Estratto dell'articolo di Camilla Mozzetti per "Il Messaggero"
ANZIANA TRUFFATA
Quindici monete “Kruger-Rand” in oro e poi accendini Dupont e Cartier ma anche orologi, tra cui un Patek Philippe, un Hoblot, un Baume et Mercier, un Cartier senza contare i gioielli: dieci paia di orecchini in oro e pietre preziose, spille, anelli e collane. Le hanno fatto credere di dover consegnare un pacco postale al figlio e hanno orchestrato e firmato una truffa da oltre un milione di euro.
Fra le più importanti registrate in Italia da inizio dell’anno e non solo per l’entità del “bottino” ma anche per le generalità della vittima, ovvero la consorte di un diplomatico italiano che nel corso della sua carriera è stato anche Ambasciatore in Russia e Stati Uniti. «Mi hanno chiamato al telefono e un uomo che credevo fosse mio figlio mi ha detto che avrei dovuto ritirare un pacco e che avrei dovuto pagare con contrassegno».
ANZIANA TRUFFATA
È il pomeriggio del tre luglio scorso quando la donna, classe 1940, varca la soglia del commissariato di polizia Villa Glori per sporgere denuncia. Capisce troppo tardi di essere stata raggirata e truffata: in mano a quell’uomo, che telefonandole si era finto suo figlio, ha messo tutto ciò che di valore aveva in casa e la “refurtiva” non è stata ancora trovata ma l’autore della truffa sì ed è stato fermato.
L’uomo si chiama Jonathan Cristofaro, classe 1994, di natali campani e con una serie di precedenti specifici alle spalle. Proprio da Napoli era partito con un’auto risultata noleggiata da un conterraneo la cui società aveva sede legale a Lignano Sabbiadoro e insieme a un complice ha firmato la maxi truffa. Il gip Daniela Ceramico D’Auria nel convalidare l’arresto e disporre la misura cautelare in carcere ha specificato come l’indagato non si fosse fatto «scrupolo di ritornare per tre volte presso l’abitazione della persona offesa», raggirandola «sino al punto di ottenere un profitto illecito di circa un milione di euro». [...]
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Ad incastrarlo, da ultimo, i passaggi ai caselli autostradali. «Ha suonato il telefono e io ho risposto, così è nato tutto» spiegò lo scorso luglio la donna. Aveva creduto che dall’altra parte del telefono ci fosse il figlio che l’avvertiva di una consegna pomeridiana da saldare.
Dopo pochi minuti era arrivata una seconda telefonata, stavolta del complice di Cristofaro che, spacciandosi come addetto postale, informava la signora dell’orario della consegna e della cifra che avrebbe dovuto avere a disposizione per pagarla, ovvero 5.300 euro. La vittima però non aveva tutto quel denaro contante in casa, così propose un bonifico che chiaramente fu respinto.
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«Mi dia in consegna dei preziosi - replicò la finta corriera - non si preoccupi conosco bene suo figlio». La conversazione si concluse ma ecco che, a breve distanza, l’ultima telefonata del “finto” figlio: «Non ti preoccupare prepara quello che hai». Così la donna ha preso un po’ di oggetti e li ha avvolti in un panno, quando il corriere ha citofonato lei ha parto la porta e lui è entrato. [...]