GIUSEPPE BUSIA
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Tutte le allerte dell’Anticorruzione. Sul Pnrr (da ridiscutere), sul nuovo codice degli appalti e anche riguardo al Ponte sullo Stretto di Messina. Con una relazione di 306 pagine il presidente dell’Anac Giuseppe Busia accende i riflettori su alcune criticità, anche recentemente introdotte, della nostra normativa.
IL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
Per quanto riguarda il Ponte tra Reggio e Messina, l’Anticorruzione rileva «uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi». L’Anac ricorda di aver proposto «alcuni interventi emendativi volti a rafforzare le garanzie della parte pubblica, che però in sede di conversione del decreto il governo non ha accolto». Oltre a ricordare che il progetto del Ponte risale a dieci anni fa.
Dal ministero dei Trasporti non arriva una risposta ufficiale. Matteo Salvini si limita a definire il rilievo «infondato» ma dalle parti di Porta Pia si osserva che «stiamo parlando di una società al 51% pubblica, tutta in-house, con una gara europea che è stata vinta da tempo e dunque con un progetto noto». Insomma, «non si capisce bene a che cosa l’Anac si possa riferire». Ma gli emendamenti proposti e non recepiti? «Riguardavano le garanzie sul rispetto dei tempi e le eventuali penalità a carico dei responsabili». Tutte cose, osservano dal Mit, «assolutamente già previste dal Codice degli appalti».
PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
Ma l’Anticorruzione torna anche a esprimere le sue perplessità proprio sul Codice degli appalti recentemente riformato. Soprattutto riguardo alle deroghe, ad alcune «scorciatoie certamente meno efficienti e foriere di rischi», come la mancata introduzione dell’obbligo di dichiarare il titolare effettivo dei lavori, come invece aveva chiesto Anac, oltre che «l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti, specie per servizi e forniture, o l’eliminazione di avvisi e bandi per i lavori fino a cinque milioni di euro».
meme su Matteo Salvini e il ponte sullo stretto
Cosa tanto più urgente proprio per l’impennarsi degli affidamenti pubblici. Nella relazione Anac si legge che il «valore complessivo degli appalti di importo superiore a 40.000 euro è stato di circa 290 miliardi di euro, a fronte dei quasi 208 dell’anno precedente, con un incremento di circa il 39% rispetto al 2021 e del 56% rispetto al 2020, quando il valore degli appalti si era attestato sui 185 miliardi di euro». Il dato, sia pur positivo, necessita però di «un’attenzione ancora più alta contro i pericoli del subappalto a cascata» […]
Sul Pnrr, prosegue l’Autorità anticorruzione, «decisiva sarà la rinegoziazione di alcune misure», anche perché «non tutti gli investimenti hanno la medesima urgenza». Secondo il presidente Busiati «continua a diminuire la percentuale di gare andate deserte, segno di una più efficace predisposizione dei bandi». Resta il problema che «il numero dei partecipanti resta molto basso». Quando «l’aumento della partecipazione nelle procedure è elemento essenziale per assicurare più concorrenzialità». […]