ALESSANDRO PENATI
Estratto dell’articolo di Alessandro Penati per “Domani”
La fine dell’anno è tempo di consuntivi. Ecco, secondo il mio personalissimo giudizio, quanto di buono, brutto, cattivo e perfino osceno ha mostrato la finanza italiana nel 2023.
Il buono
[…] Qui abbiamo Moncler che […] è riuscita a far meglio di colossi come LVMH, Richemont, Kering, ma anche di Prada e Burberry, mettendo a segno un +15 per cento, 8 punti in più della media degli altri. Non è un fuoco di paglia perch éil mercato ci crede valutando il titolo 23 volte gli utili attesi nel 2024, contro 17 dei concorrenti. Voto 8.
roberto cingolani stefano pontecorvo lorenzo mariani
Stesso voto per Campari che nel 2023 è salita dell’8 per cento. […] Un successo destinato a durare se si crede al mercato, che valuta Campari a forte premio: 25 volte gli utili 2024 rispetto al 17 degli altri. Voto 8.
La guerra ha portato in auge i titoli della difesa e in Europa la performance di Leonardo (+83 per cento) ha sbaragliato la nutrita concorrenza di Airbus, Thales, Bae, Rheinmetall, Safran, Dassault, Mtu, salite in media del 29. […] Leonardo rimane ancora il titolo più a buon mercato del lotto segno che il mercato non sconta pienamente il suo potenziale di crescita. Per questo, voto 9.
Nel settore finanziario il buono lo ha mostrato Unicredit. […] É particolarmente significativo che tra le dieci maggiori banche europee (Bbva, Santander, Deutsche Bank, Commerbak, Credit Agricole, Sogen, Bnp, Ing, Intesa, Mediobanca) Unicredit sia quella che nell’arco dell’ultimo anno è riuscita a creare più valore […]. E lo ha fatto senza operazioni straordinarie, trading o investimenti rischiosi, ma con una gestione efficiente […] Notevole. Avevo accolto l’arrivo di Orcel (e il suo compenso) con scetticismo. Mi devo ricredere. Voto 9.
CHIARA FERRAGNI - OCCHIALI IN PARTNERSHIP CON SAFILO
Il brutto
In un anno in cui l’indice FTSE Mib ha messo a segno il 28 per cento, il brutto lo hanno mostrato DiaSorin, El.En, Ariston, Seco e Safilo che, tra i titoli non finanziari con almeno 300 milioni di capitalizzazioni, hanno avuto le peggiori performance con, rispettivamente, una perdita del 28, 31, 34, 35 e 40 per cento.
La maglia nera
andrea orcel
Safilo non è una sorpresa: i suoi problemi vengono da lontano e l’ingresso del fondo Hal nel 2009, nonostante i due aumenti di capitale del 2012 e 2019, non sono riusciti a risollevare le sorti dell’azienda. Essersi affidata a Chiara Ferragni per il rilancio (e conseguente disdetta dell’accordo) la dice lunga. Voto 5.
DiaSorin e El.En rappresentavano agli occhi degli investitori l’avanguardia del made in Italy nella tecnologia (laser) e medicale (diagnostico). Attratti dalle prospettive di crescita hanno gonfiato le valutazioni dei due titoli fino al massimo dell’autunno del 2021. Risultati e prospettive si sono rivelati però ben al di sotto delle aspettative e da allora i due titoli hanno dimezzato il valore […], lasciando l’amaro in bocca all’investitore deluso. Voto 4.
I PRINCIPALI AZIONISTI DI TIM - PIETRO LABRIOLA
[…] La Rete Unica a controllo pubblico è strategica per il Governo. Ma non si è mai capito come intenda realizzarla e con che soldi. Prima manda avanti CDP con un’offerta in competizione con quella di KKR.
Ma CDP si ritira per un groviglio di interessi che la vede simultaneamente azionista del venditore TIM oltre che di OpenFiber, concorrente nella rete, ma anche promesso sposo di KKR nei piani del Governo.
Che quindi decide di investire direttamente a fianco di KKR; per poi dirottare su Sparkle (verrebbe scorporata?); e coinvolgere il Fondo F2i. Il capitolo finale vedrà inevitabilmente la fusione con OpenFiber, che altrimenti non sopravvive, e la costruzione di un bel monopolio misto pubblico-privato, che dovrà aumentare le tariffe per poter accollarsi l’ingente debito e gli esuberi di TIM, nonché garantire lauti dividendi a KKR e CDP. Modello Autostrade. Ovvero il cittadino paga le mire espansionistiche dello Stato azionista. Voto 4.
Il cattivo
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Il cattivo è un brutto che però provoca danni collaterali. Dopo il fallito tentativo di arrivare al controllo di Generali, Caltagirone ci ha riprovato con una sua lista (assieme a Delfin) in competizione con quella del consiglio uscente di Mediobanca illudendosi che gli investitori mandino a casa il management di una società ben gestita solo perché lui dice che la saprebbe gestire meglio, senza spiegare come.
Sarebbe solo brutto, ma diventa cattivo perché Caltagirone, unico imprenditore ammesso alle consultazioni, riesce a far trasformare il D.L. Capitali da norma per scoraggiare le quotazioni in Olanda, in una pesante interferenza pubblica nella governance delle imprese private quotate, suscitando disapprovazione e sconcerto tra gli investitori esteri. Voto 4.
francesco gaetano caltagirone
Annunciata a sorpresa dal Ministro delle Infrastrutture, che non dovrebbe occuparsi di banche, la tassa sugli extra profitti viene venduta come aiuto ai cittadini contro il caro mutui, ma è solo un modo per far cassa. Calcolata in modo sbagliato, corretta due volte, fa crollare i titoli bancari e peggiora la valutazione all’estero dell’affidabilità del nostro Governo.
Invece di licenziare le menti che l’hanno concepita, la premier Meloni se ne intesta la paternità. Per poi fare completa retromarcia e trasformare la tassa in un incentivo alla capitalizzazione delle banche, con zero introiti per lo Stato. Esempio perfetto di cattivo: nessun vantaggio, ma un danno per il Paese. Si dirà: perché questa tassa va bene in Spagna? Perché il colmo per un Governo sovranista è copiare, peggiorandola, una pessima legge di un governo socialista. Voto 2.
DECIMA MES - MEME BY EMILIANO CARLI
L’osceno
Con il no al MES si è caduti nell’osceno. Ma il MES è una questione politica, non economica, sostiene il ministro Giorgetti. E cosa c’entra con la finanza? C’entra, e tocca tutti noi. L’economia Italiana da decenni è incapace di crescere, il che rende l’enorme debito pubblico accumulato difficilmente sostenibile.
Già due volte abbiamo evitato il default grazie alla BCE e all’Europa. Una terza volta non è esclusa e il no al MES potrebbe costarci cara perché in cambio dell’aiuto, potrebbero chiedere alle famiglie italiane, con i loro 10.500 miliardi di ricchezza netta, di farsi carico con una patrimoniale di parte dei 2.900 miliardi del nostro debito pubblico. È finanza. Toccherebbe tutti. E quel che il Governo ha fatto è osceno. Voto 0.
MES KETA - MEME BY EMILIANO CARLI GIORGIA MELONI - TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE - VIGNETTA DI GIANNELLI
FONDO KKR FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET
safilo