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    L’AUTISTA DI WEINSTEIN RACCONTA TUTTO. ‘A CANNES SI ACCOPPIAVA CON LE RAGAZZE IN AUTO, LORO LO SUPPLICAVANO, ‘NON FARMI MALE’. POI LI PORTAVO IN HOTEL, MENTRE LA MOGLIE GEORGINA ERA IN UN’ALTRA STANZA, INCINTA’ - ‘AL PARTY DI NAOMI CAMPBELL MANGIÒ COSÌ TANTO CHE RISCHIÒ DI MORIRE SOFFOCATO’ - ‘LO DENUNCIAI QUANDO MI PICCHIO' PERCHE' DUE ESCORT NON SI PRESENTARONO ALL’APPUNTAMENTO’


     
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    Dago-estratti dall’articolo di Nick Pisa per “The Sun

     

    mickael chemloul autista weinstein mickael chemloul autista weinstein

    Harvey Weinstein fece sesso sui sedili posteriori della macchina con una donna che lo supplicava: «Non farmi male». Il produttore la portò in hotel e fece sesso con lei di nuovo, mentre nella stanza accanto dormiva sua moglie incinta.

     

    A raccontarlo è il suo autista Mickael Chemloul, 56 anni. In Costa Azzurra Weistein era noto come “le porc” (il maiale). Nel cruscotto teneva una scorta di preservativi e Viagra. Dal suo appartamento di Cannes, l’autista spiega come Weinstein rimorchiasse regolarmente donne durante il festival del cinema, di come si eccitasse ogni volta che vedeva una bella donna e di quando lo picchiò, dopo che due escort dell’est non si presentarono all’appuntamento.

     

    mickael e weinstein mickael e weinstein

    Chemloul fu suo autista nel sud della Francia dal 2008 al 2013: «Era tremendo lavorare per lui. Lo chiamavano il porco per via della stazza e perché sudava tanto. A Cannes, sapevamo tutti cosa aspettarci da lui. Alla festa sullo yacht di un miliardario, prese una ragazza tra i 25 e i 30 anni, che aveva bevuto qualche drink di troppo. La moglie Georgina Chapman, incinta, era rimasta all’Hotel du Cap-Eden-Roc. Rimasi scioccato quando sentii la ragazza che chiedeva a Weinstein di non farle male. Mi voltai e la vidi con la testa piegata sul suo pube, mentre lui le tirava i capelli.

     

     

    Sapevo che Georgina era rimasta in stanza perché si sentiva stanca, perciò chiesi ad Harvey: ’Ma sei sicuro?’, mi rispose ‘Portami a quel cazzo di hotel’. Prese un’altra stanza, rimase lì dentro con la ragazza fino alle 5 di mattina. La cosa peggiore fu che Giorgina mi chiamò verso le 4.30 e mi domandò dove fosse Harvey. Dovetti mentire e dirle che stava ad una riunione. Quando lui rispuntò, sudato come un maiale e con la camicia di fuori, mi chiese quale versione avessi dato a sua moglie. Ad essere onesti, mi disgustò». 

     

    L’autista ricorda di come Harvey si imbottisse di zuccheri prima di andare alle orge: «In macchina prendeva Viagra, mangiava gomme da masticare, Coca Cola e M&M’S. Gli davano energia. Era stressante lavorare per lui. Lo portavo alle feste e alle orge ma dovevo farmi i fatti miei. Lui tremava in presenza delle donne, quasi avesse un orgasmo.

    weinstein con la moglie georgina weinstein con la moglie georgina

     

    Un giorno sulla Croisette vide due belle ragazze, sembravano attrici o modelle. Si girò verso di me e mi disse: ‘Vai a dire chi sono, dì loro che faccio il produttore di film’. Poi le palpeggiò. Un giorno senza sesso per Harvey è come un giorno d’estate senza sole. Il cruscotto conteneva sempre condom, Viagra e altre medicine. Una sera l’ho portato a tre diverse cene, e poi in alcune ville note per ospitare orge, con la polizia fuori a proteggere gli ospiti.

     

    Alla festa di Naomi Campbell, Weinstein finì a terra, non riusciva a respirare. Chiamarono un chirurgo. Pare avesse mangiato così tanto al buffet che creò problemi al suo bendaggio gastrico (un anello di silicone che si mette intorno allo stomaco per ridurre l’assimilazione del cibo, ndDago). Per fortuna chiamarono un chirurgo, che riuscì con una manovra a spingere giù il cibo. Senza intervento, sarebbe morto nel giro di mezz’ora. La cosa incredibile è che quando riaprì gli occhi mi disse: «Fanculo, torna a casa», e tornò a mangiare al buffet».

    mickael chemloul autista a cannes mickael chemloul autista a cannes

     

    Mickael smise di lavorare per Weinstein nel 2013. Il mogul era al ‘Club 55’ di Saint-Tropez e diede all’autista un foglio con su scritti due numeri di telefono, intimandogli: «Scopri dove vivono queste ragazze». Si erano già messi d’accordo, Harvey voleva però passarle a prendere al loro indirizzo e portarle in albergo, presentandole come sue ospiti.

     

    Ricorda l’autista: «Il problema era che all’indirizzo non c’erano. Si erano capiti male, le ragazze avevano già preso un taxi e all’hotel non le avevano fatte entrare. Harvey diventò una furia, mi colpì mentre guidavo e con un pugno ruppe i miei occhiali da sole da 1800 euro».

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    Mickael riportò l’accaduto alla polizia. Aveva un dito rotto, lesioni facciali e alle costole. Weinstein farneticò: «La mafia ti troverà e ti metterà in un bagagliaio. Sparirai e nessuno saprà cosa ti è successo». Poi portò l’indice in gola, mimando il gesto della ghigliottina.

     

    Ricorda l’autista: «Mi attaccò violentemente mentre tentavo di tenere la macchina su strada. Mi fermai, disse che non avrei lavorato più per lui. Ma non era ancora finita. Le ultime parole che urlò furono: “Vai a trovare quelle puttane”». La denuncia non portò a nulla. Weinstein negò tutto, inoltre non c’erano testimoni. Conclude Mickael: «Mi spiace soprattutto per la povera Georgina. L’ho portata in giro parecchie volte ed era molto dolce. Credo fosse imbarazzata per il modo in cui il marito maltrattava me e il resto dello staff. Per fortuna non lo rivedrò più».

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