ecobonus ristrutturazioni
(ANSA) - Con "5.175 milioni di euro incagliati nei cassetti fiscali delle imprese - di cui 3.684 milioni (il 71,2%) per il superbonus e 1.491 milioni (28,8%) per gli altri bonus edilizi - la loro inesigibilità costerebbe la perdita di 46.912 addetti nelle micro e piccole imprese".
È la nuova "denuncia" di Confartigianato che ha calcolato l'impatto sull'occupazione nelle costruzioni del blocco della cessione crediti. Così "si ridurrebbe del 40% l'aumento di occupazione creato nel settore delle costruzioni nell'ultimo anno".
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"È paradossale e autolesionista" avverte il presidente Marco Granelli. Confartigianato "ha calcolato l'impatto sull'occupazione nel settore delle costruzioni a causa del blocco del sistema della cessione dei crediti, non gestibili sul mercato bancario a causa delle continue modifiche normative in materia".
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E sintetizza: "Se le piccole imprese non potranno incassare i 5,2 miliardi di crediti fiscali per lavori incentivati dai bonus edilizia si perderanno 47mila posti di lavoro". Così si ridurrebbe del 40% l'aumento di occupazione creato nel settore delle costruzioni nell'ultimo anno, pari a 116 mila unità posti di lavoro in più tra il primo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, equivalente ad un ritmo di crescita del +8,4%, il doppio rispetto al totale dell'economia (+4,1%).
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"Il blocco dei crediti, le continue modifiche normative in materia di bonus edilizia e la volontà del Governo di non prorogare il superbonus - evidenzia la confederazione di artigiani e piccole imprese - colpiscono proprio l'unico settore che, anche grazie a queste misure di sostegno, ha rimesso in moto il mercato del lavoro negli ultimi due anni.
Infatti, tra il primo trimestre 2020 e il primo trimestre 2022, le costruzioni hanno fatto registrare l'aumento di 176mila addetti, a fronte del calo generalizzato di addetti nei servizi (-106mila), nella manifattura (-41mila), nell'agricoltura (-50mila). A livello territoriale il maggiore incremento di occupazione nelle costruzioni si è registrato nel Mezzogiorno, con 101mila addetti in più negli ultimi due anni, seguito dalla crescita di 71mila occupati nel Nord Ovest".
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"È paradossale e autolesionista - commenta i presidente di Confartigianato Marco Granelli - bloccare strumenti che hanno consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e che dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese. Mi auguro si trovi una soluzione rapida e di buon senso, innanzitutto per 'liberare' i crediti fiscali incagliati ed evitare il fallimento di migliaia di imprese che non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi, oltre a scongiurare la miriade di contenziosi legali che si aprirebbe inevitabilmente a causa del blocco dei cantieri avviati, a danno dei cittadini che hanno commissionato i lavori e che ora li vedono messi a rischio".
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"Per il futuro degli incentivi nel settore edilizia, che la Commissione europea ha indicato tra le armi più efficaci per rilanciare lo sviluppo - aggiunge Granelli - mai più gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori. Siamo pronti fin d'ora ad un confronto con il Governo e il Parlamento per individuare soluzioni equilibrate, che mettano al riparo dalle truffe dei finti imprenditori, e definire provvedimenti certi, strutturali e sostenibili finalizzati a favorire la transizione green e il risparmio energetico".