Titti Beneduce per www.corriere.it
Sorelle sfregiate con acido a Napoli
Si chiama Francesca, ha 22 anni ed è la sorellastra della madre di Elena e Federica, la donna che nella notte tra domenica e lunedì ha gettato dell’acido addosso alle due ragazze napoletane.
Da ieri sera è in stato di fermo con le accuse di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso e violenza privata. È stata lei stessa a presentarsi in Questura, dove è stata interrogata per molte ore dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone e dal sostituto Giulia D’Alessandro.
RAGAZZE AGGREDITE A NAPOLI CON ACIDO
Avrebbe agito a causa di forti tensioni familiari legate ad una vecchia vicenda di abusi, tensioni che si sono inasprite a causa di messaggi postati sui social e che avevano già portato a episodi di violenza: in due circostanze Elena e Federica, che hanno 24 e 17 anni, avrebbero picchiato Francesca, mentre quest’ultima è sospettata di avere dato fuoco circa tre settimane fa alla Smart in uso alle due sorelle.
Caccia ai complici
È stato dunque risolto in tempi brevissimi il caso che aveva avuto una enorme eco in tutta Italia, anche se restano da identificare i cinque complici (tre uomini e due donne) di Francesca.
Il branco era entrato in azione nella notte tra sabato e domenica in corso Amedeo di Savoia. Solo per un caso il getto dell’acido non ha avuto conseguenze devastanti per le due sorelle, che avrebbero potuto perdere la vista.
La pista familiare
polizia
La pista familiare è stata seguita fin dal primo momento dagli uomini della squadra mobile, guidati da Alfredo Fabbrocini, anche perché Elena (che è madre di una bimba di pochi anni) e Federica, le quali già lunedì mattina erano state dimesse dall’ospedale e interrogate a lungo in Questura, avevano raccontato ogni cosa.
Ieri mattina Francesca, che aveva capito di essere sospettata, si è presentata alla polizia assieme al suo avvocato, il penalista Bernardo Scarfò. Dopo un lungo interrogatorio è scattato il fermo, probabilmente perché gli inquirenti temevano la reiterazione del reato: c’era già il precedente inquietante della Smart andata a fuoco. Non c’erano, invece, il pericolo di fuga o quello dell’inquinamento probatorio.
Oggi si riunisce il comitato
Oggi intanto in Prefettura si riunisce il comitato per l’ordine e la sicurezza, come aveva chiesto il sindaco, Gaetano Manfredi, allarmato dai continui episodi di violenza avvenuti negli ultimi tempi in città.