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    LUCIANO SPALLETTI FURIOSO PER I SETTE TORTI ARBITRALI, IN DUE GARE, SUBITI DAL NAPOLI NEI QUARTI DI FINALE DI CHAMPIONS CONTRO IL MILAN: DAI CARTELLINI DELL’ANDATA (CHE HANNO PRIVATO GLI AZZURRI DI KIM E ANGUISSA NEL RITORNO) AL CLAMOROSO RIGORE NEGATO A LOZANO - NON SONO ALIBI DI CIRCOSTANZA, IN VIDEO VERITAS (CERTO LE BORDATE DI DE LAURENTIIS CONTRO L'UEFA E CEFERIN NON HANNO AIUTATO) - VIDEO


     
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    Estratto dell'articolo di Antonio Giordano  per il Corriere dello Sport

      

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      Le guardano, le rivedono e non c’è verso di farsene una ragione: perché poi, a pensarci bene, il Var cos’è, se non un televisore che sfruttando la tecnologia e tutte le riprese a disposizione può aiutarti ad infilare l’occhio tra il piede destro di Leao e il sinistro di Lozano? Lo schermo piatto sta lì e pure le immagini sono le stesse, ma poi la memoria è una carogna che ti smonta e ti rimonta ogni dettaglio di questi centottanta minuti giocati in sei giorni e vissuti come un tormento con il quale Spalletti è costretto a convivere, dal quale il Napoli non sa come staccarsi. Non sono alibi di circostanza, in video veritas, mettendoci assieme un bel po’ di casi (assai) sospetti e restando disorientati (?) mentre Leao porta via il piedino ed il pallone a Lozano. «C'è rigore netto. Non si parla di contatto ma è un impatto, perché gli ha stravolto la caviglia. Marciniak era il numero uno del calcio, l'hanno rivisto al VAR....Per cui un po’ il passato in Champions conta».

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    Da Kovacs a Marciniak (o a Kwiatkowski e a Frankowski) c’è un campionario vasto e vario che alimenta retropensieri emersi a caldo, mentre il vapore delle docce non aveva portato via nulla, neanche una traccia di quel veleno accumulato tra mercoledi 12 e martedi 18 aprile, i giorni della merla calcistica, perché il freddo è nella pelle di Spalletti: «Un po’ il passato in Champions conta...». È tutto iniziato a Milano, eh sì, al minuto 25, quando Leao viene graziato di un giallo che nulla cambia e che però può incidere, perché in partite del genere sono i dettagli che fanno la differenza. Ma il Napoli ha una serie di episodi che lo disturbano, e parecchio, e gli effetti delle scelte di Kovacs hanno poi avuto un peso: c’è un’ammonizione invocata per Krunic (33') in diffida che rimane nel taschino del rumeno; c’è Bennacer che si salva dopo che invece Zielinski è stato punito per qualcosa che gli somigli, un'entrata fisica, non dura, non morbida, comunque analoghe; c’è un contatto tra Tonali e Kvaratskhelia proprio prima che Anguissa veda il suo primo cartellino, ovviamente decisivo per fare scattare poi il rosso con il secondo; e c’è infine Kim che non fa in tempo a prendersela con se stesso e si ritrova eliminato dal ritorno, essendo in diffida.  

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