caos a Heathrow
Estate nera per i viaggi, tra scioperi delle compagnie aeree, dei treni e persino dei taxi. Mentre in Italia le auto bianche tornano in piazza contro Uber e in Francia è un caos ferroviario, a Londra troppi passeggeri, con i servizi aeroportuali che rischiano ogni giorno il collasso nel cuore dell'estate: per tentare di ovviare alla situazione l'aeroporto di Heathrow ha chiesto alle compagnie aeree di smettere di vendere biglietti, quando i passeggeri in partenza eccedano i 100mila al giorno.
Una limitazione che sarà in vigore fino all'11 settembre, per tutta l’estate. In realtà il management aeroportuale ne prevede almeno 104mila al giorno per il picco estivo, già raggiunto. Ma dei 4mila in eccesso sul tetto solo 1.500 al giorno sono già stati venduti: di qui la richiesta di non offrirne più.
Numero chiuso a Heathrow
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È stato proprio l'amministratore delegato di Heathrow, John Holland-Kaye, a scrivere una lettera aperta ai passeggeri, citata da vari media britannici e internazionali, in cui si è scusato per la "difficile decisione", dettata dall'impellenza del boom di partenze di vacanzieri, che hanno quotidianamente sforato il limite di 100.000 al giorno.
«Abbiamo iniziato a registrare dei periodi in cui il servizio scade a un livello inaccettabile – ha sottolineato - : code, ritardi, bagagli che non viaggiano con i passeggeri o arrivano in ritardo, bassa puntualità e cancellazioni dell'ultimo minuto. I nostri colleghi si fanno in quattro per assicurare la partenza di quanti più passeggeri è possibile, ma non possiamo spingerli fino a rischiare la loro sicurezza e la loro salute».
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Da qui la decisione: «La nostra valutazione è che il numero massimo di passeggeri in partenza che le compagnie aeree, gli operatori di terra delle compagnie e l'aeroporto possono servire collettivamente durante l'estate non possa essere superiore a 100.000». Nel 2018 la media giornaliera dei passeggeri che passavano per lo scalo londinese sfiorava i 220.000, fra arrivi e partenze.
In Francia disagi per stop dei treni
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Disagi nei trasporti in Francia per lo sciopero della SNCF, la grande compagnia ferroviaria d'Oltralpe, in pieno periodo di partenze per le vacanze estive. I quattro principali sindacati dei macchinisti hanno deciso di incrociare le braccia per invocare un aumento dei salari dinanzi alla crescita dell'inflazione e all'assenza di aumenti generali dello stipendio dal 2014.
In una nota, i sindacati CGT-Cheminots, SUD-Rail e CFDT precisano che i dipendenti della SNCF sono «duramente colpiti» da questa situazione e subiscono «un calo netto e forte del loro potere d'acquisto».
Il 16 giugno, l'insieme dei sindacati aveva inviato una «richiesta di concertazione immediata» sulla questione dei salari al presidente della compagnia ferroviaria, Jean-Pierre Farandou.
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La direzione ha previsto un tavolo di confronto con i sindacati oggi stesso. Secondo le previsioni, dovrebbero circolare tre treni ad alta velocità (TGV) su quattro su alcune tratte e due treni espressi regionali (TER) su cinque. Il traffico internazionale (Eurostar, Thalys, Lyria) dovrebbe invece restare "normale" o "quasi".
Disagi anche nel traffico locale dell'Ile-de-France, la regione parigina in cui si concentra una parte importante della popolazione. Le partenze per le vacanze dei francesi sono già state turbate a fine giugno dallo sciopero di dipendenti e fornitori di Aéroport de Paris, dei pompieri dell'aeroporto Charles-de-Gaulle, delle compagnie EasyJet e Ryanair, in particolare, con l'annullamento di alcune centinaia di voli. Pesanti disagi anche nella consegna bagagli, con circa 17mila bagagli rimasti a terra allo Charles-de-Gaulle.
Sciopero compagnie “low cost”
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Si attente poi lo sciopero di domenica prossima delle compagnie “low cost” Ryanair, Easyjet e Volotea, quando saranno bloccate da un’agitazione sindacale, peraltro contemporanea a uno sciopero dei controllori di volo dell’Enev, destinato a fermare a terra anche tutte le compagnie.
Manifestazioni dei tassisti
Nel frattempo, in Italia continuano a scendere in piazza i tassisti, chiedendo lo stralcio dell’art.10 del Ddl concorrenza e dopo la pubblicazione dei documenti dell’inchiesta giornalistica internazionale “Uber files”. Dopo essersi incatenati ieri di fronte a Palazzo Chigi, i sindacati della categoria sono tornati a protestare a gran voce nelle strade del centro di Roma e di Torino, con tanto di lancio di fumogeni e petardi. Sul fronte trasporti sono giorni di caos, quindi, e non accennano ad arrestarsi.
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