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    L’AFGHANISTAN E' GIA' DIVENTATO IL NUOVO SANTUARIO DEL TERRORISMO – GLI USA AVVERTONO CHE L’ISIS PUO’ CONTARE SU CIRCA 2.000 COMBATTENTI. LE CELLULE QAEDISTE SONO PRESENTI IN ALMENO QUINDICI REGIONI. NELL’AREA SI MUOVONO ANCHE 10 MILA MUJAHEDDIN STRANIERI. CRESCE LA PAURA PER LA PRESENZA DI INFILTRATI TRA I PROFUGHI - LEON PANETTA, EX CAPO DELLA CIA, AVEVA AVVISATO LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE…


     
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    Guido Olimpio per corriere.it

     

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    In Afghanistan l’Isis potrebbe contare su 2.000 combattenti. Le cellule qaediste sono presenti in almeno quindici regioni. Nell’area si muovono anche 10 mila mujaheddin stranieri. Cresce la paura per la presenza di infiltrati tra i profughi

     

     

    I fedeli del Califfo

    Le fonti americane hanno messo in guardia sulla presenza di elementi dello Stato Islamico. Possono infilarsi per attaccare, ma anche mescolarsi a quanti premono per imbarcarsi sull’ultimo volo. Non si fanno scrupoli nel coinvolgere altri musulmani, peraltro persone che ai loro occhi sono dei collaborazionisti. Non è certo la fazione più importante nella regione, i suoi membri sono concentrati nella zona orientale di Nangahar e sono fronteggiati dagli stessi talebani. Tuttavia la lontananza dal centro non vuol dire che il pericolo sia remoto. In maggio sono riusciti a compiere un massacro proprio nella capitale, 85 le vittime, tra queste molte giovani e donne. Dimostrazione di forza, di crudeltà e di fedeltà alla strategia dell’attenzione mescolata a quella dell’orrore.

     

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    I combattenti

    Gli analisti sostengono che la «provincia del Khorasan» — così è definito l’Afghanistan — conta su 1.500-2.000 combattenti, bombardati anche in modo massiccio dagli Usa. Probabilmente non sono del livello dei loro colleghi mediorientali, meglio però non sottostimare. E molti — a livello di scenario — prevedono che i ranghi potrebbero crescere nei prossimi mesi. I mullah non sono compatti, le loro unità dipendono spesso da consigli locali e basta poco per spingere chi dissente o i sostenitori della lotta ad oltranza nelle file dell’Isis. È accaduto in Somalia, con frange che hanno abbandonato gli Shebab per dare vita ad un nucleo oltranzista.

     

    I seguaci di Osama

    i talebani giustiziano il capo della polizia afgana haji mullah achakzai 1 i talebani giustiziano il capo della polizia afgana haji mullah achakzai 1

    I rapporti dell’Onu stimano una presenza di cellule qaediste in almeno 15 regioni afghane, forse 18. Quanto alla consistenza numerica non è comparabile alla stagione d’oro, quando c’era bin Laden. La forbice valuta tra le poche dozzine e un paio di migliaia di membri. Cifre fluide, perché parliamo di una realtà dove non hai la tessera nello zaino. Inoltre il clima di vittoria potrebbe favorire il reclutamento. Più agevole quello all’interno dei confini afghani, dove non manca la materia prima. Anche se i talebani rappresentano il potere dominante e sono il naturale punto di riferimento.

     

    I volontari

    Complesso invece l’arrivo di volontari da fuori, condizionato dall’atteggiamento dei mullah. Promettono che non tollereranno che il Paese sia usato come base di partenza per attacchi all’estero, tuttavia durante i negoziati di Doha non hanno mai voluto troncare le relazioni con gli ospiti. Grande attenzione è rivolta anche ad Al Qaeda-India, formata nel 2014 proprio per rilanciare la lotta in una zona critica: il leader Osama Mahmoud ha invitato i suoi ad essere pronti una volta che gli occidentali avranno abbandonato lo scacchiere. Un braccio che potrebbe unirsi a quello dei separatisti kashmiri, molto attivi nelle aree contese con gli indiani.

     

    La terra di mezzo

    afghanistan gruppo di talebani afghanistan gruppo di talebani

    I qaedisti hanno intensificato i rapporti con i talebani pachistani (Tehirk-e-Taliban) e godono di relazioni speciali con il network Haqqani, cuore afghano e diramazioni regionali, compresi i vincoli storici con l’Isi, i servizi di Islamabad. Alcuni degli Haqqani sono parte del nuovo potere a Kabul, Khalil — sul quale Washington ha messo una taglia da 5 milioni di dollari — si è fatto vedere in giro. Non sarebbe poi così strano se, al pari di certe situazioni viste in Siria-Iraq-Libano, hai una parte della rete che in pubblico assume posizioni responsabili o controllate, ma poi crea delle strutture parallele segrete per continuare con il terrorismo. Tattica molto efficace.

     

    Gli stranieri

    OSAMA BIN LADEN OSAMA BIN LADEN

    Nel quadrante muovono poi 8-10 mila mujaheddin stranieri, cinesi e originari delle ex Repubbliche sovietiche. Come per altre crisi nasce la paura degli infiltrati tra i profughi. È vero che sono scrutinati, tuttavia il setaccio lascia degli spazi. Vladimir Putin ieri ha detto no al ricollocamento dei civili in Paesi vicini, una posizione di chiusura motivata da ragioni di sicurezza. La maggioranza cerca solo la salvezza e una vita migliore, però il flusso è diventato in passato lo schermo per chi aveva intenzioni criminali o le ha maturate una volta giunto in Occidente. Perché innescato, ma anche radicalizzato in modo individuale.

     

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