da http://lens.blogs.nytimes.com
yu con un amico a pechino
Nonostante la cultura teatrale del “cross-dressing”, la Cina non è certo nota per le sue ampie vedute sulla sessualità. Il progetto “I and I” di Tomoko Kikuchi va avanti da dieci anni e non racconta solo la storia di “drag queen” che si confrontano con la società circostante, ma di persone che fanno i conti con se stesse. Devono superare i problemi con le famiglie, con l’amore, con il lavoro, ma soprattutto devono accettarsi. Tomoko ha illustrato questo progresso, dal periodo buio alla liberazione personale.
yang yang nel backstage
Meimei, nata con genitali ambigui, è stata cresciuta come un ragazzo. Ha bene accolto l’iniziativa della fotografa, che ha invece avuto difficoltà con altre “drag”, diffidenti in quanto lei era giapponese ed eterosessuale. Sono passati anni prima di conquistare la loro fiducia. Molte delle donne che Tomoko ha ritratto sono fuggite dalla Cina rurale per raggiungere Pechino, dove avrebbero potuto vivere senza affrontare il chiacchiericcio del villaggio. Ma la vita di città non era affatto facile, significava uscire allo scoperto quando il sole era tramontato, per infilarsi in qualche club underground. La competizione per trovare lavoro era così sfrenata, che molte si sono dovute mantenere con la prostituzione, condividendo appartamenti economici e angusti.
xixi nella sua stanza
La Kikuchi ha testimoniato diversi cambiamenti nel tempo: «La percezione della sessualità oggi è diversa, c’è più consapevolezza e una grande mano l’ha data la tecnologia. Ciò che non può essere pubblicato ufficialmente, finisce on line, dove si scopre che esistono altri modi di esprimere la propria sessualità. Le persone si connettono e si scambiano esperienze sui social network».
xinxin piange a letto
Nel 2008 la Kikuchi ha seguito delle drag ventenni a Chongqing, una realtà completamente diversa dal nord. Qui le drag non si nascondono, indossano vestiti da donna ed escono di pomeriggio. I nati negli anni Ottanta, in genere, hanno nozioni più fluide sulla sessualità, hanno più sicurezza di sé.
wanjia dorme nel backstage a pechino
Le drag di Xi-an sono molto diverse dalle altre, la loro arte deriva dall’opera tradizionale cinese. Lala invece è una vecchia drag che si esibisce ai compleanni e ai funerali. Porta i segni del suo tentato suicidio, profonde cicatrici da taglio sul collo. Anna è immortalata durante il suo finto matrimonio, vestita da maschio. Per le drag di campagna è normale inscenare un matrimonio con una lesbica. Pandra ha 50 anni e appartiene alla prima generazione di drag, faceva parte delle truppe comuniste negli anni ‘70 e aprì il primo gay bar di Chongqing negli anni ‘80.