Gianluca Oddenino per “la Stampa”
cristiano ronaldo
Più che un grido di battaglia, è un richiamo all' ordine. Duro, perentorio e significativo. «Siamo la Juventus e dobbiamo dare di più per giocare meglio e vincere in maniera convincente», urla Cristiano Ronaldo dopo la clamorosa debacle casalinga nell' ultima sfida del 2020. Quel 3-0 inflitto dalla Fiorentina brucia sulla pelle dei bianconeri, che solo un' altra volta in 242 partite complessive allo Stadium avevano perso con un risultato così netto: era la famosa notte della rovesciata di CR7 con la maglia del Real, 3 aprile 2018, ma ora i sentimenti del portoghese sono opposti.
«Una prestazione scadente e un risultato inaccettabile», aggiunge l' attaccante via social network, con toni da capitano che raramente aveva sfoderato in modo così netto in questi due anni e mezzo.
cristiano ronaldo e andrea agnelli
Evidentemente Ronaldo ha sentito la necessità di farsi sentire prima della sosta («Spero che ci aiuti a tornare più forti e uniti che mai: credete in noi»), perché la situazione nella Juve è tanto delicata quanto potenzialmente esplosiva per colpa di questo ottovolante emotivo che rischia di costare il decimo scudetto consecutivo. I campioni d' Italia sembravano aver svoltato dopo il derby vinto al 94' e l' impresa a Barcellona: ne era convinto anche Pirlo, a maggior ragione dopo la recente goleada di Parma, ed invece tutto torna in discussione dopo il martedì nero con sei punti persi in poche ore tra tribunale e campo.
Non è solo una questione di identità sfuggente e di un equilibrio tattico ancora incerto, ma di un nervosismo preoccupante (5 giocatori espulsi più le sanzioni inflitte a Paratici e Nedved per proteste contro gli arbitri) e soprattutto di una mancanza di continuità nelle prestazioni e nei risultati che sta costando carissima. «Se si gioca senza testa poi si fanno brutte figure», sottolinea Andrea Pirlo dopo l' ennesimo blackout.
ronaldo agnelli paratici
La Juve ha perso troppi punti per strada, sei pareggi più una sconfitta in 13 partite, e non ha ancora battuto una diretta rivale: rispetto allo scorso anno, quando c' era Sarri in panchina, mancano all' appello ben 11 punti (24 contro 35) e bisogna tornare al "tragico" avvio del 2015 per trovare qualcosa di simile con 21 punti in classifica. La Juve di Allegri, però, infilò una serie record di vittorie fece una rimonta senza precedenti. Certe imprese si possono ripetere, ma ora servirà una perfezione che si è vista solamente a sprazzi. E poi le rivali corrono. «Noi ci sentiamo forti - dice il tecnico -, ma se Milan e Inter sono più avanti significa che lo sono più di noi».
agnelli ronaldo
L' anno si chiude con un' imprevedibile 6° posto, quindi fuori dalla zona Champions, con Milan e Inter in fuga scudetto con 10 e 9 punti di vantaggio sulla Juve. In attesa di capire quando si recupererà la sfida con il Napoli, gli scontri diretti di gennaio - il 6 contro i rossoneri e il 17 contro i nerazzurri: entrambi a San Siro - diventano già il crocevia di una stagione. Pirlo ha fissato le priorità con lo spogliatoio («Lavoreremo su approccio e atteggiamento») e anche con la società per il mercato. «Valutiamo se aumentare la qualità», conferma.
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È ad un passo il 19enne terzino americano Bryan Reynolds (8 milioni al Fc Dallas, piaceva alla Roma) con "parcheggio" al Cagliari perché non ci sono posti liberi per gli extracomunitari. Per il presente, invece, serve una punta perché Dybala è ai margini per il braccio di ferro sul rinnovo. Ci sono stati nuovi contatti per Milik (Napoli) e un sondaggio per l' olandese Depay (Lione) è stato fatto. Entrambi vanno in scadenza a giugno, mentre un rinforzo servirebbe anche a centrocampo e il sogno è sempre il ritorno di Pogba. Prima, però, bisogna ritrovare la rotta e i valori della Juve solida e cinica.
pirlo andrea pirlo foto mezzelani gmt 025 DYBALA PIRLO