Irene Soave per il “Corriere della Sera”
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Il sito del quotidiano austriaco Kurier se lo chiedeva, in apertura, ieri pomeriggio: che ne sarà delle Italien-Urlaub , cioè le vacanze in Italia? Devono aspettare: forse il 15 giugno, forse più avanti. Fino almeno a quella data Vienna non riapre i confini con l' Italia: unico tra gli otto Paesi confinanti con l' Austria verso il quale le frontiere restano chiuse. Per chi arriva dall' Italia sarà ancora obbligatorio mostrare un recente tampone o affrontare 14 giorni di quarantena; e anche per gli austriaci che volessero rientrare dopo essere stati oltre il Brennero vigono restrizioni. Lo ha annunciato ieri il ministro degli Esteri Alexander Schallenberg.
Alexander Schallenberg
Via libera invece per gli abitanti di tutti gli altri Paesi confinanti con l' Austria: Germania, Svizzera, Liechtenstein, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca. «Verso di loro non ci saranno più controlli», ha annunciato Schallenberg in conferenza stampa. «I dati non lo consentono invece con l' Italia, ma intendiamo farlo il prima possibile». Ha sottolineato: «Non è una decisione contro l' Italia»; e l' obiettivo, ha aggiunto, «resta l' apertura, appena i dati lo consentiranno».
Ma in molti masticano amaro al di qua del Brennero, confine già teatro di tensioni continue: la minaccia di Vienna di chiuderlo, o di inviarvi l' esercito, per impedire il passaggio dei migranti dall' Italia verso Nord, è stata un ritornello costante nell' ultimo lustro. E i 430 km tra Austria e Italia, coi treni italiani che già il 22 febbraio venivano rimandati indietro e il Brennero sbarrato già dall' 11 marzo, sono stati tra le prime frontiere a chiudere fuori gli italiani e saranno fra le ultime a aprire.
sebastian kurz arno kompatscher
«Gli individualismi violano lo spirito comunitario e danneggiano l' Europa e il mercato unico»: così ha commentato ieri il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. All' annuncio di Schallenberg di ieri è seguita una conversazione telefonica tra i due: si sarebbe «concordato un confronto con l' Italia sulla base dei dati epidemiologici per riconsiderare la chiusura dei confini».
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Lo ha detto sempre Di Maio ieri in conferenza stampa con l' omologo francese Jean Yves Le Drian: che ha poi ringraziato «per il suo spirito di amicizia e disponibilità»: la Francia non ha mai chiuso le frontiere con l' Italia. La visita di Le Drian ieri, a frontiere italiane appena riaperte, «rappresenta un ulteriore attestato della vicinanza francese», nello stesso giorno in cui altri vicini, invece, chiudono.
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Anche un portavoce della Commissione Europea ha commentato la misura: anche se «le decisioni prese su criteri epidemiologici non lo violano», esiste comunque un principio europeo della «non discriminazione in base alla nazionalità». Che prevederebbe, dunque, che «le regioni con una situazione epidemiologica simile ricevano lo stesso trattamento».
Alexander Schallenberg Jean-Yves Le Drian Luigi Di Maio
Lo sperano anche le autorità regionali da ambo i lati del confine: il governatore del Trentino Maurizio Fugatti ha definito la chiusura «incomprensibile»; Bolzano aveva già avanzato la proposta di una riapertura su base regionale, avendo l' Alto Adige dati epidemiologici confortanti, e Schallenberg ha dichiarato ieri che questa proposta «sarà presa sul serio». Anche il governatore del Tirolo Günther Platter insiste, sulla locale Tiroler Tageszeitung , per riaprire il Brennero anche solo a regioni confinanti come l' Alto Adige. L' Italia però ha aperto da ieri i confini tra le regioni. «Raccomandiamo comunque di trascorrere le vacanze preferibilmente in Austria», ha concluso ieri Schallenberg. Insomma, per ora le Italien-Urlaube devono aspettare.
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