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    FINCHÉ CI SARANNO PUTIN E ZELENSKY AL POTERE, NON CI SARÀ PACE IN UCRAINA – L’AMBASCIATORE MASSOLO: “NESSUNO DEI DUE È IN GRADO DI ARRIVARE A UN ACCORDO. IL PRESIDENTE RUSSO HA PERSO LA GUERRA E HA BISOGNO DI SALVARE LA FACCIA. ZELENSKY NON ACCETTERÀ NULLA DI MENO CHE LUI CHIAMA VITTORIA, NON PUÒ FARE NESSUN PASSO INDIETRO” – “LA REAZIONE DI ISRAELE È LEGITTIMA E COMPRENSIBILE, MA HA CREATO UNA DIFFORMITÀ DI AGENDE CON LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE” – IL FUTURO DELLA NATO, IL RUOLO DEI SERVIZI E LA SCONFITTA DI ROMA A EXPO 2030


     
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    giampiero massolo 3 giampiero massolo 3

    Estratto dell’articolo di Giulio Gambino per www.tpi.it

     

    Presidente Massolo, questo numero della nostra rivista vuole provare ad analizzare i temi chiave del 2024. Che anno sarà?

    «L’anno che verrà sarà caratterizzato da diverse fenomenologie: la prima è l’evolversi delle guerre in atto, in particolare Ucraina e Medio Oriente, che sono accomunate dal fatto di poter essere mitigate, ma non risolte, visto che si tratta di crisi che si protrarranno per lungo tempo.

     

    Questi due conflitti nel 2024 dovranno essere gestiti, anche se non sarà facile. Al tempo stesso hanno dinamiche diverse: la prima guerra porta allo stallo, la seconda, quella in Medio Oriente, può portare potenzialmente e sperabilmente a un nuovo dinamismo della regione.

     

    donald trump donald trump

    Queste sono le scommesse principali che ci accompagneranno nell’anno in arrivo. Un altro tema sarà quello di coniugare la transizione energetica con le esigenze di economie in difficoltà. E ancora l’esigenza di gestire i flussi migratori e tenere sotto controllo il rapporto tra Stati Uniti e Cina.

     

    In questo panorama si svolgeranno le campagne elettorali per le Europee e soprattutto per l’elezione del prossimo presidente americano, che potrebbe portare a forti discontinuità negli equilibri interni e mondiali attuali, specie in caso di vittoria di un repubblicano».

     

    A proposito di Stati Uniti, anche se è ancora presto, possiamo dire che è probabile una vittoria di Donald Trump?

    «Diciamo che non la possiamo escludere. Ad oggi Trump ha un’elevata possibilità di diventare il candidato repubblicano. A quel punto è abbastanza logico pensare che il candidato democratico sarà Joe Biden. Tra i due, Trump avrebbe quindi una possibilità concreta di tornare ad essere presidente degli Stati Uniti. È necessario però tenere conto di un elemento: bisognerà vedere quale sarà l’orientamento dei grandi finanziatori dei repubblicani […]».

    ASSALTO CAPITOL HILL ASSALTO CAPITOL HILL

     

    Dopo l’assalto di Capitol Hill sembra assurdo pensare a una possibile nuova vittoria del tycoon.

    «Quell’episodio […] è la dimostrazione plastica di cosa sono diventati gli Stati Uniti oggi: un Paese molto diviso e polarizzato, che adotta due metodologie che non erano proprie della politica americana, vale a dire la delegittimazione dell’avversario e la presa in ostaggio di ogni tema nel dibattito interno, compresa la sicurezza nazionale. […]».

     

    BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA

    Sembra che in America […] stia vacillando l’unità nei confronti del sostegno alla causa ucraina. Può essere un segnale sia per Biden sia per quelle che saranno le decisioni future in politica estera di Washington?

    «Quello che sta succedendo nei riguardi della guerra in Ucraina – quella cosiddetta “fatigue” – ha radici lontane. Bisogna tenere conto di tre elementi: l’imminenza delle elezioni americane, un’oggettiva fatica per le opinioni pubbliche internazionali a tenere alta l’attenzione e la partecipazione nei confronti di conflitti che si protraggono a lungo, e poi c’è il fatto che la controffensiva ucraina non ha avuto successo ed è sospesa, tanto che c’è chi evoca la possibilità che in primavera ci sarà una nuova offensiva russa.

    vladimir putin volodymyr zelensky vladimir putin volodymyr zelensky

     

    Il punto è che sia Putin che Zelensky non sono in grado di arrivare a un accordo negoziale. Il presidente russo perché ha fallito fin dall’inizio dell’invasione, non riuscendo a installare un governo fantoccio a Kiev e ora ha bisogno di salvare la faccia in qualche modo. E Zelensky perché non può fare nessun passo indietro dopo i massacri subiti, come quello di Bucha. Tutti e due, quindi, aspetteranno i fatti e gli sviluppi sul terreno».

     

    volodymyr zelensky joe biden incontro alla casa bianca 2 volodymyr zelensky joe biden incontro alla casa bianca 2

    Quale può essere l’evoluzione del conflitto?

    «Allo stato attuale sul terreno c’è una situazione di stallo, che non sembra possa cambiare a breve. Sta infatti mutando il paradigma: non si dice più “aiutiamo gli ucraini a vincere” […] . Perché è un’ipotesi che – come abbiamo visto sul campo – non si realizzerà. Ora si dice “aiutiamo a metterli in sicurezza”, cioè, anche se nessuno lo ammette, significa che un 15-20% del territorio ucraino resterebbe alla Russia».

     

    URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY

    In che modo si metterebbe in sicurezza l’Ucraina?

    «O attraverso il suo ingresso nella Nato […] oppure armando l’Ucraina, facendola diventare un boccone indigesto per l’invasore russo. È sempre la situazione sul campo a determinare cosa accadrà.

     

    Un risultato che potrebbe prodursi nei fatti potrebbe essere quello di rispolverare il modello della divisione tra Germania Est e Ovest, cioè un ampio territorio ucraino che resta occidentale, e una parte molto più piccola, a Est, che Putin di fatto ha occupato. […] Andrà altresì salvaguardata la prospettiva europea dell’Ucraina e da questo punto di vista la decisione del Consiglio europeo di avviare i negoziati di adesione con Kiev ha un valore strategico».

     

    volodymyr zelensky e jens stoltenberg al vertice nato di vilnius volodymyr zelensky e jens stoltenberg al vertice nato di vilnius

    Quali possono essere le difficoltà in questo processo?

    «Ci sono da considerare due aspetti: da un lato non sappiamo se e quando si voterà in Ucraina, ma è certo che Zelensky non accetterà nulla di meno di quello che lui chiama la vittoria. L’altro è che Putin ha perso la guerra: per congelarla ha bisogno di qualcosa che gli permetta di dire alla sua opinione pubblica che non è stato sconfitto. […] ».

     

     

    […] Tempo fa Carlo De Benedetti in un’intervista mi disse che la Nato dovrebbe essere rivista. Lei che ne pensa?

    giampiero massolo foto di bacco giampiero massolo foto di bacco

    «La Nato aveva attenuato la sua identità per il venir meno del nemico dopo la caduta del muro di Berlino. Adesso invece abbiamo ai confini orientali dell’Alleanza un Paese che ha aggredito uno Stato sovrano. L’esigenza di difesa è talmente forte che ha spinto Svezia e Finlandia a rinunciare alla loro tradizionale neutralità ed entrare nell’Alleanza atlantica […]. Questo è un altro degli elementi della sconfitta di Putin. Una Nato ancora più presente ai suoi confini».

     

    Su Gaza la credibilità dell’Occidente, che resta un po’ alla finestra, rischia di essere minacciata?

    gaza distrutta dai bombardamenti israeliani gaza distrutta dai bombardamenti israeliani

    «C’è stato un terribile atto terroristico, che potremmo definire un 11 settembre israeliano. Ne è seguita quindi una reazione legittima e pienamente comprensibile, che ha però creato una difformità di agende tra la comunità internazionale e Israele.

     

    Quest’ultimo punta soprattutto a decapitare Hamas e a ristabilire la deterrenza e la sicurezza e poi a liberare gli ostaggi. Questo terzo tema è invece quello più cogente per la comunità internazionale, messo al centro della propria agenda, insieme agli aiuti umanitari e alla gestione del dopoguerra.

     

    gaza distrutta dagli attacchi israeliani gaza distrutta dagli attacchi israeliani

    Più la reazione israeliana si fa dura e si protrae nel tempo, più queste due agende tendono a divaricarsi. Se vogliamo riprendere una forma di dialogo in Medio Oriente bisogna che i Governi si impegnino a tornare a far coincidere le agende. È quello che prova a fare il presidente Biden».

     

    Il caso dell’Expo assegnato a Riad dimostra l’influenza di soft power dell’Arabia Saudita. Ritiene possa essere un grosso rischio da non sottovalutare?

    giampiero massolo 2 giampiero massolo 2

    «Credo sia un dato di fatto che le decisioni internazionali siano sempre più condizionate dalle risorse che si possono mettere in campo per perseguire le proprie finalità. In un sistema di relazioni internazionali che diventa anarchico, senza che nessuno da solo sia in grado di dettare i temi chiave, c’è molto più spazio per queste medie potenze emergenti, molto risolute nella loro azione, ricche di mezzi e che spesso non utilizzano modalità da democrazie europee.

     

    I SAUDITI FESTEGGIANO L ASSEGNAZIONE A RIAD DI EXPO 2030 I SAUDITI FESTEGGIANO L ASSEGNAZIONE A RIAD DI EXPO 2030

    Questo dovrebbe essere argomento di dibattito: vogliamo che le determinazioni della comunità internazionale siano dettate unicamente dal volume delle risorse impiegate o che siano mediate da accordi, ridando linfa al metodo multilaterale? Questo è un tema sempre più attuale e su cui si dovrebbe riflettere».

     

    […] Possiamo però dire che negli ultimi anni abbiamo assistito a un fallimento graduale dei servizi?

    «No, non direi. Normalmente i governi chiedono alle proprie intelligence tre cose: contestualizzare fenomeni complessi, essere informati correttamente e al momento giusto, e cercare di cambiare le situazioni sul terreno.

     

    Quest’ultima è la richiesta sempre più crescente ma al tempo stesso più difficile da realizzare. Come per la diplomazia, l’intelligence è uno strumento, ma non l’unico a disposizione».

     

    […] Siamo quindi sempre più in un mondo anarchico, dove i Putin o gli Xi Jinping vengono visti come attraenti?

    xi jinping vladimir putin a pechino xi jinping vladimir putin a pechino

    «Non è una realtà multipolare, se per multilateralismo intendiamo dei poli che si aggregano e si condizionano l’uno con l’altro. C’è una relativa compattezza occidentale e un Sud globale accomunato da una vena anti-occidentale, ma fatto da Paesi che si alleano solo sulla base di interessi contingenti. Stiamo uscendo da un ordine mondiale a guida dell’Occidente, con la supremazia del libero mercato, ma non siamo ancora né in un mondo a guida cinese o americana, né in uno davvero multipolare».

    roberto gualtieri - expo 2030 - vignetta by osho roberto gualtieri - expo 2030 - vignetta by osho volodymyr zelensky joe biden incontro alla casa bianca 4 volodymyr zelensky joe biden incontro alla casa bianca 4 zelensky ursula von der leyen zelensky ursula von der leyen URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY joe biden e volodymyr zelensky - armi all ucraina -vignetta osho joe biden e volodymyr zelensky - armi all ucraina -vignetta osho

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