ERDOGAN
Antonio Ferrari per il “Corriere della Sera”
Proprio nel momento più delicato, mentre la Turchia stava cercando di ridisegnare la propria strategia politica nella regione, abbandonando le pulsioni islamistiche più estreme, arrivano i colpi più pericolosi dei terroristi più fanatici.
Gli attentati-suicidi all' aeroporto internazionale Kemal Ataturk di Istanbul sono infatti il velenoso esordio di una nuova stagione di violenza: la più micidiale, perché va a colpire frontalmente una stagione turistica già problematica.
ERDOGAN CON L'UCCELLO IN TESTA
La morte seminata in uno degli scali più importanti del mondo è davvero una tragedia per un grande Paese, e per la sua città che non esitiamo a definire tra le più belle del mondo.
Coloro che hanno combattuto, per anni, contro la linea dittatoriale del presidente-sultano Recep Tayyip Erdogan, che non ha esitato a sostenere i tagliagole dell' Isis per ragioni di interesse ma anche di ideologia, hanno buon gioco, adesso, a sostenere che il regime paga i suoi errori.
erdogan juncker
Verissimo, però va detto che nelle ultime settimane, anzi proprio nelle ultime ore, Erdogan - una volta tanto capace di ascoltare i consiglieri più attrezzati ed attenti - aveva compiuto infatti due passi fondamentali. Sapendo di essere indebolito nel suo Paese, con un' immagine assai screditata, ha deciso di riavvicinarsi ad Israele, dopo il duro attacco alla flottiglia pacifista turca che, sei anni fa, voleva raggiungere Gaza e violarne il blocco.
PUTIN ERDOGAN
Attacco dei militari dello Stato ebraico costato nove morti. Il gesto della mano indebolita del presidente turco, tesa al premier israeliano Benjamin Netaniahu, altrettanto indebolito nel suo Paese, è stato visto come un segnale di realismo. E la lettera di scuse che Erdogan ha inviato al suo omologo russo Vladimir Putin, scusandosi per l' abbattimento del caccia al confine con la Siria, è il passo successivo della nuova strada imboccata.
NETANYAHU
Il sultano, fino a poco tempo fa, era convinto di bastare a se stesso, di poter imporre la sua forza, ma soprattutto la sua arroganza, ad amici e nemici. Pronto a sfidare persino coloro che lo hanno sempre rispettato e sostenuto, come gli alleati della Nato, e prima di tutto gli Stati Uniti. Negli ultimi tempi il presidente ha cercato di riconquistare il sostegno delle sue Forze armate, che per anni - sperando di sedurre i partner europei - erano state emarginate, con l' obiettivo di rispettare le condizioni di Maastricht per i Paesi candidati all' Unione europea.
attentato all aeroporto di istanbul 7
Non si capisce se Erdogan abbia compreso fino in fondo che la correzione di rotta aveva un prezzo: allontanarsi dagli estremisti islamici, abbandonare la linea disastrosa seguita del suo ex primo ministro ed ex ministro degli esteri Ahmet Davoutoglu, che è stato capace di compiere un nugolo gli errori diplomatici, sottrarsi all' abbraccio mortale dei Fratelli musulmani in Egitto e in Libia, e ripresentarsi, rinnovato e corretto, al mondo.
UNO DEI TERRORISTI DELL ATTENTATO ALL AEROPORTO DI ISTANBUL
La nomina del nuovo capo del governo, il grigio Binali Yildirim, fedelissimo del capo, è stato però un segnale di cambiamento, come se il «sultano» avesse deciso, senza ammetterlo apertamente, di voler correggere i suoi errori.
Risulta evidente che Erdogan, dopo i balletti forsennati degli ultimi anni, sappia che - con il suo ruolo di bastione dell' Islam moderato - avrebbe dovuto pagare un prezzo altissimo a una politica troppo disinvolta. Prezzo che, anche con il terribile attentato all' aeroporto, sta cominciando a pagare.
attentato all aeroporto di istanbul 6