Estratto dell’articolo di Tommaso Labate per roma.corriere.it
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paolo sottocorona - previsioni meteo la7
Come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, Massimiliano Pasqui, climatologo del Cnr, è iscritto al partito di chi pensa che nulla è mai stato così, nulla tornerà come prima, anzi se non ci sbrighiamo il riscaldamento globale «diventerà un ulteriore elemento di divario sociale», per cose semplicissime da capire. «Parliamo dei lavoratori. C’è chi lavora con l’aria condizionata e chi fa il muratore, costretto alla fatica all’aria aperta sotto 40 gradi. Non c’è differenza?».
Le differenze — nel mondo in cui convivono climatologi, meteorologi, fisici, matematici, tutte persone che di questi tempi hanno visto moltiplicarsi a dismisura il numero delle volte in cui squilla il telefono e dell’altra parte ci sono giornalisti, autori tv, organizzatori di convegni — ci sono e sembrano ricalcare lo stesso canovaccio dell’epoca del Covid.
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paolo sottocorona - previsioni meteo la7
Per aver detto «l’allarme c’è ma gli allarmismi dobbiamo evitarli», Paolo Sottocorona, volto di La7 con mezzo secolo di meteorologia militante sulle spalle, è stato ascritto al fronte nei negazionisti del cambiamento climatico. «E mi fa ridere», dice, «perché sono anni e anni che, insieme ad altri, parlo del surriscaldamento del pianeta senza che fregasse nulla a nessuno. E se l’anno prossimo farà meno caldo di quest’anno che facciamo, consideriamo il problema risolto quando non lo è affatto? Io dico, prendiamo di petto l’allarme senza fare allarmismi. Non c’è bisogno di inventarsi 47 gradi che non ci sono per stabilire che siamo nel pieno di un’emergenza che non finisce certo domani».
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Del marketing del clima, che a suo dire fa bene assai alla comprensione del fenomeno del riscaldamento globale, l’esperto massimo italiano è Antonio Sanò, fondatore de iLMeteo.it, matematico, inventore dei nomi «Cerbero» e «Caronte». «All’estero questa cosa dei nomi piace perché è efficace, qua da noi si infastidiscono perché evidentemente siamo italiani e dobbiamo litigare per forza...».
Domanda: giura di non aver mai forzato il numeretto delle temperature massime per dare più audience al suo sito? «Giammai», risponde. «Anzi, ci siamo tenuti bassi con gli allarmi sulle grandinate perché, al contrario delle ondate di calore, sulle precipitazioni non ci sono modelli matematici così precisi e abbiamo preferito dire una cosa in meno che una in più. Quanto alle temperature: 47,2 gradi tra Mazzara del Vallo e Sciacca, 47 a Decimomannu in Sardegna, 42,9 in alcuni quartieri di Roma. Tutto vero. Certo, magari è durato poco ma le cifre sono certificate...».
Guido Caroselli è stato per trent’anni il volto più celebre del meteo di Mamma Rai. «Qua non siamo di fronte a una versione aggiornata del modello di dibattito che era in corso tra i virologi all’epoca della pandemia. La stragrande maggioranza di noi pensa le stesse cose e le pensa da anni», scandisce. Poi, per capire da che parte sta, incide sulla pietra una frase: «Se anche la smettessimo subito con tutte le emissioni di Co2 e di sostanza inquinanti, il riscaldamento globale rimarrebbe con noi per decine, forse centinaia di anni. Si capisce, no, in che mare di guai siamo?».
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