Matteo Meneghello per www.ilsole24ore.com
L’assemblea degli azionisti di Campari conferma il dividendo (per un esborso pari a 62,9 milioni), approva i conti e conferma il piano di buyback da 350 milioni; dà il via libera inoltre al percorso di trasferimento della sede legale nei Paesi Bassi ma, contemporaneamente, incassa la raccomandazione del cda a revocare quest’ultima delibera in una eventuale, prossima assemblea. Il perfezionamento dell’operazione - spiega la società - è subordinato ad alcune condizioni sospensive, tra queste la circostanza che l’ammontare del recesso non ecceda un importo di 150 milioni.
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A prescindere da questa soglia, però, la società si prepara a fare marcia indietro, nel caso il numero di azioni oggetto di recesso «non fosse trascurabile». Per questa ragione è prevista la convocazione di una nuova assemblea straordinaria entro il 30 giugno. Il livello accettabile di recessi è stato indicato in circa 3 milioni di azioni, per un esborso complessivo di circa 25 milioni di euro e quindi nettamente inferiore ai 150 milioni indicati inizialmente.
La revoca eviterebbe il pagamento del prezzo di liquidazione agli azionisti che abbiano esercitato il diritto di recesso, le cui relative azioni saranno comunque bloccate per un periodo di 90 giorni dall’esercizio del diritto di recesso e sino alla nuova assemblea straordinaria da convocarsi entro il 30 giugno 2020 o per un periodo di 180 giorni, nel caso in cui l’operazione non fosse cancellata e la procedura di recesso fosse completata.
Per quanto riguarda i conti , le previsioni dal gruppo Campari, pubblicate il 18 febbraio, «non riflettevano gli impatti derivanti da Covid-19, e, pertanto, non possono restare invariate». Lo conferma la società in una nota. «Contestualmente, a causa della continua evoluzione della diffusione della pandemia in termini di estensione e intensità geografica, nonché dell’elevata incertezza con riferimento alla sua durata, la società ritiene in questo momento prematuro fornire previsioni attendibili degli impatti di Covid-19 sui risultati economici del gruppo per l’anno in corso».
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In occasione dei conti 2019, a febbraio, il ceo Bob Bob Kunze-Concewitz si era detto fiducioso sulla crescita a valore dell’Ebit nel 2020, guidata dalle principali combinazioni di prodotti a elevata redditività nei mercati chiave.
Campari ritiene che gli impatti del coronavirus si facciano sentire innanzi tutto sull’andamento dei consumi nel canale on-premise, fortemente impattato dalle restrizioni nei mercati principali del Gruppo, tra cui l’Italia, cui il segmento chiave degli aperitivi risulta particolarmente esposto. Relativamente al canale off-premise, si ritiene che l’impatto possa essere più contenuto.
Tuttavia, gli effetti su questo canale risultano al momento difficilmente prevedibili alla luce dell’incertezza legata alla possibile reazione in termini di priorità nelle scelte di acquisto dei consumatori e, di conseguenza, dei distributori. Il canale duty free, il cui peso sulle vendite totali del gruppo è ancora contenuto, risulta influenzato dalle limitazioni agli spostamenti internazionali delle persone.
In merito alla catena di fornitura, Campari spiega che «tutti gli stabilimenti e le distillerie del gruppo sono attualmente in attività». Gli impatti sulla seconda parte dell’anno dipenderanno «dalla velocità con cui il virus sia definitivamente fermato a livello globale»: la società fornirà «ogni aggiornamento non appena le condizioni di visibilità consentiranno un'elaborazione di stime accurate su tali impatti».
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Nonostante le incertezze legate al coronavirus, Campari conferma la distribuzione dei dividendi sui risultati 2020 e sottolinea di essere in grado di mantenere i propri impegni finanziari. Il gruppo, in una nota, si conferma «molto solido dal punto di vista del profilo finanziario e patrimoniale. Al 31 dicembre 2019 la leva finanziaria (espressa in termini di indebitamento netto rispetto all’Ebitda rettificato) risulta pari a 1,6 volte.
Inoltre, grazie a disponibilità liquide di 704,4 milioni al 31 dicembre 2019, nonché a linee di credito in essere per 500 milioni non utilizzato, il gruppo è in grado di mantenere tutti i propri impegni finanziari, con particolare riferimento al pagamento del dividendo pari a 62,9 milioni, previsto il 22 aprile 2020, alla prosecuzione del programma di riacquisto di azioni proprie da 350 milioni annunciato il 24 febbraio 2020, nonché al rimborso del prestito obbligazionario in scadenza il prossimo 30 settembre 2020 per un importo pari a 581 milioni». Inoltre, la società conferma l'assenza di qualunque covenant finanziario sul debito in essere.
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