN ALLEN RINUNCIA A GUIDARE LA NATO - LA MOTIVAZIONE UFFICIALE E’ LA MALATTIA DELLA MOGLIE, IN REALTA’ E’ RIMASTO COINVOLTO NEL SEXGATE CHE HA PORTATO ALLE DIMISSIONI DI PETRAEUS – SCELTO DA OBAMA, EVITERA’ DOMANDE IMBARAZZANTI DURANTE LE AUDIZIONI NECESSARIE ALLA CONFERMA…


     
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    Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

    JOHN ALLENJOHN ALLEN

    Il generale John Allen, capo delle forze in Afghanistan e designato quale futuro comandante della Nato, ha deciso di rinunciare all'incarico. Decisione sofferta ma attesa, dove vicende familiari e private hanno interrotto la carriera di un ufficiale prestigioso. Allen ha annunciato che intende passare più tempo al fianco della moglie malata. Considerazioni fondate e comprensibili, anche se dietro l'arretramento del generale c'è dell'altro.

    PETRAEUS E JILL KHAWAM KELLEYPETRAEUS E JILL KHAWAM KELLEY

    Allen, marine di 59 anni, è stato trascinato dentro lo scandalo che ha portato alle dimissioni del direttore della Cia, David Petraeus, impallinato per la sua love story con l'assistente Paula Broadwell. Durante le indagini è emersa una fitta corrispondenza tra Allen e Jill Kelley, lady rampante spesso a contatto con gli alti ufficiali della base di Tampa, in Florida.

    All'inizio si era parlato di decine di migliaia di messaggi, molti a contenuto scabroso. E si era persino adombrata una relazione extraconiugale tra Allen e la Kelley, complici feste e ricevimenti. In realtà si è scoperto che le email erano molte di meno e non c'era nulla di inappropriato.

    Una verità accertata dall'inchiesta svolta dal Pentagono. Ormai, però, il danno all'immagine del generale era stato fatto. E Allen, tirandosi indietro, ha voluto sottrarsi a domande comunque imbarazzanti durante le audizioni necessarie alla sua conferma. Due settimane fa il generale ha fatto sapere al segretario alla Difesa Panetta che avrebbe lasciato.

    jill kelleyjill kelley

    Allen era stato scelto dal presidente Obama, con il quale aveva creato un buon rapporto, per guidare una fase delicata durante il secondo mandato. C'è in programma il complicato ritiro dall'Afghanistan mentre continua la fase di instabilità in diverse aree critiche per l'Alleanza atlantica. Dal Nord Africa alla crisi siriana dove, prima o poi, la Nato dovrà decidere come agire. Senza dimenticare la sfida cinese e il confronto con i russi.

     

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