1 - TUTTO
Jena per "la Stampa" - Allora aveva ragione la pubblicità: «Tutto è possibile su una nave da crociera Costa».
2 - IL TEMPISMO DELL'AD: I TITOLI CARNIVAL VENDUTI PRIMA DEI DISASTRI
Gianluca Paolucci per "la Stampa"
Non si può dire manchi di tempismo, Pier Luigi Foschi. A fronte dei disastri della compagnia da lui guidata, il presidente e amministratore delegato di Costa Crociere dimostra un fiuto invidiabile per la finanza. Andiamo con ordine. Il manager, oltre a guidare la società italiana, siede anche nel board della Carnival, il colosso delle crociere quotata a New York. In questa veste, rientra nei piani di stock option estock granting del gruppo con base a Miami.
IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIAChe anche in Borsa, tra Giglio e Seychelles, non sta passando dei bei momenti. Foschi è però tanto sfortunato come manager quanto fortunato come finanziere. Il 28 dicembre scorso, due settimane prima della tragedia della Concordia, il titolo Carnival viaggia sopra i 33 dollari per azione. Foschi, secondo le comunicazioni obbligatorie alla Sec (la Consob americana), esercita un piccolo pacchetto di stock option, pari a 1800 azioni per un controvalore di circa 60 mila dollari. Ne rivende il giorno stesso 24.579 a 33,08 dollari, incassando 813 mila dollari.
Quel prezzo il titolo Carnival non lo vedrà più. Il 13 gennaio la Concordia si incaglia di fronte al Giglio e nei giorni successivi toccherà un minimo a 28 dollari e mezzo. Diradate le nubi sugli effetti per la compagnia Usa del disastro Concordia, Carnival accenna una risalita. Arriva a sfiorare i 32 dollari per azione il nove febbraio scorso. Tra il 15 e il 20 febbraio, Foschi riceve un altro pacchetto di azioni questa volte gratuite della Carnival, circa 38.500.
COSTA ALLEGRAIl venti ne rivende 5191 a 31,2 dollari per azione, incassando altri 161 mila dollari. Ieri, con le notizie arrivate dall'Oceano Indiano sulla Costa Allegra, nuovo scivolone del titolo Carnival. Che tocca un minimo a 29,15 dollari, per poi recuperare nel corso della seduta. Tutto in regola, ovviamente. Come Foschi, anche altri manager della compagnia hanno fatto trading con i titoli ricevuti nei piani d'incentivazione.
A Foschi va riconosciuto, oltre al tempismo e alla fortuna, anche un certo attivismo. Nel febbraio dell'anno scorso aveva esercitato opzioni per 1100 azioni a 47,5 dollari, spendendo 50 mila dollari. E ne aveva vendute 15.500 incassando oltre 750 mila dollari. Un mese prima, una corposa operazione in derivati sempre con sottostante azioni Carnival si era chiusa con una plusvalenza di circa 300 mila dollari.