Estratto dell’articolo di Matteo Pinci per “la Repubblica”
arabia saudita - coppa del mondo
Gli avversari sono stati eliminati uno a uno. Per spalancare alla Coppa del mondo un’autostrada direzione Riad. Così sia: l’Arabia Saudita è rimasta l’unica candidata per ospitare i Mondiali del 2034 e riportarli — dodici anni dopo il Qatar — in Medio Oriente.
Sono passati appena dieci giorni da quando, seduto accanto al presidente della Fifa Gianni Infantino, il principe saudita Mohamed bin Salman presentava la sua nuova coppa del mondo di e-sports, i videogame, per capirci. Che si disputeranno sempre a Riad e avranno il montepremi più alto di sempre: 45 milioni di euro. C’è chi ha parlato già di e-sportwashing, facendo il verso alla più diffusa con cui sovrani e governanti usano lo sport per dare una nuova immagine ai loro Paesi, che hanno molto da farsi perdonare sul piano dei diritti umani.
mohammad bin salman
È quello che ha intenzione di fare l’Arabia Saudita col calcio. Perché nulla smuove pubblico, interessi e sponsor come il pallone: l’obiettivo del Paese arabo è incrementare il mercato sportivo di oltre 15 miliardi di dollari e il Mondiale del 2034 deve essere il traino per riuscirci. È la logica che in estate ha portato il fondo sovrano Pif ad acquisire 4 club del campionato saudita e a infarcirli di campioni. La stessa che ha portato sulle maglie di squadre delle capitali europee – Roma, Atletico Madrid (dal 2024 probabilmente il Chelsea) – sponsor per la promozione turistica di Riad.
infantino
[…] oggi nessuno è disposto a investire quanto i sauditi. Disposti anche a sostenere la Fifa investendo nei mercati meno ricchi del pallone, come quello africano, acquistando diritti e promuovendo iniziative. E soprattutto non hanno problemi a onorare gli standard sempre più alti necessari a organizzare un grande evento. Perché un Mondiale costa.
Per questo la Fifa ha suggerito ai sauditi, che puntavano sull’edizione 2030, di attendere. E ha suddiviso quell’edizione su tre continenti. Ossia l’Europa con Spagna e Portogallo, il Sudamerica con Argentina, Uruguay e Paraguay, e l’Africa con il Marocco. Questo ha permesso di accontentare tutti i pretendenti. E al contempo di escluderli dalla corsa per l’edizione 2034, riservata quindi ad Asia e Oceania.
murale a san siro - roberto mancini - bin salman - cristiano ronaldo -pallone insanguinato
Ma Giappone e Corea del Sud, unici Paesi con la forza per competere, non erano interessati. Un mese fa poi la Fifa ha fissato il termine per presentare la candidatura al 31 ottobre, stressando i tempi. Il ritiro dell’Australia, scaricata pure dall’Indonesia, passata con i sauditi, ha solo reso inevitabile quello che sapevano tutti: nel 2034 la Coppa tornerà nel Golfo, sponda Riad.
Il problema è coinvolgere il pubblico. Perché la scorpacciata di figurine avrà pure alzato le ambizioni dei club sauditi. Ma non ha riempito gli stadi. La media spettatori nel campionato saudita è inferiore ai novemila a partita. Nonostante la capienza media degli stadi sia di 27 mila posti. In pratica, viene venduto un biglietto su tre.
cristiano ronaldo 1
Solo l’Al Nassr di Ronaldo ha l’80% di riempimento. Ma la preoccupazione maggiore riguarda le violazioni dei diritti umani: «La Coppa del mondo è un’opportunità di cambiamento da non perdere», per Minky Worden, Direttore Global dell’Osservatorio per i diritti umani. «Su questi temi la politica della Fifa non deve essere ridotta a un esercizio di stile»
arabia saudita - coppa del mondo
cristiano ronaldo al nassr arabia saudita - coppa del mondo