Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
feto di plastica
Per la seconda volta in due anni il Parlamento europeo ha chiesto ai Paesi Ue di includere il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione. Spetta a loro la decisione e richiede l’unanimità. La risoluzione non vincolante è passata con 336 voti a favore, 163 contrari e 39 astensioni. I partiti italiani all’Eurocamera si sono divisi. A favore Pd e M5S. Contro Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega con tre eccezioni: Alessandra Mussolini e Lucia Vuolo di FI e Gianna Gancia del Carroccio.
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A livello europeo hanno votato a favore i Socialisti, i Verdi, i liberali di Renew Europe, la Sinistra e una quarantina di membri del Ppe, mentre si sono espressi contro il gruppo di estrema destra Identità e democrazia di cui fa parte la Lega, i conservatori dell’Ecr in cui milita FdI e gran parte del Ppe, dove siede FI.
[…] Nella risoluzione il Parlamento chiede che l’articolo 3 della Carta sia modificato per affermare che «ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale». Inoltre il testo invita i Paesi Ue a depenalizzare completamente l’aborto in linea con le linee guida dell’Oms del 2022 e a rimuovere e combattere gli ostacoli all’aborto.
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La Polonia, dove con il nuovo governo è in corso un dibattito per la liberalizzazione, e Malta sono invitate ad abrogare le loro leggi e altre misure che lo vietano e lo limitano. I deputati denunciano anche i casi di aborto negato dai medici in alcuni Paesi, per obiezione di «coscienza». In particolare il Parlamento sottolinea che in Italia l’accesso all’assistenza all’aborto sta «subendo erosioni».
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