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    L’ARTE DI SEAN SCULLY IN MOSTRA A HOUGHTON HALL (UNA DIMORA SONTUOSA, COSTRUITA PER IL PRIMO MINISTRO DEL REGNO UNITO, CHE OSPITA ANCHE UNA COLLEZIONE DI SOLDATINI) – ANTONIO RIELLO: "SCULLY CHE, IL CRITICO ROBERT HUGHES DEFINÌ COME "UNO DEI PIÙ TOSTI ARTISTI D'AMERICA" PRATICA UNA SORTA DI “GEOMETRISMO ROMANTICO. NATO A DUBLINO, SOSTIENE CHE GLI INGLESI NON CAPISCANO DI ARTE CONTEMPORANEA MA AFFERMA DI APPREZZARE LA MONARCHIA BRITANNICA (STRANO PER UN VERO IRLANDESE…)


     
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    Antonio Riello per Dagospia

     

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    Houghton Hall è la fastosa dimora fatta costruire (su progetto degli architetti Colen Campbell e James Gibbs) nel 1720 per Sir Robert Walpole nelle spettacolari campagne del Norfolk. Tra l'altro il magnifico parco che la circonda assomiglia tantissimo a quello dove è ambientato il film "I misteri del giardino di Compton House" (1982) di Peter Greenaway. Da qualche tempo l'attuale  proprietario, Lord Cholmondeley, la mette a disposizione per esporre artisti contemporanei di rilievo. Dopo James Turrell (2015), Richard Long (2017), Damien Hirst (2018), Henry More (2019), Anish Kapoor (2020) e Tony Cragg (2021) è il turno di Sean Scully. Il suo progetto espositivo è curato da Sean Rainbird, uno dei Senior Curators della Tate.

     

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    Sean Scully (1945) è nato in Irlanda (Dublino), ha studiato nel Regno Unito (Croydon College of Art e Newcastle University) e rimane uno sfegatato tifoso della squadra dell'Arsenal. Nel 1975 si è trasferito negli Stati Uniti dove principalmente ancora vive e lavora. La sua vita privata conta ben quattro matrimoni e, tristemente, un figlio morto in un incidente d'auto nel 1983, un fatto che ha segnato profondamente anche la sua produzione artistica. Tra le esperienze fondanti della sua ricerca cita spesso un viaggio fatto in Marocco nel 1969 dove viene affascinato dai vivaci colori del paese Africano.

     

    Una volta a New York si avvicina alla poetica del Minimalismo e la pratica con convinzione: produce una serie di monocromi un po' sullo stile di Robert Ryman. Inizia però negli anni '80 ad essere fortemente attratto dal Espressionismo Astratto e ne sviluppa una personale versione dove la rigida geometria iniziale lentamente diventa sempre meno regolare e sempre più simbolica.

     

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    Potremmo dire, in poche parole, che Scully pratica con una esemplare capacità di controllo una sorta di "Geometrismo Romantico": ha l'inconfondibile sapore della "Modernità" accompagnata in questo caso da una intrinseca e densa emozionalità che la rende in qualche modo più leggibile/fruibile). Il critico Robert Hughes lo definì come "uno dei più tosti artisti d'America". Insomma la sua produzione è senz'altro molto di più di una elegante, colorata ed ossessiva geometria. L'artista giustamente ha avuto riconoscimenti ovunque ai più alti livelli. Il suo lavoro continua a piacere assai, è piuttosto costoso ed è diventato un assoluto "non-mi-può-mancare" per le collezioni d'Arte serie ed ambiziose.

     

    Nel 2019 un suo dipinto ha fatto all'asta ben 1.270.000 Euro. Due importanti gallerie rappresentano il suo lavoro in Europa: Lisson Gallery a Londra e Thaddeus Ropac a Parigi e a Salisburgo. Forse qualche lettore ricorda ancora la sua icastica installazione "Opulent Ascension" piazzata sull'Isola di San Giorgio Maggiore durante la Biennale di Venezia del 2019. Detto questo però bisogna pur ammettere che non ha inventato niente di veramente nuovo: ha in pratica abilmente "resettato" un linguaggio artistico molto in voga, particolarmente in quegli anni, nel mondo Anglosassone.

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    Nel parco di Houghton Hall sono presentate alcune poderose sculture che hanno il potere di evocare l'Architettura e dialogare con il paesaggio. In particolare vanno citate "Create of Air" (in metallo) e "Wall of Light" (realizzata usando la pietra del posto). All'interno delle sontuose stanze della magione georgiana si possono ammirare parecchi suoi dipinti. L'impressione che a prima vista se ne può trarre è quella di un Daniel Buren (decisamente meno razionalmente cartesiano) che appare imparentato con un Mark Rothko (ma senza la sua cosmologica disperazione).

     

    Il titolo della mostra, "Smaller than the Sky" è legato all'effetto che i nuvolosi e celebri cieli del pittore John Constable (1776-1837) hanno avuto nella iniziale formazione artistica del giovane Scully. La mostra è comunque davvero di ottimo livello e merita assolutamente una visita.

     

    L'artista ha rilasciato in una intervista al Times una sua personale opinione sugli Inglesi: sostiene candidamente, senza peraltro polemica o disprezzo, che non capiscano granchè di Arte Contemporanea. Nella stessa conversazione, subito dopo, afferma comunque di apprezzare la Monarchia Britannica (abbastanza strano per un vero Irlandese...). Chissà se le due affermazioni sono segretamente/trasversalmente collegate? Oppure se Scully, ad un certo momento, si pone semplicemente il problema di non offendere troppo l'aristocratico e munifico padrone di casa.

     

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    Per gli appassionati di Storia, in una apposito edificio di Houghton Hall è permanentemente ospitata una impressionante ricostruzione della battaglia di Waterloo che impiega molte migliaia di impeccabili soldatini di piombo. "Old England" senza compromessi: manca solo di prendere una tazza di tè (rigorosamente alle 5) con il Duca di Wellington.

     

     

     

    SEAN SCULLY

    SMALLER THAN THE SKY

    Houghton Hall, King's Lynn, Norfolk PE31 6UE

    Fino al 29 Ottobre 2023

     

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