URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI
Uski Audino per “la Stampa”
Per il suo "no" alla consegna di armi pesanti all'Ucraina il governo di Berlino finisce ancora una volta sotto il fuoco incrociato dei suoi critici, un consesso che di giorno in giorno si fa più numeroso, da Est a Ovest.
L'ex presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, è tornato alla carica scrivendo su Twitter che la Germania deve decidersi a sostenere l'Ucraina se vuole dimostrare di avere tratto le giuste conclusioni dalla sua storia, mentre il premier polacco Mateusz Morawiecki accusa Berlino di «comportamento ambiguo sulle armi».
Mateusz Morawiecki
Qualche settimana fa l'economista Usa Paul Krugman sosteneva che «la Germania rimane l'anello debole della risposta del mondo democratico all'aggressione russa» per la sua riluttanza ad un embargo sul gas, mentre lo storico di Yale Timothy Snyder sostiene che «dopo 30 anni passati a dar lezione all'Ucraina sul fascismo ora la Germania lo sta finanziando».
soldati tedeschi
Scholz ha tentato di uscire dall'angolo martedì scorso, con un discorso in cui ha precisato di non poter fornire all'Ucraina armi in uso alla Bundeswehr, cioè delle forze armate, ma di «aver chiesto all'industria tedesca delle armi di dirci quale materiale possono fornire nel prossimo futuro» a Kiev. Del resto, gli ucraini non sarebbero in grado di usare i modelli più sofisticati di panzer, ha lasciato intendere. Quando la pezza è peggio del buco, si dice. Il punto è: non si possono fornire armi pesanti o non si vuole farlo?
olaf scholz vladimir putin
La Germania non ha sistemi d'arma a disposizione o non vuole diventare co-belligerante? L'ambiguità c'è. La spiegazione ufficiale l'ha espressa la ministra della Difesa Christine Lambrecht dicendo che «purtroppo la Bundeswehr è in una situazione in cui non può consegnare le armi se vuole assicurare la difesa nazionale e dell'alleanza», cioè non si può privare nemmeno di parte del suo stock se non vuole indebolirsi nei confronti della Russia. Si impegna però a formare i soldati ucraini per l'uso dei suoi Panzerhaubitze 2000.
vladiimir putin dona un mazzo di fiori ad angela merkel
Per aiutare l'Ucraina in tempi rapidi la ministra Lambrecht ha confermato di aver siglato un accordo con la Slovenia che consente di sostenere la difesa ucraina in modo indiretto ma immediato. Lubiana fornirà subito a Kiev un certo numero di panzer tedeschi modello T 72 e in cambio riceverà a compensazione - in un futuro prossimo - modelli più nuovi Marder e Fuchs.
Il fattore tempo ha sicuramente un valore se si pensa alle parole del numero uno di Rheinmetall, produttore dei carri armati Marder e dei veicoli Puma, Armin Pappberger a Spiegel. I tempi di produzione sono lunghi e vanno tra le 8 e le 10 settimane per 20 pezzi.
olaf scholz
Sullo stato di difficoltà e di lacunosità dell'approvvigionamento delle forze armate tedesche, invece, in pochi possono ancora nutrire dubbi, dopo anni di report impietosi. Il vice-ispettore generale dell'esercito Markus Laubenthal ha ammesso ieri alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che dei 400 panzer Marder nominalmente in dotazione alle forze armate tedesche un terzo sono in riparazione o usati come pezzi di ricambio, un terzo sono impiegati nelle missioni all'estero e un terzo sono quelli effettivamente a disposizione.
putin merkel
In altre parole la Germania non può darne 100 all'Ucraina, come vorrebbe l'ambascciatore ucraino a Berlino Melnyk, senza rimanerne seriamente sprovvista. Questa dichiarazione, del resto, fa il paio con la provocazione fatta dall'ispettore dell'esercito, il tenente generale Alfon Mais che all'indomani dell'aggressione russa disse: «la Bundesweher e l'esercito, che mi pregio di comandare, è più o meno in braghe di tela».
mateusz morawiecki al confine
Detto tutto questo, la vicenda sulla consegna delle armi resta una delle questioni più opache di questi primi mesi del governo Scholz. Dopo l'annuncio dei 5000 elmetti all'Ucraina, la prima gaffe del neo-governo su scala internazionale, la trasparenza è stata sospesa nella comunicazione di quali e quante armi siano state consegnate.
le vie del gas russo
Prima il governo ha sostenuto che non se ne poteva parlare per ragioni di sicurezza, poi si è detto che c'erano state consegne ma si era preferito tacere, mentre le versioni di Kiev e Berlino continuano a viaggiare parallele come due rette. Sullo sfondo il neo-cancelliere fatica a prendere posizione, a uscire allo scoperto, esattamente come nel suo primo viaggio a Washington rifiutò di pronunciare in conferenza stampa l'espressione "Nord Stream 2", per poi trovarsi costretto, pochi giorni dopo, a sospenderlo.
soldati tedeschi MORAWIECKI