Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
GERALD DARMANIN
È una guerriglia che divide Roma e Parigi, ma si combatte anche sul terreno libico. Si nutre di imboscate, colpi bassi, informazioni di intelligence. Italia contro Francia. Con al centro il generale Khalifa Belqasim Haftar, il padrone della Cirenaica. Decisivo per bloccare i flussi migratori e fornire ossigeno a un governo – quello italiano – sempre più in difficoltà a causa dell’aumento vertiginoso degli sbarchi. Ecco la ricostruzione di cosa c’è dietro alla crisi diplomatica di queste ore. […]
EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI
[…] negli ultimi dodici mesi sono arrivati in Italia 140 mila migranti. Ma a preoccupare è la curva, che non smette mai di salire e rischia di superare il muro dei 200mila. Da gennaio sono infatti sbarcati in Italia 42.405 persone, quasi il 300 per cento in più rispetto allo scorso anno (quando erano 11.226). La presidente del Consiglio non può permettersi queste cifre. Ci sono i sondaggi, le promesse elettorali, la concorrenza spietata di Matteo Salvini. Convoca l’intelligence, attiva la Farnesina.
GERALD DARMANIN EMMANUEL MACRON
Con un obiettivo: incontrare Haftar. Trattare con lui. La ragione è chiara: proprio il controllo della Cirenaica è fondamentale per contenere i flussi. Lo è perché i porti di quella regione sono un nuovo punto di partenza per i barconi diretti in Italia. Lo è perché negli ultimi mesi qualcosa, per via del Sudan, è cambiato nell’equilibrio internazionale.
Ed è proprio la situazione nel paese centrafricano a spingere Meloni a incontrare Haftar il prima possibile: il generale sta svolgendo un ruolo cruciale, di sponda con la Russia […]
emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola
Ricevere il generale, però, non è facile. È il 28 gennaio 2023. Meloni vola a Tripoli, assieme a Tajani. Ha in programma due incontri cruciali: il primo con il capo del governo di unità nazionale libico, Abdelhamid Dabaiba, il secondo proprio con il generale. L’idea è raggiungere Bengasi, ma all’ultimo la visita nel quartier generale di Haftar salta. Secondo fonti di altissimo livello italiane, pesa anche un veto francese. Che impedisce al leader della Cirenaica di ritrovarsi con Meloni.
E siamo all’incontro di ieri. A palazzo Chigi, la presidente del Consiglio chiede ad Haftar di attivarsi per bloccare le partenze. In cambio, l’Italia deve impegnarsi concretamente per il leader della Cirenaica. Risorse economiche, proventi energetici. La Francia non gradisce. E […] decide l’immediata ritorsione. […] Darmanin pronuncia parole pesantissime contro la premier.
emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi
[…] per sopire le tensioni, le diplomazie lavoravano a un faccia a faccia tra Meloni e Macron. Da mesi. L’idea era una cena all’Eliseo. […] Adesso Meloni ha scelto di congelare tutto. Il Quirinale […] non ha in programma di intervenire. Ma […] il conflitto potrebbe allargarsi. […] i francesi soffrono la scelta italiana di investire sull’Africa con il piano Mattei. Senza trascurare il capitolo della Tunisia, fondamentale sul fronte migratorio (che però non può prescindere dalla mediazione francese).
Gerald Darmanin
C’è però chi, dall’altra parte, imputa al protagonismo della Meloni un rischio contrario: Haftar è troppo vicino a Putin per poter essere considerato oggi un interlocutore affidabile. Se lo ripetono spesso i leader Ue. E lo sostengono anche gli Stati Uniti. Le ragioni della politica […] sono più divisive dell’eventuale convergenza d’interesse su alcuni punti cruciali.
La tesi italiana è che Macron utilizzi lo scontro con Meloni per ragioni interne. La stessa premier, avvertita delle dichiarazioni del ministro francese, ha subito notato un passaggio: quello dedicato a un «governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen». Secondo Meloni, il Presidente francese non intende normalizzare i rapporti con Roma perché significherebbe sdoganare anche la leader del Rassemblement National. «È in difficoltà in patria, per questo mi attacca».
EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI
Questa lettura non tiene però in considerazione un altro dato fondamentale: Parigi può influenzare non poco l’iter del Pnrr italiano e condizionare le decisioni europee sul Patto di stabilità. Sono dossier fondamentali, su cui vivono o inciampano i governi. Su cui Meloni si gioca moltissimo. E che potrebbero influenzare anche la prossima campagna per le Europee. È per allora che è fissata la resa dei conti. Macron vuole impedire la saldatura tra Ppe e Conservatori, che spiacerebbe ai liberali e ridimensionerebbe il ticket franco-tedesco. La guerriglia, insomma, è destinata a durare.