Monica Scozzafava per il Corriere della Sera
Quando si incontra un connazionale in terra straniera, in genere, il cuore si apre.
KOULIBALY
Non importa se sei molto famoso e l' altro no, se la luce splende da una parte sola.
Perché Kalidou Koulibaly, difensore senegalese del Napoli, ha un cuore grande così soprattutto con gli invisibili.
Quelli che dormono per strada, si riparano dal freddo con casette arrangiate con i cartoni e di giorno racimolano spiccioli ai semafori. Gente che non ha avuto fortuna, e magari non perché non l' abbia meritata.
Quando l' immigrato del Senegal ha alzato lo sguardo e si è trovato di fronte un ragazzo alto e grosso, ben vestito e con la pelle scura proprio come la sua, ha pensato: mi darà qualche euro in più. Lo ha guardato, gli ha sorriso e dopo poco ha capito.
koulibaly
Eccolo Koulibaly, benefattore molto speciale, che già altre volte gli aveva portato camicie, maglioni e giubbotti. La sera della vigilia di Natale, nel parcheggio davanti a un grande supermercato di un quartiere bene di Napoli, tutti andavano molto di corsa, caricavano le auto con le grandi spese per il cenone. Koulibaly era lì anche lui, come c' era stato tante altre sere. Al «fratello» invisibile dice: buon Natale. Poi, nel palmo della mano gli consegna cinquecento euro. Gli occhi diventano immediatamente umidi, il sorriso si allarga: sotto il berretto di lana infeltrita c' è un volto felice.
de laurentiis koulibaly
Natale è arrivato nelle vesti di Kalidou per lui e altri tre ragazzi, amici da anni, che vivono di fortuna e si dividono equamente i soldi piovuti come dal cielo nel parcheggio freddo e umido del supermercato. I quattro si abbracciano, ringraziano. Poi corrono via verso le luci colorate del centro commerciale. Lì dove non entrano mai. È festa, si comprano panettone e spumante, gentile omaggio di un calciatore famoso che a sua volta si è fatto un regalo.
koulibaly
koulibaly manolas
Non è il primo, non sarà l' ultimo. Koulibaly, simbolo della rivolta contro il razzismo, uno dei primi a fermare il gioco in campo perché bersagliato dagli insulti, è cresciuto leggendo Martin Luther King e Malcom X, li ha presi come modelli, istruttori ed educatori di vita. Il suo talento gli ha fatto guadagnare stipendi faraonici, ma non ha dimenticato i sacrifici. E allora, se fa freddo, esce di casa e porta coperte, sciarpe e giubbotti a chi soffre per la strada.
Al benzinaio che fa il pieno all' auto non lesina mance, al portiere del palazzo dove abita a Posillipo porta sfogliate e babà. A volte anche lo shopping diventa allargato. Ha comprato felpe del Napoli per regalarle agli ambulanti africani, ha ordinato maglioni in un negozio del centro per i ragazzini delle case famiglia che visita almeno una volta al mese. Cuore d' oro soprattutto con i bambini: le visite negli ospedali pediatrici Pausilipon e Santobono sono frequenti.
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de laurentiis koulibaly
Natale e Epifania gli appuntamenti canonici, ma a Kalidou piacciono le sorprese e appena può va a far visita ai piccoli degenti. Lo scorso anno donò diecimila euro alla famiglia di Ceik Ndiaye, tredici anni, che doveva sottoporsi a un intervento di ricostruzione al viso. Senza dimenticare il suo Paese, il Senegal: salvò i suoi compagni della Nazionale, pagando il conto dell' albergo a Londra. Venticinquemila euro che poi gli vennero restituiti. «Caro Kalidou, la nostra scuola non ha i bagni. Ci aiuti?». È la lettera di un bambino che scrive dal Senegal. Una richiesta semplice. E Koulibaly, cuore grande, ha già provveduto.
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