Giuliano Ferrara per il Foglio - Estratti
JORIT - VLADIMIR PUTIN
Viviamo nel mondo di Jorit, e non è che sia un mondo bellissimo. Mentre lo street artist di noialtri si prosternava a un italianizzante Putin, “com’è umano lei” (Fantozzi a Mosca di purissimo conio), qui si facevano i conti con l’operazione speciale di routine che per poco non ha fatto fuori due premier europei a Odessa, due al prezzo di uno, e Medvedev beffardo diceva che è stato un caso ma non sarebbe stato poi così male se si fosse incassato il risultato;
il ministro degli Esteri cinese spiegava con eleganza epistemologica il “nuovo paradigma” lunare di un’alleanza che punta al nucleare stratosferico, per non parlare di Taiwan; arrivavano i primi morti per acqua nella rotta commerciale del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, morti di marca houthi, alleato di Hamas dell’Iran di Mosca e di Pechino;
giuliano ferrara anselma dell olio foto di bacco
si celebravano con il Super Tuesday i fasti del nemico assoluto della Nato, che si augura il peggio per gli alleati e partner europei degli Stati Uniti; continuavano imperterriti il blocco degli aiuti all’Ucraina, che deve trangugiare il piombo neoimperiale e lo spostamento virtuale e effettuale dei confini usciti dalla vittoria dell’occidente libero nella Guerra fredda, e il progetto di impantanare Israele a Gaza nella plaga dell’umanitarismo, e dalle nostre parti si discute di elezioni europee, di quanto è gaffeur Macron, di Sardegna e di Abruzzo.
Il mondo di Jorit è questo, e fa una discreta paura. Che cosa sia realmente accaduto lo sapremo probabilmente a cose fatte, se continua così.
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jorit ornella muti
Mai però avevamo dovuto confrontarci con un fascio di fanatismi, di deliri ideologici e religiosi, di dogmi che suonano campana a morto per le nostre certezze, di riscritture così totali della storia e di blindati ammassati ai nostri confini. Per quanto limitata, quella dell’Ungheria del 1956 e quella della Praga del 1968 era una sovranità, faceva parte di un accordo di guerra e di pace stipulato a Yalta.
Ora è il momento dello squilibrio, e nello squilibrio si vede che il mondo cosiddetto libero sa reagire, sa battersi, cerca una strada per confermare la sua identità, ma up to a point, fino a un certo punto.
jorit il murale di jorit a mariupol. il murale di jorit a mariupol. jorit fantozzi