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    L'ARRESTO DEL GIUDICE SAVASTA È UNA PESSIMA NOTIZIA PER CHI DIPINGE I GENITORI DI RENZI COME DUE GIGLI DI CAMPO ILLIBATI - LUIGI DAGOSTINO, OGGI INTERDETTO, NEL 2015 EFFETTUA UN BONIFICO ALLA SOCIETÀ DI RENZI SENIOR (CON FATTURA FITTIZIA SECONDO I MAGISTRATI). DAGOSTINO POI CONDUCE AL COSPETTO DELL'ALLORA SOTTOSEGRETARIO LUCA LOTTI UN PM CON GROSSI PROBLEMI. SI CHIAMA SAVASTA E…


     
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    Giacomo Amadori per ''la Verità''

     

    Tenete a mente le date. Il 15 giugno 2015 la Party srl, di cui Tiziano Renzi è titolare assieme all' imprenditore Luigi Dagostino, emette una fattura da 24.400 euro alla Tramor srl di cui lo stesso Dagostino è amministratore.

     

    lotti tiziano renzi lotti tiziano renzi

    Il 17 giugno Dagostino effettua un bonifico in direzione Rignano sull' Arno dopo aver incontrato Tiziano nel suo ufficio. I due in quel periodo si vedono spesso e Renzi senior e la moglie Laura, tra luglio e settembre, seguono Dagostino in almeno due trasferte pugliesi. La fattura secondo i magistrati ha un oggetto fittizio. Nell' intestazione si fa riferimento a un presunto studio di fattibilità per un progetto mai realizzato. Per questo i genitori di Renzi e Dagostino a partire dal prossimo 4 marzo dovranno affrontare un processo.

     

    Ma se i soldi non sono stati versati per il progetto a che cosa sono serviti? I magistrati non lo hanno ancora scoperto, anche se ci sono ulteriori approfondimenti in corso. Di certo il 17 giugno, il giorno del bonifico, succede qualcosa di strano. Dagostino si dimette da amministratore della Tramor e conduce al cospetto dell' allora sottosegretario Luca Lotti un magistrato con grossi problemi. Si chiama Antonio Savasta - il magistrato arrestato l' altro ieri con il suo collega Michele Nardi, con l' accusa di associazione a delinquere, corruzione e falso quando erano in servizio a Trani - dove è titolare di un' inchiesta per false fatture che porta proprio a Firenze.

     

     Infatti i beneficiari di quelle carte truccate sono società riconducibili a Dagostino, che sorprendentemente non viene iscritto sul registro degli indagati. Per gli inquirenti il motivo è semplice: Dagostino, come detto, il 17 giugno 2015 riesce a portare Savasta a Palazzo Chigi per un rendez vous con uno dei nuovi potenti che potrebbe trovargli un posticino in una qualche commissione ministeriale e allontanarlo dalla Puglia dove è finito in diversi guai giudiziari a cui ha fatto seguito l' apertura di alcuni procedimenti disciplinari.

    antonio savasta antonio savasta

     

    Savasta spera che quell' incontro romano sia una svolta.

    Purtroppo per lui non sarà così, anche perché i nuovi potenti non durano in eterno e lui, lunedì, è stato arrestato con l' accusa di associazione per delinquere e corruzione in atti giudiziari.

     

    Resta un quesito: il bonifico del 17 giugno indirizzato a Renzi senior a cui seguirà, dopo circa un mese, un altro bonifico da 170.800 euro (la fattura però ha la data del 30 giugno), c' entra qualcosa con la visita di Savasta a Palazzo Chigi? Nei mesi scorsi Dagostino ha ammesso alla Verità che Tiziano per lui faceva il lobbista. E almeno un incontro importante glielo avrebbe combinato. Come ha ammesso lo stesso imprenditore con i magistrati: «Al bar Igloo (di Barletta, ndr) incontrai per caso il pm Savasta che mi disse che era interessato a presentare un disegno di legge in materia di rifiuti a Roma. Io ci pensai e, siccome tramite Tiziano Renzi l' unico politico che avevo visto tre o quattro volte era Luca Lotti, () decisi che lo potevo portare da lui.

     

    Effettivamente fissai con Lotti tramite Tiziano Renzi dicendogli che volevo portare un magistrato che aveva interesse a mostrare una proposta di legge. Prima avevo chiesto a Tiziano Renzi di chiedere a Lotti se era lui la persona adatta per quell' appuntamento, o se mi indicava qualcun altro, e Lotti fissò lui l' appuntamento () io entrai nell' ufficio con Savasta, li presentai e me ne andai e non assistetti al colloquio che durò circa 30/40 minuti».

     

    Davanti ai pm Lotti ha offerto una versione non molto dissimile: «Io ho conosciuto Dagostino tramite Andrea Bacci di cui ero amico e inoltre è noto che ero in buoni rapporti con Tiziano Renzi con il quale passeggiavo ogni lunedì da via Mazzini alla stazione quindi è probabile che tale appuntamento (con Savasta, ndr) lo abbia chiesto o Bacci o Tiziano Renzi».

    antonio savasta antonio savasta

     

    Il gip nell' ordinanza di arresto di Savasta ripercorre la storia del procedimento per false fatture, una ricostruzione che dimostrerebbe come il pm abbia coperto Dagostino durante tutta l' indagine. In cambio l' imprenditore avrebbe pagato in quattro tranche 53.000 euro, organizzato l' incontro del 17 giugno, portato Savasta a una cena a cui erano presenti alcuni membri del Csm, compreso l' allora vicepresidente, Giovanni Legnini.

     

    Il 7 settembre la Guardia di finanza consegna a Savasta nell' inchiesta per false fatture un' informativa in cui vengono ribadite «in termini assolutamente espliciti le responsabilità configurabili a carico di Dagostino». Gli investigatori chiedono, senza ottenere soddisfazione, al magistrato di valutare l' opportunità di eventuali misure cautelari.

     

    Dopo cinque giorni, il 12 settembre, il magistrato incontra Dagostino. Il quale a verbale dà questa spiegazione: «Savasta mi chiese se avevo notizie sul suo disegno di legge e io gli dissi che non avevo notizie». Ma secondo gli inquirenti nell' incontro si sarebbe parlato delle carte delle Fiamme gialle. In quei giorni di settembre Dagostino ha al seguito Tiziano Renzi e Laura Bovoli che ospita in uno dei ristoranti più esclusivi della Puglia.

    Ma se Tiziano è colui che, in cambio di denaro, aiuta Dagostino a fare incontri importanti, Lotti che cosa ci guadagna?

    La pm von Borries ha provato a esplorare i rapporti dell' ex ministro con Renzi senior e Dagostino, ma con scarsi risultati.

    luigi dagostino luigi dagostino

     

    Lotti il 16 aprile 2018 ha ammesso: «Sì conosco Dagostino dal 2014/2015 e l' ho incontrato due o tre volte. Sia a Firenze che a Roma () ricordo che una o due volte è venuto a Palazzo Chigi () Non ricordo però da chi fosse accompagnato». La faccia di Savasta proprio non se la ricorda. Prova a buttare lì: «Ho una conoscenza superficiale e sicuramente me lo hanno presentato, ma non ricordo chi, né in quale occasione e forse l' ho anche visto allo stadio di Roma».

    A questo punto la pm gli chiede se conosca Roberto Franzé, un altro amico di Dagostino: «Il nome lo conosco, ma non ricordo chi sia né se venne all' incontro di cui mi chiedevate».

     

    Il 16 aprile il clima in Procura, vista la scarsa collaborazione di Lotti, non è dei migliori e ci sono anche momenti di leggera tensione.

    tiziano renzi e laura bovoli tiziano renzi e laura bovoli

    L' ex sottosegretario fa un super catenaccio e cerca di smarcarsi promettendo di frugare tra le sue carte: «Mi riservo di farvi avere altre notizie più precise entro tre giorni ricavandole dagli ingressi di Palazzo Chigi e dai miei appunti, email, agende». La segreteria di Lotti invia al procuratore due richieste fatte all' ufficio passi e le risposte da cui non risultano i nomi attenzionati dalla Procura. La segreteria allega anche decine di fogli di word (probabilmente dell' agenda elettronica) in cui quei nomi continuano a non comparire.

     

    A questo punto i magistrati spediscono a Roma i finanzieri che trovano all' ufficio passi quello che la segreteria di Lotti non aveva saputo rintracciare, ovvero la registrazione di Savasta, Dagostino e Franzé.

    Il 14 maggio Lotti è riconvocato in Procura e sembra aver riacquistato un po' di memoria: «Dalla mia agenda personale ho ricavato che avevo un appuntamento il 17 giugno 2015 con Dagostino e Franzè.

     

    Credo che inizialmente venne nel mio ufficio Luigi Dagostino insieme a Franzè, che era commercialista e voleva qualche incarico anche perché ho ritrovato il suo curriculum fra i miei appunti. Poi Dagostino venne con Savasta e me lo presentò. () Non mi ricordo se Savasta mi chiese qualcosa per sé perché non mi ricordo bene come si svolse tale incontro.

     

    Era la prima volta che incontravo Franzé, so che era stato nominato alla Cassa depositi e prestiti, ma non so chi lo aveva proposto forse qualcuno a Palazzo Chigi o dal ministero dell' Economia competente a effettuare la nomina. Sapevo che era un commercialista». Ma se Franzé si presentò con il cv, Dagostino andava alla ricerca di strane consulenze: «Mi parlava sempre di argomenti fiorentini concernenti The Mall (l' outlet costruito da Dagostino, ndr). Chiedeva come si potevano ottenere i permessi a costruire e io gli rispondevo di rivolgersi ai vari Comuni per avere quelle informazioni.

    Erano richieste che non avevano a che fare con la mia funzione istituzionale».

     

     

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