1. CASO SHALABAYEVA, L' AEREO FU PAGATO PRIMA DEL SÌ DEL PM
Antonio Massari per “il Fatto quotidiano”
shalabayeva - bonino
I kazaki erano talmente certi di poter rimpatriare Alma Shalabayeva che pagarono l' aeroplano prima che la Procura di Roma firmasse il nullaosta alla sua espulsione. Il Fatto Quotidiano, incrociando più fonti, è riuscito a ricostruire la giornata del 31 maggio 2013, quella che vide la signora Shalabayeva, alle 19.03, decollare da Ciampino, a bordo di un aereo della compagnia austriaca Avcon Jet, in direzione di Astana. Quella mattina fu la Air -Dynamic, secondo i pm umbri, a occuparsi di trovare l' aeromobile per il Kazakistan.
"A me risulta - dice un testimone che chiede l' anonimato ma è disponibile a confermare il dato in Procura - che il pagamento di circa 70mila euro avviene intorno alle 13:50 del 31 maggio. Per guadagnare tempo l' ambasciata kazaka propose persino una transazione in contanti".
ALMA SHALABAYEVA TORNA A ROMA
Il punto è che alle 13:50 del 31 maggio, stando all' indagine della Procura di Perugia, per Alma Shalabayeva non può ancora essere allontanata dall' Italia. Non solo. Non è neanche in compagnia di sua figlia che, infatti, la raggiungerà direttamente sulla pista qualche ora dopo. Ma c' è di più. "Il primo contatto dei kazaki per la richiesta dell' aereo - continuala nostra fonte-avviene alle 8 del mattino. Avevano bisogno di un volo da Roma ad Astana, per 5 passeggeri, con ritorno il giorno dopo, sempre per 5 persone". Ecco, forse è il caso di ripartire da questo momento, le 8 del mattino del 31 maggio.
SHALABAYEVA kazaklistan
Quando la diplomazia kazaka contatta la Air -Dynamic, alle 8 del mattino, la signora Shalabayeva non è ancora comparsa dinanzi al giudice di pace, Stefania Lavore, che dovrà pronunciarsi sul suo trattenimento all' interno del Cie. L' udienza, ricostruisce la Procura di Perugia, inizia alle 10.40 e termina alle 11.20. Alle 8 non v' è alcuna certezza che la giudice convalidi il trattenimento che, si badi, è un passaggio preliminare alla procedura di espulsione.
LESPULSIONE DI ALMA SHALABAYEVA
Eppure, 2 oree 40 minuti primadell' udienza, la diplomazia kazaka ha già le idee chiare:"La partenza desiderata era tra le 14.00 e le 16.00", continuala fonte, "e laAir-Dyna mic, intorno alle 8.40, rintraccia la compagnia aerea pronta a volare da Roma ad Astana.È la compagnia austriaca Avcon Jet, con un velivolo disponibile a partire da Lipsia alle 14.35 e atterrare a Roma alle 16.05. Per organizzare il volo è però necessaria una conferma dell' ambasciata. E, comunque, nessun aeromobile si muove senza aver prima incassato il pagamento".
LESPULSIONE DI ALMA SHALABAYEVA
La Shalabayeva, nel frattempo, viene condotta dinanzi al giudice di pace, dove resterà dalle 10.40 alle 11.20, quando termina l' udienza. La giudice - indagata per aver redatto un falso verbale e per concorso in sequestro di persona - alle 11.20 convalida il trattenimento. La convalida, però, non dà alcuna certezza sull' espulsione: per esser certi di poter imbarcare la Shalabayeva sull' aereo, infatti, gli ambasciatori kazaki avrebbero bisogno di un ulteriore passaggio.
Anzi due. Il primo: Shalabayeva è indagata dalla Procura di Roma con l' accusa di essere in possesso di un passaporto falso. La Procura guidata da Giuseppe Pignatone deve decidere se accettare che l' indagata lasci il territorio italiano oppure non, negando il nulla osta.
LESPULSIONE DI ALMA SHALABAYEVA
Secondo: il capo dell' ufficio immigrazione, Maurizio Improta, deve inviare alla Procura di Roma una nota, che sia d'aiuto per la decisione. Dalle 11.20 In poi, quindi, è necessario che Improta invii una nota in Procura e che la Procura stessa decida se rinunciare alla presenza della Shalabayeva in Italia, pur avendo indagini in corso sul suo conto. Eppure i kazaki, secondo la nostra ricostruzione, stipulano il contratto poco dopo: "Alle 11.55 circa", spiega la nostra fonte.
E quindi: appena 35 minuti dopo la fine dell' udienza che convalida il trattenimento, quando non v' è alcuna certezza, per l' ambasciata, dell' espulsione di Shalabayeva e sua figlia. Il nulla osta della Procura arriverà, sì, e anche in tempi rapidi, ma comunque alle 17, quindi ben cinque ore dopo la stipula del contratto di volo. Non solo: i kazaki avevano già pagato il volo ben tre ore prima. "Alle 13.59 - continua la fonte - è già stato bonificato il pagamento per la Avcon Jet.
ALMA SHALABAYEVA KAZAKHSTAN ABLYAZOV
L' aereo atterra a Ciampino alle 14:30 e decolla alle 19:03". E la Air -Dynamic non guadagna un solo centesimo. "In quelle ore abbiamo fatto un passo indietro - spiega Raffaella Meledandri di Air-Dyanamic - perché non c' era neanche il tempo per rispettare le nostre procedure di mediazione. Nei fatti non abbiamo avuto alcun ruolo, se non quello di aver messo in contatto l' ambasciata con la Avcon Jet che, come noi, non aveva alcuna consapevolezza sul nominativo dei passeggeri, finché non sono saliti a bordo".
2. LA GIUDICE CHE FERMÒ SHALALABAYEVA: «MAI SUBITO PRESSIONI, TUTTO ASSURDO»
MUKTHAR ABLYAZOV E LA FIGLIA ALUA E LA MOGLIE ALMA SHALABAYEVA
Pressioni? «Mai subite. Nella maniera più assoluta»: lo ha detto al Tg1 Stefania Lavore, la giudice di pace indagata a Perugia nell’ambito dell’inchiesta Shalabayeva. «Ho agito in base a quelle che erano le carte, a quella che era la situazione del momento. Nulla di più», ha aggiunto.Il giudice di pace sapeva che era la moglie del dissidente kazako? «Assolutamente no», è la risposta. Sapeva che aveva chiesto asilo politico? «Assolutamente no». Lavore si sente finita in una vicenda più grande di lei. «Sì, proprio così. Mi sembra tutto così assurdo».
LA POSIZIONE DELLA GIUDICE: «COMPLETAMENTE ESTRANEA»
ALMA SHALABAYEVA RIPRESA DALLE TELECAMERE A CIRCUITO CHIUSO NELLA CASA AD ALMATY
La giudice doveva essere interrogata dai pm di Perugia titolari dell’inchiesta sul presunto rapimento di Alma Shalabayeva: con i magistrati si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma ha reso noto la sua versione dei fatti attraverso il difensore Lorenzo Contrada. «La mia verità è cristallizzata nel verbale dell’udienza di convalida del trattenimento, firmato da tutte le parti presenti. Nessuno mi disse il vero nome di Alma Shalabayeva e nemmeno venne chiesto asilo politico», spiega la Lavore, che si proclama «completamente estranea» a tutte le accuse.
delegazione di grillini incontra alma shalabayeva
«Oggi ha preferito non rispondere - ha spiegato l’avvocato Contrada - perché vuole leggere prima tutte le carte. Nei mesi scorsi tra l’altro ha già risposto alla procura di Perugia in un interrogatorio durato circa sette ore». Riguardo al verbale dell’udienza di convalida del trattenimento il giudice di pace ha sottolineato che «venne firmato da tutte le parti presenti tra cui gli avvocati della Shalabayeva».
ALMA SHALABAYEVA TORNA A ROMA
«Come emergerà dagli atti - ha aggiunto la Lavore - nessuno disse che si trattava della moglie del dissidente kazako e non ci fu alcuna richiesta di asilo politico». Il legale ha tra l’altro sottolineato che la convalida era relativa al provvedimento di trattenimento presso il Cie, atto finalizzato all’identificazione e non all’espulsione. Il giudice di pace ha anche sostenuto che la Shalabayeva si presentò in udienza come Alma Anya. Aveva inoltre un passaporto della Repubblica cntrafricana sequestrato dalla polizia perché ritenuto falso e contenente - ad avviso della Lavore - alcuni errori, anche di ortografia. Venne inoltre presentato un altro documento del consolato della Repubblica centrafricana «senza alcuna foto».
L’intercettazione
stefania lavore
Non ricorda di avere detto le frasi al centro delle intercettazioni che la riguardano, ma il giudice Stefania Lavore ipotizza che potessero riferirsi al rifiuto di essere intervistata dalla trasmissione tv «Report». «E comunque non erano relative all’udienza di convalida del trattenimento, ma probabilmente a quanto successo nei mesi successivi» spiega il suo difensore Lorenzo Contrada. «Mi avrebbero schiacciato, ho fatto pippa... non ho sputtanato nessuno... hanno pagato il mio silenzio... i panni sporchi si lavano in famiglia», afferma Lavore in una conversazione registrata, parlando non si sa con chi e in quale contesto, a proposito del suo operato: sono queste le frasi finite nel mirino dei magistrati.
andrian yelemessov ambasciatore kazako a roma
«La mia assistita - sostiene però il legale - pensa che si tratti di una o più intercettazioni relative a colloqui con qualcuno con cui si parlava della decisione di non andare in tv. Il senso è che non farlo, non parlare pubblicamente di quella vicenda già finita sui giornali, avrebbe ripagato in termini di correttezza. Ma esprime anche - ha concluso l’avvocato Contrada - il timore di essere stritolata da quella vicenda».