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    “L'ECCESSO DI OTTIMISMO E I PROCLAMI TRIONFALISTICI SONO DANNOSI” – GIUSEPPE IPPOLITO, DIRETTORE SCIENTIFICO DELLO SPALLANZANI, FRENA GLI ENTUSIASMI SUL VACCINO CHE ANDRÀ IN SPERIMENTAZIONE A ROMA SU 90 VOLONTARI: “È MOLTO PROBABILE CHE I VACCINI NON SARANNO PRONTI PRIMA DELLA PRIMAVERA. PRIMA DI SBILANCIARSI SERVONO RISCONTRI. E CIOÈ CHE IL VACCINO FUNZIONI, CREI ANTICORPI E CHE LA PROTEZIONE DURI NEL TEMPO. PER ORA GLI ANTICORPI PERMANGONO POCO…”


     
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    Giacomo Galeazzi per “la Stampa”

     

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    «Durante la prima fase a ognuno dei 90 volontari verrà iniettata una dose di vaccino, e successivamente ogni paziente sarà sottoposto a sette controlli, il primo dopo due giorni dalla vaccinazione, l' ultimo dopo 24 settimane- spiega il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell' Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani Irccs di Roma -. Se i risultati saranno positivi, la fase 2 inizierà in autunno su un più elevato numero di volontari, sia in Italia sia in altri Paesi con elevata circolazione del virus».

     

    GIUSEPPE IPPOLITO GIUSEPPE IPPOLITO

    Professore, che ruolo ha l' Italia nella corsa al vaccino?

    «Tutto il mondo cerca il vaccino per il coronavirus. Allo Spallanzani ci lavoriamo da molti mesi. Prima ci siamo concentrati sulla parte virologica. Siamo stati tra i primi in Europa a isolare il virus e abbiamo messo i nostri risultati a disposizione di oltre un centinaio di centri di ricerca nel mondo.

     

    Poi abbiamo focalizzato l' attenzione sulla parte immunologica. Quando il vaccino è stato sviluppato, sono stati monitorati continuamente gli animali ai quali è stato inoculato. Infine abbiamo sviluppato una piattaforma vaccinale. Tutto sta procedendo bene però vorrei raccomandare una cosa».

     

    Quale?

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    «L' eccesso di ottimismo e i proclami trionfalistici sono dannosi. Non si gioca con il vaccino. Prima di sbilanciarsi servono riscontri. E cioè che il vaccino funzioni, crei anticorpi e che la protezione duri nel tempo. Per ora gli anticorpi permangono poco. La situazione non è così semplice da gestire».

     

    A cosa si riferisce?

    «È molto probabile che i vaccini non saranno pronti prima della prossima primavera. In attesa di avere a disposizione vaccini sicuri ed efficaci, servono terapia e farmaci efficaci. Quella degli anticorpi monoclonali è una buona via.

     

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    In questo modo possiamo attrezzarci a fronteggiare meglio la pandemia. È iniziata la produzione in particolare di farmaci che sfruttano un particolare anticorpo monoclonale che ha dato buoni risultati.

    Credo sia questa la strategia più logica: lavorare a un vaccino e nell' immediato munirsi di terapie e farmaci validi».

     

    Perché tempi così lunghi?

    «Ci sono tante cose da capire prima di arrivare a una produzione di massa, per esempio la catena del freddo. La sperimentazione allo Spallanzani si concentra su due fasce d' età: adulti e anziani. Di certo aver ricoverato e trattato la coppia di turisti cinesi già a fine gennaio ha accelerato l' intensità del nostro sforzo.

     

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    Per il giorno in cui fosse disponibile il vaccino, l' Italia ha già attivato opzioni per più prodotti. Adesso è il momento di mettere insieme tutte le forze. Rispetto ai proclami di Trump e di altri capi di Stato, il Papa si è confermato l' unico leader morale anche nell' invocare la gratuità e l' accessibilità del vaccino senza però azzardare date. Troppo ottimismo è deleterio».

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