Maria Fiore Filiberto Mayda per “la Stampa”
GIANCARLO GABBA
Voghera che si è incattivita. Voghera che non riesce più a discutere senza insulti. Voghera degli assessori che girano armati e poi succede che uccidono un uomo. Voghera della chat dove si dice che per risolvere il problema dei migranti che disturbano bisogna sparare. Una Voghera più povera e più triste. È questo il volto della città in provincia di Pavia dalla maledetta sera del 20 luglio, quella dell'uccisione di Youns El Boussettaoui, 39enne marocchino, per mano di Massimo Adriatici, all'epoca assessore municipale alla Sicurezza.
YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI
Una trasformazione agli antipodi degli obiettivi che Paola Garlaschelli, sindaca entusiasta del suo incarico, si era data all'inizio. E che ancora, dopo il caso Adriatici, aveva cercato di riafferrare, con un rimpasto di giunta tra i mugugni dei partiti (Lega, Forza Italia e FdI) che tengono in piedi la maggioranza. E adesso la chat incriminata che ora la sindaca, a nome dell'intera amministrazione, e quindi anche dell'assessore Gabba finito nel mirino, definisce «riprovevole».
YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI
Ma che non costerà la poltrona all'assessore, se la caverà tutt' al più con una tirata d'orecchio. Nonostante le richieste di dimissioni venute dall'opposizione e i mugugni di parte della maggioranza. Del resto è lo stesso Giancarlo Gabba a non chiedere scusa. L'assessore leghista ai Lavori pubblici di Voghera, autore della frase «finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio», estrapolata da una chat privata della giunta vogherese e resa pubblica, non vuole entrare nel merito di quella dichiarazione. Pensa, piuttosto, a trovare chi l'ha diffusa e a querelarlo.
giancarlo gabba screenshot
Per questo, ieri, si è rivolto all'avvocato Antonio Rossi, che si è subito attivato. L'assessore Gabba parla solo attraverso il suo avvocato. Conferma di non volere commentare la frase («a lui addebitata», tiene a precisare il legale) perché «pronunciata in un contesto privato e non istituzionale». Lo screenshot diffuso sui social, aggiunge Gabba tramite l'avvocato «è stato estrapolato e decontestualizzato da una chat di WhatsApp privata, chiusa, riservata ai soli assessori per meglio organizzare la loro comunicazione, priva di ogni connotato istituzionale e il cui contenuto doveva essere, assolutamente, privato».
massimo adriatici 1
La posizione, ribadita anche al termine dell'incontro avvenuto tra Gabba e il suo legale ieri pomeriggio, è questa: «Lo scambio di messaggi è avvenuto al di fuori di ogni attività di natura istituzionale, a riprova della natura assolutamente privata della conversazione».
Il commento incriminato dell'assessore della Lega spunta in una conversazione tra colleghi di giunta, che stanno discutendo di un negozio che serve gli stranieri e che, a detta degli assessori, crea problemi. «Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio», scrive Gabba. A rendere più sinistra la frase è quello che accade quindici giorni dopo, quando il 39enne marocchino Youns El Boussettauoi muore in piazza Meardi ucciso da un proiettile partito proprio dalla pistola di un assessore della giunta, Massimo Adriatici.
massimo adriatici
Ma per Gabba e il suo avvocato c'è, in questa faccenda, un solo interrogativo a cui rispondere: chi ha fotografato la chat e l'ha diffusa? Quello che si sa è che a ricevere lo screenshot è Giampiero Santamaria, che prima lo pubblica sul profilo Facebook «Politica è partecipazione» e poi lo cancella. Santamaria spiega di avere ricevuto l'immagine della chat da un anonimo via Messenger. Ma per l'avvocato Rossi «chi ha provveduto a fotografare la chat e a inviarla ha violato le norme in tema di riservatezza delle comunicazioni e di tutela della privacy e dimostra un intento gravemente diffamatorio nei confronti della giunta e dei singoli componenti della stessa, comportamenti che saranno portati all'attenzione dell'autorità giudiziaria».