Estratto da www.open.online
FIRST REPUBLIC
Secondo i media americani l’autorità di controllo bancario sta per mettere in liquidazione amministrativa coatta la First Republic Bank. Le sue azioni hanno chiuso la settimana a nuovi minimi, dopo che lunedì l’istituto di credito sotto pressione ha riportato un calo di 100 miliardi di dollari nei depositi dei clienti, peggiore del previsto.
Il titolo è stato temporaneamente sospeso per volatilità prima di chiudere in ribasso del 43% a circa 3,50 dollaro per azione. Ha continuato la sua discesa nelle negoziazioni after-hour di venerdì. Nel corso dell’anno, le azioni di First Republic sono scese di circa il 97%. La sua capitalizzazione di mercato si è ridotta a 642,33 milioni di dollari.
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L’autorità americana ritiene che le condizioni finanziarie della banca siano deteriorate. E che non ci sia più tempo per trovare un acquirente nel settore privato. Se la banca che ha base a San Francisco dovesse essere messa in liquidazione sarebbe la terza banca americana a collassare da marzo.
I depositi di First Republic avevano perso più di cento miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno. La Cnn scrive che decisivo nella crisi della banca è stata la sua “somiglianza” nel business con Silicon Valley Bank. Che ha dichiarato bancarotta a marzo. […]
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Una base di depositanti «volatile» è in grado di mandare in difficoltà una banca e rappresenta un rischio per gli investigatori. Specialmente quando l’istituto di credito è di medie dimensioni. Le grandi banche come JpMorgan Chase hanno invece diversificato il più possibile la loro base di depositanti. Cercando di includere persone “normali” che non tendono a chiudere i conti per i rumors. Intanto ieri la Federal Reserve ha ammesso errori nella supervisione e una regolamentazione inadeguata nel caso di Svb, il più grave dal 2008. […]
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Secondo il documento la banca è cresciuta velocemente e i manager non si sono accorti di problemi evidenti. Come i 31 warning che affrontavano temi dalla liquidità alla tecnologia: un numero triplo rispetto agli istituti di credito delle stesse dimensioni. Delle quattro cause individuate nel documento, tre riguardano la Fed. E sono legate a carenze nella supervisione. Barr dice anche che gli errori sono stati trainati dalle modifiche legislative introdotto nell’era Trump. Che hanno allentato i controlli per le banche di medie dimensioni. […]
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