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    JUVE REVOLUTION – DOPO LA LEZIONE REAL, VIA ALLA RIFONDAZIONE BIANCONERA – DIFESA DA RIFARE (CALDARA NON BASTA), L’ENIGMA DYBALA, ATTESE NOVITA’ ANCHE IN SOCIETA’ – COSA FARA’ ALLEGRI? - LA JUVE VUOLE AUMENTARE LA COMPETITIVITA' IN CHAMPIONS MA PAGA ANCORA UN GAP IN INGAGGI E INVESTIMENTI...


     
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    Antonio Barillà per la Stampa

    allegri agnelli marotta allegri agnelli marotta

     

    Facce cupe, zero sorrisi: il day after è grigio come il cielo di Vinovo. Non potrebbe essere altrimenti perché la Juventus non dice semplicemente addio alla Champions, ma percepisce di essere ancora lontanissima dal Real, simbolo dei top club d' Europa. Ha retto un' ora, nonostante il fulmineo svantaggio, e s' è piegata a una magia di CR7, tuttavia riflette su una differenza di qualità complessiva, che va oltre la meraviglia tecnica dell' alieno di Funchal: il Real è più talentuoso, esperto, carismatico e specchiarsi è stato un risveglio brusco dopo anni di dominio italico e di miracoli di Champions.

     

    La realtà è questa, e non sempre si può andare oltre se stessi: la Juve è stata abile a stabilizzarsi fra le prime otto di Champions, ma soffre confrontandosi con tradizioni e budget più ricchi, le due finali in tre anni, autentici capolavori, hanno occultato, non cancellato, il gap.

     

    BARZAGLI CHIELLINI BUFFON BARZAGLI CHIELLINI BUFFON

    Adesso conta ripartire, concentrandosi sugli obiettivi italiani, sordi a critiche che rischiano di demolire una stagione comunque eccellente - i quarti di Champions sono il traguardo, il resto è Sogno - e discutere, sull' onda emotiva, un progetto portato avanti senza sceicchi alle spalle e in un tessuto che non è forte come in Spagna o Inghilterra, però è giusto avere l' umiltà di riflettere su cosa non sia andato e su come si possa migliorare.

     

    Le chiavi della sconfitta Dybala scrive: «Serve andare avanti: sacrificio, forza, passione e continuare a migliorarsi ogni giorno». Ecco, lavori per crescere. Una serataccia può capitare e non oscura le qualità, però Ronaldo e Messi sono più distanti rispetto a lui di quanto lo siano Real e Barça rispetto alla Juve. E per imparare a diventare determinante in queste sfide, cominci a evitare certi comportamenti: mai visti i grandi fuoriclasse tuffarsi come lui per strappare un rigore.

    caldara caldara

     

    In tanti, cercando le chiavi della sconfitta, insistono su un centrocampo impoverito dagli addii di Pirlo, Vidal e Pogba: più viva la sensazione che Dybala faccia rimpiangere Tevez, la maturazione era attesa prima.

     

    Pozzo d' esperienza Altro nodo, l' età di Barzagli, che per altro ha riportato una distrazione agli addominali e starà fuori per almeno due partite.

     

    Ben venga il rinnovo, è un pozzo d' esperienza e la solidità è intatta, ma in partite così la velocità incide e la Juve necessita di controfigure di spessore. Un problema che si estende al reparto, dove Rugani è l' unico under 30: per la ricostruzione, Caldara potrebbe non bastare.

     

    Ancora: l' involuzione di Alex Sandro. Martedì le gerarchie del Brasile sono apparse impietose a favore di Marcelo. Urge una scossa. O una scelta chiara.

    Se a Torino non ha più stimoli lo dica. La Juve ripartirà dalla lezione del Real e da queste tre storie, diverse, da riscrivere, nel contempo rinforzandosi per elevare la competitività europea. Oggi, però, non può permettersi certi investimenti e certi ingaggi, e potrà farlo soltanto quando crescerà il calcio italiano: altro tema, da approfondire, resta una bandiera tricolore nella top eight della Champions League.

     

     

     

    2. LA JUVENTUS DEI RECORD SCOPRE LA FINE DEL CICLO (DIRIGENZA COMPRESA)

    Tony Damascelli per il Giornale

    ALEX SANDRO ALEX SANDRO

     

    Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile quello con la pistola è un uomo morto. Così Ramon-Volonté a Joe-Eastwood in Per un pugno di dollari. L' epilogo del film vede l' uomo con il fucile salvato da una lastra di acciaio usata come giubbotto antiproiettile, quello che è mancato alla Juventus, tradita, invece, dalle papere dei suoi difensori e dall' arte di quel fenomeno che porta il nome di Cristiano e il cognome di Ronaldo dos Santos Aveiro.

     

    allegri allegri

    Il calcio è questo, il gesto acrobatico del portoghese e l' ovazione del pubblico dello stadio restituiscono al gioco un respiro umano, la poesia e il senso dello sport che nessuna tattica, ripartenza, diagonale, intensità possono garantirgli. La Juventus si è arresa al campione e ai campioni ma anche a se stessa. La scelta di schierare due centrocampisti, ribadendo errori del passato, ha punito Allegri che ha voluto cambiare le indicazioni fornite dall' ultima partita contro il Milan. Il primo gol di Ronaldo è arrivato su un' azione di Isco che ha lasciato come due meduse De Sciglio e Douglas Costa così come Cuadrado aveva tolto palla a Calhanoglu fermo ai blocchi. La scelta di un centrocampo a due ha concesso al Real spazio e libertà di movimenti.

     

    Ma questi sono dettagli che non cambiano la realtà della sfida di Champions: la Juventus sa benissimo che dovrà cambiare alcuni uomini e non tutti per motivi anagrafici. Sa benissimo che Dybala non può pensare di vivere di rendita per il suo talento e che la scena europea non gli può consentire astuzie che nel nostro football sono ammesse (l' ammonizione per simulazione). Potrebbe far parte della lista dei cedibili, insieme con Alex Sandro, Mandzukic, Khedira, mentre Asamoah, per desiderio della consorte, ha deciso di cambiare aria.

     

    dybala higuain dybala higuain

    La Juventus perderà milioni importanti per l' eliminazione dalla Championse per la nuova distribuzione dei diritti televisivi (dopo aver regalato l' ottimo debutto al canale Mediaset 20 con 6,5 milioni di spettatori), una rifondazione diventerà necessaria, con qualche sofferenza. Il ricambio tecnico e generazionale non è semplice, la partenza e il tramonto di alcuni bianconeri si accompagna alla partenza e al tramonto non soltanto di ottimi calciatori (il pacchetto difensivo) ma di eccellenti uomini e professionisti, doti assai rare tra le nuove realtà del football italiano. La rifondazione, comunque necessaria dopo un settennato leggendario, costerà lacrime e sangue e dovrà riguardare gli stessi quadri societari.

     

    MAROTTA AGNELLI MAROTTA AGNELLI

    A tal proposito è disarmante l' assoluto ed ennesimo silenzio della proprietà. Dopo la sconfitta di ieri sera, così come dopo la vittoria di Wembley, sarebbe stato opportuno ascoltare il pensiero e le parole del presidente ma Andrea Agnelli è tifoso ai massimi, sta sicuramente soffrendo per il risultato continentale, deve badare ai conti prossimi futuri del club. Un suo intervento servirebbe a chiarire la posizione della società e quelle che potranno essere le prossime strategie, anche di mercato. Invece la Juventus lascia la voce ai calciatori. Ammutoliti dal Real.

     

     

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