DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Il presidente Fifa Infantino assegna ufficialmente il Mondiale 2030 e 2034, rispettivamente a Spagna, Portogallo e Marocco e, il secondo, all’Arabia Saudita. Al Telegraph tutto questo non va già (ma non è l’unico). “Di nascosto, per acclamazione, senza nemmeno un accenno di controllo veramente indipendente, la Fifa è pronta a suggellare forse la più vile svendita nella storia dello sport“.
(…) La cosa ancora più sorprendente è che Infantino “non solo sta attraversando questa gigantesca dimostrazione di avidità e riciclaggio di reputazione con un decennio di anticipo, ma sta anche evitando qualsiasi inquisizione su come sia successo“.
Il presidente Fifa non ha mai spiegato, e non lo farò mai, come e perché l’Arabia Saudita ospiterà il Mondiale 2034. “Nei 15 mesi trascorsi da quando la sua organizzazione ha orchestrato la farsa che ha lasciato i sauditi come unici offerenti, non ha risposto a nessuna domanda“.
Ogni passaggio dell’iter per la candidatura ad ospitare il Mondiale è stata fatta con il minimo rumore, come se la Fifa “preferisse che non si vada troppo a fondo” alla questione. Non ci vuole certo Sherlock Holmes per capire i motivi di tale modus operandi. “Come può la Coppa del Mondo saudita ricevere un punteggio di 4,2 su 5, il più alto di sempre, quando 11 dei 15 stadi non sono ancora stati costruiti?”
E il Telegraph ricorda anche l’omicidio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, le severe restrizioni alla libertà di espressione, l’incarcerazione di attiviste per i diritti delle donne, le 200 esecuzioni effettuate nei primi nove mesi del 2024.
Insomma, “Infantino si rifiuta di fornire giustificazioni perché non ce ne sono. Un ridicolo artista sotto pressione, con le orecchie a sventola che ha paragonato la sua prima vittoria alle elezioni presidenziali della Fifa alla ripresa del Ruanda dal genocidio ma preferisce genuflettersi ai sauditi nell’ombra“.
Il presidente Fifa è “solo” un mediocre burocrate svizzero
Nessuno si è mai veramente opposto a Infantino. “Le federazioni sono assuefatte alla sfacciataggine della Fifa che hanno concluso che la resistenza è inutile. La Football Association non intende parlare contro un governo saudita con una posizione ancora più fondamentalista sui diritti degli omosessuali. I tedeschi, i cui giocatori si sono opposti alla presunta censura della Fifa mettendosi le mani sulla bocca a Doha, sono altrettanto fatalisti, dicono: «Prendiamo sul serio le critiche al paese candidato. Il nostro obiettivo è lavorare insieme alla Fifa per migliorare la situazione nei prossimi anni»“.
“Quando ha assunto la carica di presidente nel 2016, Infantino ha affermato che la Fifa era “pienamente impegnata a rispettare i diritti umani. Ora guardatelo, mentre si accompagna allegramente a Bin Salman, il leader che le agenzie di intelligence statunitensi hanno affermato aver personalmente approvato l’omicidio di Khashoggi nel 2018“.
Infantino mai si è preoccupato di chi frequente. È stato fotografato con Putin, ha ricevuto un premio dalla Repubblica Centrafricana, “classificata da Transparency International come uno dei paesi più corrotti al mondo”. “Esemplifica la natura assurda della Fifa, un mediocre burocrate svizzero elevato al potere assoluto da un consiglio arrendevole“.
gianni infantino mondiale per club
L’amara constatazione del Telegraph: “Questa è una resa in cui lo sport non ha altra scelta che restare a guardare. Quando non ci sono più limiti etici da oltrepassare, tutte le strade portano a Riyadh“.
UN MONDIALE NEL DESERTO DEI DIRITTI
Franco Vanni per “la Repubblica” -Estratti
Un Mondiale itinerante, diviso fra tre continenti, con voli a 10mila chilometri di distanza. Un altro concentrato in un solo regno, con un uomo forte al comando e tante contraddizioni. La Fifa ha ufficializzato le sedi per la Coppa del mondo del 2030 e del 2034.
IL CALOROSO BENVENUTO DI MOHAMMED BIN SALMAN A VLADIMIR PUTIN
La prima, sarà ospitata da Spagna, Portogallo e Marocco e per celebrare il centenario del primo Mondiale del 1930 prevede tre partite in Sudamerica: Uruguay, Argentina e Paraguay. L’edizione successiva si terrà in Arabia Saudita, dove è prevista la costruzione di 11 stadi. Probabilmente sarà in inverno, per evitare il caldo eccessivo e la sovrapposizione con il Ramadan, dall’11 novembre al 10 dicembre.
Per il Mondiale dei tre continenti la sfida è logistica, con la necessità di spostare il circus del pallone per distanze enormi. Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, mette in guardia: «Non ha senso far volare decine di migliaia di persone in più del necessario. Le oltre cento partite saranno ricordate anche per il danno ambientale. Ci aspettiamo che la Fifa vorrà compensare questo inopinato aumento delle emissioni». Per quanto riguarda l’Arabia, la polemica di associazioni umanitarie riguarda il rispetto dei diritti umani, civili e dei lavoratori.
Tanto il Mondiale del 2030 quanto quello del 2034 rispondono anzitutto a criteri economici: organizzare il torneo in tre diversi Stati comporta una divisione delle spese. E farlo in Arabia — che sta facendo grandi investimenti nella F1 e in altre discipline, dal golf al tennis — significa andare a prendersi soldi in un Paese che sullo sport punta molto con il progetto Vision 2030, e che mira al distacco dell’economia nazionale dal petrolio, di cui i sauditi sono secondo produttore al mondo.
gianni infantino mondiale per club
La Fifa, nel presentare i suoi eventi, sottolinea i valori di inclusione e sostenibilità, in base a un protocollo rivisto e aggiornato negli anni. Ma ancor prima di conoscere il dettaglio delle due edizioni, annunciate ieri da Gianni Infantino, sono in molti a protestare. Esprime ufficialmente disaccordo la Federcalcio norvegese, da sempre contraria all’assegnazione dei Mondiali all’Arabia.
Una dura critica viene da Fossil Free Football, associazione mondiale che mira a “calciare gli sponsor inquinanti fuori dal pallone”. C’è poi il fronte di chi contesta violazioni dei diritti fondamentali da parte del governo saudita.
Per Amnesty International, «questa assegnazione del torneo segna un grande pericolo. Fifa e le federazioni nazionali non possono ignorare la bassissima protezione dei diritti umani, fra lavoratori stranieri sfruttati e vittime di razzismo, attivisti condannati al carcere, e discriminazione legalizzata per l’orientamento sessuale. Le politiche sui diritti umani della Fifa sono una farsa».
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