Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"
ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE
In tempi non sospetti Goffredo Bettini, che è stato il primo a teorizzare la necessità di costruire un rapporto tra Pd e 5 Stelle, aveva profetizzato: «Il Movimento sarà un nostro competitore-alleato». E così dicendo l' esponente dem aveva individuato il possibile doppio ruolo dei grillini rispetto ai dem.
I dirigenti pd, però, si sono esercitati - e hanno litigato - solo sul tema dell' alleanza, trascurando il fatto che il M5S potesse ingaggiare una competizione con il Partito democratico. Ora che mancano pochi mesi alle Amministrative quell' aspetto della possibile evoluzione del rapporto tra dem e grillini emerge con chiarezza.
enrico letta giuseppe conte
Come si evince da Giuseppe Conte, che spiega che il M5S, al contrario del Pd, si rivolge anche al centro. Un modo per relegare i dem a sinistra. Ma Enrico Letta evita questo rischio: «Noi non abbiamo nessuna sudditanza nei confronti del M5S. Il Pd parla a tutti e recupera l' ispirazione originaria interclassista che è stata alla base del modello di Andreatta quando pensò al progetto di partito dei democratici».
Lo spirito competitivo del M5S, dunque. A cui si aggiungono le difficoltà incontrate in molti territori nelle trattative sulle Amministrative. Accade così che l' alleanza, auspicata, vagheggiata, perennemente annunciata come prossima, adesso segni il passo. Del resto, è sempre Conte a dire «non mi straccerò le vesti laddove non sarà possibile stringere intese». E non è stato possibile in molte città importanti, come Milano, Roma e Torino.
enrico letta giuseppe conte 1
Non si faranno nemmeno gli apparentamenti al secondo turno, come pure in un primo tempo avevano sperato i dem. A Milano perché i grillini sono praticamente ininfluenti. A Torino perché il vincitore delle primarie Stefano Lo Russo è l' arcinemico di Chiara Appendino. A Roma perché anche Roberto Gualtieri, che finora aveva evitato di infierire troppo su Virginia Raggi, negli ultimi giorni è stato costretto a dire qualcosina in più e l' altro ieri ha annunciato: «Non vedo spazi per apparentamenti con i 5 Stelle».
ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE
Ciò nonostante una parte del Pd punta ancora a convincere almeno gli elettori grillini a sostenere i candidati dem al secondo turno. Francesco Boccia, per esempio, ammette di nutrire questa speranza: «Confido negli elettori ai ballottaggi». E anche Gualtieri ci sta facendo un pensierino: «Ci rivolgeremo anche agli elettori di Raggi». I quali, però, stando a un sondaggio commissionato dal centrodestra, sono pronti per la maggior parte a votare per Enrico Michetti.
Se ciò non bastasse ci ha pensato Appendino a troncare ogni speranza: «Al secondo turno i nostri elettori faranno ciò che credono. Le alleanze non si costruiscono in dieci giorni, sarebbe come uno scambio di poltrone». Del resto, proprio a Torino Conte è tornato a chiedere ad Appendino di ricandidarsi: segno che queste Amministrative si svolgeranno più nel segno della competizione che dell' alleanza.
Di fronte a questo scenario Letta ostenta una calma olimpica: «Non ci sono - dice - né allontanamenti né avvicinamenti con i 5 Stelle. I processi politici non si improvvisano, serve disponibilità a ricercare con costanza il dialogo e la costruzione di posizioni comuni, tema per tema.
E questa disponibilità secondo noi c' è in entrambi gli interlocutori».
Francesco Boccia
Insomma, il Pd punta comunque a mantenere la pace con il M5S (e in mancanza dell' alleanza con i grillini valuta di candidare qualche esponente delle Sardine). Chissà se è per è per tenersi buoni i 5 Stelle che il segretario del circolo di Balduina-Montemario Enrico Sabri, contrario all' intesa, è stato sospeso per un mese dal Pd, dopo aver scritto su Facebook: «Bettini mi hai un pochino scocciato». «Un provvedimento degno di Ceausescu», lo definisce Carlo Calenda.