Eine Aufweichung der #Maastricht-Regeln, wie #Italien es gerade fordert, lehnen wir strikt ab. #Italien darf nicht zu einem zweiten Griechenland werden. Wir sind jedenfalls nicht bereit, die Schulden Italiens zu bezahlen!https://t.co/6R03KF5ROX
— Sebastian Kurz (@sebastiankurz) 9 settembre 2019
Dario Prestigiacomo per https://europa.today.it/
kurz strache
Le aperture delle prossime nuove leader Ue, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e la governatrice della Bce Christine Lagarde, che dai rispettivi scranni hanno fatto intendere di voler aprire una nuova stagione di politiche economiche e fiscali più mirate alla crescita, e meno al rigore.
E le pressioni insistenti di Roma per avere un portafoglio di peso nel nuovo esecutivo comunitario, anche gli ambiti Affari economici, il 'ministero Ue' che vigila sull'attuazione (e sull'interpretazione) del Patto di stabilità e crescita. Con tanto di battaglia annunciata ai mantra dell'austerity. Un insieme di fattori, questi, che stanno creando non poche preoccupazioni tra i falchi del rigore europeo. Come dimostrato dal tweet dell'ex cancelliere austriaco e oggi leader del partito di maggioranza a Vienna, Sebastian Kurz. Che punta il dito proprio su di noi: "Non siamo disposti a pagare i debiti dell'Italia".
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Le parole di Kurz non arrivano in un momento qualunque. In queste ore a Bruxelles, infatti, si stanno chiudendo le ultime trattative per comporre la nuova squadra della Commissione europea di von der Leyen. E una serie di governi Ue, tra cui, oltre l'Austria, l'Olanda, la Finlandia e i Paesi di Visegrad (Ungheria di Viktor Orban compresa), starebbero mettendo i bastoni fra le ruote alle mire dell'Italia per avere un portafoglio economico. La paura di questi Paesi, da tempo allineati sul fronte del rigore, è che il nuovo esecutivo gialloverde possa spostare gli equilibri Ue promuovendo sia una revisione del Patto di stabilità, sia, più in generale, una riforma dell'Eurozona in chiave anti austerity.
PAOLO GENTILONI URSULA VON DER LEYEN
Kurz lo dice chiaramente: "Un alleggerimento delle regole di Maastricht, come richiesto attualmente dall'Italia, lo rifiutiamo nettamente. L'Italia non deve diventare una seconda Grecia. E comunque non siamo disposti a pagare i debiti dell'Italia". Sempre su Twitter, il leader del Partito popolare e fino a poco tempo fa cancelliere del Paese in una coalizione con i sovranisti del Fpo, scrive: "L'attuale dibattito dimostra ancora una volta la necessità di un nuovo trattato Ue con sanzioni per chi violi le sue regole. Il mancato rispetto delle regole sul debito deve portare automaticamente a delle sanzioni". Il contrario della linea sollecitata dall'Italia, anche per voce del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
E' chiaro che l'obiettivo di Kurz è, nel brevissimo termine, evitare che la presidente von der Leyen ceda troppo spazio di manovra sui temi economici ai Paesi a guida socialista o comunque agli Stati membri del Sud. Il che significa contrastare innanzitutto le mire dell'Italia (e di Paolo Gentiloni) agli Affari economici o anche alla Concorrenza (che sarebbe comunque strategica all'interno delle future trattative in Ue). Secondo alcuni documenti circolati in questi giorni, il fronte dei rigoristi vorrebbe vedere assegnato alla Finlandia il portafoglio agli Affari economici. Mentre Vienna starebbe puntando agli Affari interni, ossia al portafoglio che gestirà la spinosa questione dei migranti e della riforma di Dublino. Un ruolo magari non di primo piano nel manuale Cencelli europeo, ma che potrebbe essere strategico per Kurz: usare la questione migranti per controbilanciare le spinte anti austerity dei Paesi più colpiti da questo fenomeno. Tra cui per l'appunto l'Italia.
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ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 1 roberto gualtieri