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    L’ALTA TENSIONE SU TERNA SI È PLACATA, MA RESTA UN DUBBIO: GIUSEPPINA DI FOGGIA È IN GRADO DI GOVERNARE UN’AZIENDA CON 5500 DIPENDENTI, CHE VALE 15 MILIARDI? DOPO L’INCONTRO CON GIORGIA MELONI, A CUI L’AD HA MINACCIATO LE DIMISSIONI, IL CDA CI HA MESSO UNA PEZZA E HA TRASFORMATO L’USCITA DEL CFO, AGOSTINO SCORNAJENCHI, DA NON CONSENSUALE IN CONSENSUALE. COSÌ, CI SARÀ TEMPO FINO AL 31 AGOSTO PER TROVARE UN NUOVO CHIEF FINANCIAL OFFICER…


     
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    Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per www.repubblica.it

     

    La settimana ad alta tensione di Terna si conclude all’una di mattina di venerdì 4 agosto quando la società emette un comunicato stampa in cui conferma le anticipazioni di Repubblica del giorno prima.

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    Escono dalla società il cfo Agostino Scornajenchi e il direttore corporate affairs Giuseppe Del Villano. Per l’uscita del primo, però, è stato trovato un accordo consensuale per far sì che rimanga nella sua funzione di dirigente preposto alla redazione del bilancio fino al 31 agosto, e poi in azienda fino al 31 dicembre.

     

    In 48 ore, dunque, è stato posto rimedio allo scivolone dell’ad Giuseppina Di Foggia che martedì aveva convocato i due manager di prima linea annunciandogli il licenziamento, senza avere i nomi pronti per la loro sostituzione e senza comunicarlo al cda e al mercato, come una società quotata è obbligata a fare per i manager strategici.

     

    […] Sentite le intenzioni di Di Foggia, Scornajenchi e Del Villano si sono rivolti prima all’azionista Cdp e poi al Mef dove il ministro Giancarlo Giorgetti ha avvertito subito la premier.

     

    Agostino Scornajenchi Agostino Scornajenchi

    Giorgia Meloni ha convocato immediatamente Di Foggia, avendo lei stessa sponsorizzato la sua nomina alla guida della grande partecipata pubblica lo scorso aprile, chiedendogli conto dell’accaduto. Il nome di Di Foggia, ex ad di Nokia Italia, era in una lista di cinque candidati per la guida di Terna insieme a Roberta Neri, Gianni Armani, Agostino Scornajenchi e Stefano Siragusa. Ma è balzata in vetta alle preferenze anche perché ben conosciuta da Arianna Meloni.

     

    Nel colloquio con la premier Di Foggia avrebbe lamentato la scarsa collaborazione dei suoi sottoposti in prima linea, uomini molto legati alla precedente gestione, quella di Stefano Donnarumma. Ma quando le è stato chiesto di inserire nell’organigramma la figura del direttore generale Di Foggia ha rifiutato con sdegno minacciando le dimissioni.

     

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    Intanto il cda chiedeva conto dell’accaduto convocando una riunione straordinaria per giovedì sera alle 18. In quella sede si è consumato lo scontro tra l’ad e diversi consiglieri, tra cui il presidente in quota Lega Igor De Blasio sostenuto da Enrico Cucchiani, in cui alla fine si è convenuto di trasformare l’uscita di Scornajenchi da non consensuale a consensuale, dietro corresponsione di un anno e mezzo di indennità in più di quella spettante, e di far rimanere quest’ultimo in carica fino al 31 agosto. Entro quella data, però, si dovrà trovare il nuovo cfo e un nuovo cda dovrà delegarlo a svolgere la funzione di dirigente preposto, con approvazione del collegio sindacale.

     

    Viene così messa una toppa allo scivolone della Di Foggia e allo stesso tempo si evita il potenziale danno di immagine per Meloni per una scelta compiuta soltanto tre mesi fa. Ma rimangono le difficoltà per la manager ex Nokia di prendere in mano un’azienda con 5500 dipendenti e del valore di 15 miliardi. […]

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