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    L’AGENDA LETTA: A OTTOBRE RISCHIAMO DI RIMANERE SENZA GAS, CON L’INFLAZIONE CHE SI MANGERÀ I CONTI DEGLI ITALIANI, E LUI PENSA A IUS SCHOLAE E CANNABIS – ENRICHETTO COPIA IL VIDEO DELLA MELONI PER GRIDARE AL SOLITO ALLARME DEMOCRATICO, POI PRESENTA IL PROGRAMMA DEL PD, PESANTEMENTE SPOSTATO A SINISTRA: SALARIO MINIMO, DIRITTI E “LOTTA ALLA PRECARIETÀ”. MA IL 25 SETTEMBRE RISCHIA LA SCOPPOLA…


     
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    1 - DAI VIDEO IN TRE LINGUE ALLE «PILLOLE» QUOTIDIANE. LA RINCORSA DI LETTA CHE COPIA GLI AVVERSARI

    Francesco Boezi per “il Giornale”

     

    ENRICO LETTA ENRICO LETTA

    La campagna elettorale di Enrico Letta non ha gli «occhi della tigre»: semmai ha il volto della rincorsa. I sondaggi continuano a raccontare di una Caporetto annunciata del Partito Democratico, mentre le ultime due iniziative messe in campo dal segretario assomigliano più che altro a tentativi d'imitazione e poco a zampate feline.

     

    Dalle parti del Nazareno, tra gli annunci più roboanti delle ore appena trascorse, è spuntata la strategia per diffondere il programma: «Nei prossimi giorni presenteremo una proposta al giorno, faremo in modo che diventino il cuore della campagna elettorale stessa». Il presidente Silvio Berlusconi, con le pillole per «levare da torno la sinistra», ha anticipato il leader del centrosinistra di qualche tempo.

     

    il video di enrico letta alla stampa estera 1 il video di enrico letta alla stampa estera 1

    Che dire, poi, del video in tre lingue con cui l'inquilino del Nazareno ha cercato di marcare a zona Giorgia Meloni? Il presidente di Fdi, con il discorso in spagnolo, inglese e francese, ha lanciato più messaggi alla comunità europea ed a quella internazionale, mentre il vertice dem ha utilizzato lo strumento del video in più lingue soltanto per ribadire il suo pensiero sull'avversario.

     

    GIORGIA MELONI ENRICO LETTA GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

    La sensazione è che la Meloni avesse qualcosa da dire, Letta, al limite, qualcosa da osteggiare. Comunque sia, Letta ha provato la carta della sovrapposizione: «Abbiamo bisogno di un'Europa forte, di un'Europa della salute, di un'Europa della solidarietà. Ma tutto questo possiamo farlo soltanto senza nazionalismi nei Paesi europei e se ogni Paese cerca di stare insieme agli altri in modo solidale», ha osservato l'ex presidente del Consiglio.

     

    ENRICO LETTA ENRICO LETTA

    E ancora: «Fratelli d'Italia è alleata di Vox, il partito di estrema destra che considera l'Unione europea una minaccia per la sovranità dei loro Paesi, rappresenta l'ultra conservatorismo, il negazionismo del cambiamento climatico, l'ultranazionalismo ed è contro l'immigrazione, contro la comunità Lgbt».

     

    Infine il più classico degli appelli disperati: «Come sempre, la destra italiana sta interpretando il ruolo del capro espiatorio, sta giocando la carta del vittimismo. Ieri la colpa era del sistema finanziario internazionale o dell'establishment, oggi invece è la stampa internazionale ed estera, solo perché stanno facendo il loro lavoro. Continueremo a batterci per convincere gli italiani a votare per noi e non per loro. A votare per un'Italia al centro dell'Europa».

     

    LA BORRACCIA DI ENRICO LETTA CON SCRITTA BELLA CIAO LA BORRACCIA DI ENRICO LETTA CON SCRITTA BELLA CIAO

    Ylenia Lucaselli, parlamentare di Fdi, ha reagito così: «A Enrico Letta va il premio Oscar per miglior copiatore non protagonista. Il video in tre lingue con cui solleva, come oramai avviene quotidianamente, il grande allarme della destra è un'iniziativa alquanto pietosa, che ben definisce la campagna elettorale del Pd: zero proposte e molte polemiche, riflesso dell'allergia al voto dei dem, che danneggiano, queste sì, l'immagine dell'Italia a livello internazionale».

     

    Dopo il ricalco delle pillole di Berlusconi e quello del video della Meloni, manca il Carroccio. Non ci sarebbe da stupirsi, adesso che la Lega di Matteo Salvini ha reso noto di aver strutturato la sua campagna elettorale attorno al concetto di «Credo», se i dem provassero a fare qualcosa di simile. C'è poi un elemento della campagna elettorale di Enrico Letta che è sempre frutto di un'imitazione ma senza sfociare nel campo avversario: anche Romano Prodi aveva il suo pullman elettorale.

    L'odierno leader del Pd, che ha annunciato il tour per l'Italia, ha sfoderato un mezzo simile ma elettrico.

     

    ENRICO LETTA CARLO CALENDA ENRICO LETTA CARLO CALENDA

    2 - IL PD PRESENTA IL PROGRAMMA "GREEN, LAVORO E MENO TASSE CON LA DESTRA È BANCAROTTA"

    Car. Ber. per “La Stampa”

     

    «Ora al via quaranta giorni di impegno, ma senza passione e spirito unitario, che sto trovando ovunque vado, è tutto inutile». Dopo aver suonato la carica alle truppe lanciate in battaglia, che spera non si ammutineranno per la falcidie delle candidature in arrivo; dopo aver attaccato «l'idea di presidenzialismo della destra, la stessa del Msi di Almirante», e dopo aver detto che «il 25 settembre è una scelta storica, o si sta da una parte a difesa della costituzione o si vota per il suo stravolgimento», alla fine del suo intervento in Direzione, Enrico Letta svela l'ultima mossa: una sfida alla Meloni sullo stesso terreno, un video in tre lingue per smontare punto per punto la sua narrazione, «mirata a nascondere le impronte di politiche anti-europee».

     

    Vox e la destra antieuropea

    enrico letta presenta il minibus elettrico per la campagna elettorale enrico letta presenta il minibus elettrico per la campagna elettorale

    Un video con la stessa ossatura e tre marcature: sull'importanza del Trattato del Quirinale Italia-Francia cui la Meloni si oppose, nella versione in francese. Sulle implicazioni del rapporto con Vox - il negazionismo del cambiamento climatico, l'ultranazionalismo contro l'integrazione europea - nella versione in spagnolo.

     

    E sulla stagione del 2011 e il rischio default dell'Italia, in quella in inglese. Tanto per ricordare che il governo di Berlusconi in quegli anni «lasciò il Paese sull'orlo della bancarotta». E se proprio il Cavaliere «ha fatto un errore drammatico a mettere Mattarella nel fuoco della campagna elettorale», Letta alla stampa estera snocciola «l'europeismo, insieme alla protezione dell'ambiente e ai diritti sociali e civili, come uno dei valori fondanti del partito che dirige».

     

    ENRICO LETTA COME BINOTTO MEME ENRICO LETTA COME BINOTTO MEME

    Con un programma «progressista e in profondo contrasto con la proposta reazionaria e conservatrice delle destre». È questo il biglietto da visita del Pd, «partito che si batte contro i nazionalismi, contro il diritto di veto che i governi di destra nella nostra Europa hanno sempre voluto mantenere, quello stesso diritto di veto che Orban, amico e alleato della destra italiana, usa ogni volta che ne ha la possibilità per nuocere all'Europa».

     

    Lotta per le candidature

    Salario minimo, diritti, lotta alla precarietà: il Pd marca molto il suo profilo radicale e di sinistra nel programma lanciato ieri da Enrico Letta, per provare a conquistare voti casa per casa il 25 settembre.

     

    Un programma approvato ieri dalla Direzione dem, che si riunirà di nuovo a Ferragosto per approvare le liste elettorali: nodo intricatissimo, almeno stando alle cronache dal sottobosco, dove si registrano malumori dei segretari regionali per la pioggia di candidati piovuti da Roma, non sempre facili da digerire.

     

    nicola fratoianni enrico letta nicola fratoianni enrico letta

    Come nel caso di tutti i leader alleati, Speranza, Bonino, Della Vedova, Bonelli, Fratoianni o degli ex grillini, il capogruppo Davide Crippa, che dovrebbe essere candidato a Torino e il ministro Federico D'Incà, designato in Veneto. Tanto che Letta avverte che «serve uno sforzo sui collegi agli alleati per un progetto non di nicchia».

     

    Come a dire, rassegnatevi. Se sui nomi si incrociano le sciabole, per la mancanza di posti grazie al taglio dei parlamentari e l'affollamento di candidati, più facile la gestazione e l'accordo di tutte le correnti sul programma.

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    Un documento di 34 pagine, 44 schede, depositato insieme al simbolo elettorale, su cui il segretario punta per far breccia su quel 45% di indecisi che non sa chi votare. Ma anche su quelli che si erano disaffezionati al Pd dopo l'era Renzi e che «senza nostalgie per il passato», come dice Peppe Provanzano, «anzi ammettendo gli errori fatti», bisogna riportare alla casa madre.

     

    No flat tax, su i salari

    GIORGIA MELONI ENRICO LETTA GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

    Ecco dunque i grandi capitoli, Sviluppo sostenibile, Lavoro e Diritti, architrave del programma. Dunque, trasporto pubblico locale e libri gratis per chi ha un reddito basso; al posto della flat tax, riduzione Irpef per i redditi bassi e una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, trasformando quelle di valenza sociale (spese sanitarie, scolastiche, etc.) in erogazioni dirette ai contribuenti; aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più con una franchigia da 1.000 euro sui contributi Inps a carico dei lavoratori dipendenti, destinando a questo scopo il recupero di evasione fiscale fissato come obiettivo dal Pnrr entro il 2024. E poi, ok ai rigassificatori, ma solo per pochi anni.

     

    Per non interrompere la prospettiva della transizione ecologica. I territori dove verranno installati dovranno inoltre essere coinvolti nelle decisioni e adeguatamente compensati per l'impatto economico e sociale attraverso l'istituzione di un fondo ad hoc.

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