Josep Borrell e Ursula von der Leyen
«Torno con una lista di armi di cui gli ucraini hanno bisogno. E noi la seguiremo». Ma «come Unione Europea non abbiamo armi. Dobbiamo bussare alla porta degli Stati membri e dire cosa serve». Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza - mai come in questo momento è rilevante anche la seconda parte del suo titolo - parla sul treno di ritorno da Kiev dove ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
A un gruppo ristretto di media europei, tra cui il Corriere della Sera, che lo hanno seguito durante la missione, fa un bilancio della visita. Venerdì in conferenza stampa aveva detto che all'Ucraina servono «armi, armi, armi» per «combattere, resistere e vincere» la guerra contro la Russia.
Josep Borrell
Quali sono le sue impressioni?
«Dobbiamo riflettere su quello che abbiamo visto. Gli ucraini stanno resistendo alla Russia, che non è riuscita a entrare a Kiev. È un grande fallimento per Mosca, che ora sta concentrando tutta la sua capacità militare sul Donbass, dove probabilmente vogliono avere una vittoria per il 9 maggio a fini di propaganda. La grande battaglia nei prossimi giorni sarà lì, le persone andranno evacuate ma da quello che vediamo i russi non vogliono che i civili se ne vadano. L'attacco indiscriminato sulla stazione ferroviaria di Kramatorsk ne è un'orrenda prova. Purtroppo temo che continueranno a bombardare i convogli in fuga».
Josep Borrell e Volodymyr Zelensky
Perché Mosca sta continuando a bombardare i civili?
«Non posso parlare per Mosca. Però la Russia sembra voler abbattere il morale degli ucraini, distruggere la loro capacità di combattere e continueranno a bombardare finché non ci sarà una vera battaglia. Il presidente Zelensky è consapevole che la vera battaglia sarà in Donbass. E anche per questo dobbiamo accelerare la consegna delle nostre armi».
Sarà possibile farlo in pochi giorni?
«Non è così semplice consegnare le armi e poi bisogna anche addestrare gli ucraini a usarle. Ma è chiaro che è una questione di tempo. Le armi sono fondamentali. Le sanzioni sono importanti, ma le sanzioni non determineranno il risultato della battaglia del Donbass: è chiaro che la guerra si deciderà nel Donbass ed è una questione di capacità militare nel breve termine. Non solo di sanzioni sul gas. Questo determinerà anche i negoziati di pace».
BATTAGLIA IN DONBASS
Pensa che l'Ucraina sia disposta a cedere il Donbass alla Russia?
«Non credo, no. Certamente no. Sono pronti a combattere, il problema è avere le armi. Tutti mi chiedono: quando smetterete con il gas? Beh, per bloccare la guerra, questa non è l'unica chiave. Perché anche se gli europei smettessero di comprare il gas domani, la Russia continuerebbe a combattere. Probabilmente hanno abbastanza riserve di denaro per pagare la guerra ancora per qualche tempo. La domanda chiave è quali sono i risultati in termini di armi, quando e come e cosa avete intenzione di consegnare? È per questo che abbiamo deciso di mettere a disposizione altri 500 milioni di euro per gli armamenti».
GIURAMENTO DEI MEMBRI DEL BATTAGLIONE DI AUTO-DIFESA DEL DONBASS
Come si sta muovendo la Ue con la fornitura delle armi?
«Dobbiamo, gli Stati membri e l'Ue, fornire all'Ucraina quello di cui ha bisogno. La guerra in Donbass è una guerra di posizione».
Cosa farà della lista che vi hanno presentato gli ucraini?
«Convocherò il Comitato militare della Ue oggi o domani (ieri o oggi, ndr) per le forniture. All'inizio gli Stati membri andavano in ordine sparso, ora abbiamo creato un'unità con anche ufficiali ucraini e personale del Servizio esterno per far coincidere la domanda con la capacità di fornitura. Servono o armi di fabbricazione sovietica o facilì da usare».
I soldati ucraini potranno essere addestrati nella Ue visto che gli Stati membri non possono inviare i propri militari in territorio ucraino?
«Non preoccupatevi, sarà fatto in un modo o nell'altro».
beni di prima necessita distribuiti nel donbass 5
Ci sarà un inasprimento delle sanzioni? Quando toccherete il petrolio russo?
«Lunedì al consiglio Affari esteri la questione dell'embargo sul petrolio sarà sicuramente discussa. Non succederà subito, dobbiamo discuterne. Potrebbe essere uno stop progressivo come accaduto con l'Iran e ci potrebbe essere la creazione di un conto bloccato dove far convogliare i pagamenti ma non credo che con la Russia funzionerebbe. Si potrebbe anche mettere una tassa sui prodotti petroliferi. Intanto tutti gli Stati membri hanno già deciso di ridurre in modo volontario la loro dipendenza dalla Russia».