Rosario Dimito per “il Messaggero”
PIETRO LABRIOLA
C'è una divergenza di valori di oltre 100 milioni dietro lo stop di Kkr al cda di Fibercop, di due giorni fa, che avrebbe dovuto spianare la strada all'accordo commerciale fra Tim e Open Fiber (OF) sulle aree bianche.
In realtà, di là delle cifre il fondo Usa non condividerebbe la necessità di stringere l'accordo ora, preferendo che il tutto possa rientrare nella partita sulla rete unica, dove, entro sabato 30, Tim e Cdp dovrebbero siglare un Mou sostitutivo dell'Nda del 2 aprile. Inoltre, c'è un tema di litigation Antitrust riveniente dai precedenti interventi dell'Authority sulle aree bianche.
henry kravis.
Le riserve di Kkr, quindi, potrebbero rappresentare una incognita. Di fatto l'altro giorno nel board di Fibercop, società contenente la rete secondaria di Tim e quella in fibra ottica di FlashFiber (jv Tim-Fastweb), il rappresentante di Kkr, socio con il 37,5%, avrebbe eccepito che il prezzo accordato da Tim a OF per l'utilizzo di alcuni pali necessari a consentire alla società di fibra ottica controllata al 60% da Cdp e al 40% da Macquarie, di conquistare il rollout della rete nelle aree bianche, sarebbe troppo basso: meno di 200 milioni.
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Secondo il fondo Usa il canone ha un valore strategico maggiore (oltre 100 milioni in più). E la strategicità sta nel fatto che l'operazione consentirebbe a OF di accelerare il suo piano di investimenti. Oltre a questa divergenza economica, l'altro giorno il cda presieduto da Massimo Sarmi ha registrato la fumata nera anche per altri aspetti tecnici legati ai rapporti incrociati. Il presidente non avrebbe fissato una nuova riunione del board per deliberare l'accordo commerciale.
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L'auspicio è che la delibera possa avvenire tra una settimana, ma non è scontato perché le perplessità del secondo socio di Fibercop, alle spalle di Tim (58%), sono pesanti: non ci sarebbe intenzione di rinunciarvi e un prezzo più alto andrebbe a penalizzare i conti di Open Fiber. Questo scoglio va a incrociarsi con l'accordo-quadro (Mou) che Tim e Cdp dovrebbe sottoscrivere entro due giorni, anche se la scadenza non sarebbe tassativa. L'intesa dovrebbe mettere a terra il piano della rete unica su cui il governo è fortemente mobilitato e naturalmente anche Cdp che di Tim ha il 9,8% oltre alla maggioranza di Open Fiber.
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