Estratto dell’articolo di Monica Perosino per “La Stampa”
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a dire che la vittoria del suo Paese «dipende» dal sostegno del mondo occidentale e si è detto «sicuro» che gli Stati Uniti approveranno un pacchetto critico di aiuti militari.
«Se l'Ucraina perderà, se sarà molto difficile per noi e se ci sarà un gran numero di vittime dipende da voi, dai nostri alleati, dal mondo occidentale», ha detto in una conferenza stampa a Kyiv, nella quale ha fatto riferimento anche all'Italia: «Meloni è dalla nostra parte, sono molto grato alla vostra premier e sono felice dell'accordo che abbiamo siglato ieri, ma ci sono molti pro-Putin in Italia, e prima di tutto dovreste cancellare loro i visti. Anche questa è un'arma» per aiutarci a vincere. «Vedete cosa succede quando i russi si trovano in un Paese, vedete la guerra in Ucraina, per questo credo che dovreste mandarli via».
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
[…]sono iniziate le procedure di voto anticipato per le presidenziali russe nei territori occupati dell'Ucraina. Ieri mattina, uomini armati fino ai denti e 700 "osservatori" inviati dal Cremlino hanno invitato i residenti della regione di Zaporizhzhia - nelle amministrazioni meridionali sotto il controllo russo -, a esprimere la loro preferenza.
Casa per casa, villaggio dopo villaggio, hanno invitato gli ucraini a recarsi alle urne, spesso li hanno accompagnati ai seggi. In alcuni casi non c'è stato bisogno, perché a votare sono state quelle che qui in Ucraina chiamano "Le anime morte", una citazione del capolavoro di Gogol'che spiega bene la differenza tra numero di elettori e schede scrutinate.
Le autorità russe si aspettano di arrivare a uno spontaneo 94% per Vladimir Putin. Il sindaco di Melitopol ha parlato anche di almeno 8 autobus carichi di agitatori, che da settimane si sono insediati nelle case degli sfollati per preparare la popolazione all'evento e compilare, dicono fonti ucraine, liste nere di «traditori».
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[…] Il governatore ucraino Ivan Fedorov ha detto che l'esercito russo ha colpito 263 volte in 24 ore dieci insediamenti della regione di Zaporizhzhia. Le truppe russe hanno attaccato anche Robotyne, Vilnyansk, Huliaypole, Novoandriivka, Novodanylivka, Malynivka, Mala Tokmachka con 60 droni e 14 MLRS.
Nell'ultima settimana, l'esercito russo ha attaccato 3.200 città e villaggi nell'oblast di Zaporizhzhia, ha alzato il tiro anche nel Kherson, e su tutta la linea del fronte. I colpi si sono concentrati su edifici residenziali, istituti scolastici e infrastrutture civili. Nella notte Mosca ha lanciato un attacco su larga scala a Kostiantynivka, nel Donetsk, con missili S-300, che hanno polverizzato case ed edifici civili, tra cui una stazione ferroviaria e una chiesa, tre scuole, un ufficio postale, 21 negozi e un chioschetto che vendeva caffè.
[…] L'accelerazione russa, che ha ripreso impeto e vigore nell'ultima settimana, non corrisponde a guadagni significativi sul terreno e, se si eccettua la caduta di Avdiivka, che è costata alle forze di Mosca più vittime che durante l'intera guerra sovietico-afghana, l'esercito rimane sostanzialmente sulle stesse posizioni con costi umani e militari enormi.
MATTEO SALVINI E PUTIN
Ma Putin ha tempo, armi e, per ora, carne da cannone in abbondanza (sia sul fronte meridionale che su quello orientale sta schierando le forze Storm Z, reclutate nelle carceri) e la drammatica carenza di munizioni e di difesa aerea di Kyiv sta mettendo a rischio la tenuta delle linee ucraine. La metà delle forniture di armi non arriva in tempo, ha spiegato il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov durante il forum "Ucraina. Anno 2024", quando su alcuni fronti – dicono i militari – non arrivano del tutto.
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Dieci anni dopo lo scoppio del conflitto con i separatisti sostenuti dalla Russia e due anni dopo l'invasione su vasta scala, «gli ucraini sono esausti ma sempre determinati a respingere gli invasori», dice l'Institute for the Study of War e, soprattutto, dicono gli stessi ucraini: «Ogni famiglia porta un lutto – dice Karolina Denikin, volontaria in un centro per gli sfollati a Odessa -. Dobbiamo essere forti perché non abbiamo scelta, ma nonostante le nostre case siano distrutte e non si veda ancora la fine a questa guerra, non smetteremo mai di opporci a chi vuole sottometterci». […]
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