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    L’ATALANTA TIENE TESTA AL REAL MADRID PER UN’ORA, POI VALVERDE E MBAPPÉ REGALANO LA SUPERCOPPA A ANCELOTTI (CHE DIVENTA L’ALLENATORE CHE HA VINTO PIÙ SUPERCOPPE EUROPEE NELLA STORIA DEL CALCIO, 5) – GRAN PARATA DI COURTOIS A INIZIO RIPRESA SUL COLPO DI TESTA DI PASALIC - PER MBAPPE’ ESORDIO CON GOL - CARLETTO ANCELOTTI EGUAGLIA MIGUEL MUÑOZ COME ALLENATORE CON PIÙ TITOLI (14) NELLA STORIA DELLA "CASA BLANCA"...


     
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    Estratti da gazzetta.it

     

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    Gasperini, Percassi e i bergamaschi si ricorderanno a lungo degli occhi di ghiaccio di Courtois, il portierone di Ancelotti che ha acciuffato il sogno volante della Dea e l’ha tolto dall’incrocio con un intervento da giù il cappello. Il Real Madrid, dopo un primo tempo opaco, si sveglia dopo la gran parata del belga a inizio ripresa, batte 2-0 l’Atalanta e vince la Supercoppa Europea.

     

    La sesta della sua storia. I protagonisti sono l’8 e il 9, Valverde e Mbappè, quest’ultimo a segno all’esordio coi Blancos. Un sogno inseguito una vita e realizzato lungo la Vistola, allo stadio nazionale di Varsavia, sotto il settore riservato ai madrileni. Ma la Dea esce a testa altissima. Per un tempo ha tenuto testa ai campionissimi.

     

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    La visita dal dentista dura 45 minuti. Come Guardiola e Klopp, anche Ancelotti sperimenta i ferri d’acciaio della Dea, che almeno nel primo tempo palleggia sul viso sfrontato del Dream Team sbattendogli l’orgoglio sulle prestigiose gote: Carletto schiera Mbappè, Bellingham, Vinicius, Rodrygo e Valverde, ma nei primi 45’ non brilla nessuno. La Dea, invece, costruisce alta, osa e cerca di continuo Lookman e De Ketelaere, tenendo a bada i nuovi Galacticos con il pressing alto (ottimo Hien). Il più ispirato è CDK: al 7’ trova uno spiraglio per lanciare Zappacosta, poi dribbla un paio di volte un distratto Mendy e si prende gli applausi. Il Real, invece, costruisce con un 3-4-3 dove le ali diventano quattro: Vinicius, Rodrygo, Mendy e Carvajal. Tutti lungo la fascia. Il risultato è scontato: confusione. E Valverde è l'unico a tenere le fila.

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    Il colpo di grazia è di Mbappè, servito da uno Jude in grande forma. Al 68’ fulmina Musso spedendo la sfera dritta nel sette. Ancelotti gli regala la standing ovation. A fine partita, invece, i seimila tifosi bergamaschi planati in Polonia a Ferragosto applaudono la squadra sotto la curva. Il tutto mentre Ancelotti festeggia sotto la sua: da oggi è l’allenatore che ha vinto più Supercoppe europee nella storia del calcio (5). Detiene lo stesso record anche con la Champions (6). Vincere aiuta a vincere.

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